Dopo la presentazione a Redmond, vediamo perché Windows 10, il prossimo sistema operativo di Microsoft, è una svolta epocale
Il lancio di Windows 10 è stato un evento dalla portata incalcolabile, per Microsoft e il suo pubblico. E non solo il suo, perché Microsoft, forse per la prima volta nella sua storia, ha inanellato una serie di annunci capaci di esaltare chiunque avesse le antenne puntate al campus di Redmond. Protagonista assoluto, come si sapeva, è stato il prossimo sistema operativo di Microsoft. Alle informazioni già note, però, se ne sono aggiunte molte altre. Alcune delle quali giunte in modo inaspettato e, vista la caratura, gradito. Cerchiamo però di capire perché Windows 10 rappresenta la rivoluzione che, in casa Microsoft, mancava, probabilmente dal lancio della prima Xbox. Ecco i nostri cinque annunci-chiave. Con qualche consiglio finale.
Project Spartan
Io lo vedo come l’aspetto più rivoluzionario del progetto Windows 10, per due ragioni. La prima, che definiamo “filosofica”, è che abbandonare Internet Explorer è, più di tutti gli altri, il segno che Microsoft vuole davvero cambiare. In fondo, butta nel cestino quello che, nel bene e nel male, è il software con cui più si è identificata nel corso del tempo. Il fil rouge di tutti i suoi sistemi operativi, fino a ora. La seconda, che definiamo “tecnica”, è che, da quanto si è saputo e visto, Spartan potrebbe essere un browser per il quale, appena acceso un nuovo PC, non sarà più necessario precipitarsi a scaricare Chrome. E questo significa tagliare fuori un concorrente diretto da una grossa fetta di mercato. Se Bing avesse la stessa efficienza del motore di ricerca di Mountain View, l’attacco sarebbe ancor più frontale, ma qui andiamo sulla fantascienza.
Mondo Xbox
Il mondo delle console Microsoft, a partire da Windows 10, si sposeranno come mai successo prima col mondo PC. Qui Microsoft ha imparato una lezione importante da Apple: se crei un ecosistema tutto tuo, e lo fai in modo efficiente, fai mercato a parte. Con tutti i vantaggi economici del caso. La casa di Redmond, a partire da questo concetto, si è accorta di avere in casa il più efficiente sistema di gioco online, Xbox Live, e di avere il più diffuso sistema operativo del mondo, Windows. Forse se ne è pure accorta da tempo, eh, ma per un risvolto pratico occorreva avere un sistema operativo davvero diverso. Allo stesso tempo, occorreva che, versione dopo versione, anche il software di Xbox (Xbox One, per la precisione) fosse simile a quel sistema operativo. I due mondi si sono avvicinati e il punto di convergenza è arrivato con l’annuncio di un sistema di streaming dei giochi Xbox su tablet Surface e PC dotati di Windows 10. La tecnologia in ballo non è ancora chiara, ma da quanto visto e sentito dovrebbe trattarsi di un sistema simile a quello visto con Playstation 4 e PS Vita. In buona sostanza, il gioco risiede fisicamente nella console, ma può essere utilizzato dal tablet o dal PC. Sarà interessante vedere se per lo streaming sarà necessario utilizzare la medesima rete wireless, come nel caso di Sony, o se si potrà giocare, letteralmente, da un angolo all’altro del mondo, sfruttando Internet. In questo caso, si tratterebbe davvero di una mossa epocale, capace di amalgamare il mondo del gaming PC con quello console, come mai era successo prima.
Che Microsoft puntasse alla creazione di un sistema operativo unico, tra PC e dispositivi mobile, era chiaro fin da Windows 8. Un sistema operativo talmente rivoluzionario, sotto questo punto di vista, da aver spiazzato il pubblico. Di fatto, Windows 8 era ottimo proprio sugli apparecchi touch, ma una volta portato su computer fisso dimostrava i limiti di un’interfaccia, Metro, molto distante dall’utilizzo con mouse e tastiera. C’è anche da dire che pochi utenti si son presi la briga di scoprire che bastava un clic per tornare al desktop classico, e questa operazione è stata ulteriormente semplificata in Windows 8.1. Il sistema Continuum, in Windows 10, toglie di mezzo i raffazzonamenti e ripensa l’interfaccia in modo nuovo. L’idea di per sé è semplice, quando scolleghi mouse e tastiera il sistema ti chiede se vuoi cambiare interfaccia, ma non stanno proprio nella semplicità i colpi di genio? Fossi in Microsoft, oserei di più: non chiederei nemmeno il “permesso” di cambiare interfaccia. Lo farei e basta. Una cosa molto alla Apple, insomma, per la quale “io sono Microsoft e si fa così”. Microsoft, ora, ha tutti i numeri per farlo. Gli hater pronti a criticare questa o quella mossa, ci saranno sempre e comunque. Pazienza, l’importante è vincere.
Cortana
Il sistema di assistenza vocale ideato da Microsoft, che fece il suo debutto in Windows Phone, non è efficiente quanto Siri, ma ha molta più personalità. Cortana non vuole sembrare il tuo schiavetto digitale lobotomizzato, vuole dimostrare personalità. I margini di miglioramento sono enormi, e se è per questo nemmeno Siri o Google Now sono perfetti, ma più per una questione di comprensione dei comandi, che di esecuzione dei medesimi. Bene, il fatto che Cortana sarà inserito in pianta stabile in Windows 10 porta a due considerazioni. La prima è che, sicuramente, è cosa buona e giusta, e che oltre ad agevolare di molto il nostro lavoro, aprirà ancor più Windows 10 alle persone con deficit motori (là dove Mac OS mostra un po’ il fianco…). Non vogliamo sembrare cinici, ma non si tratta “solo” di una cosa bella e scontata, al giorno d’oggi. È anche un mercato enorme. La seconda considerazione è che, a fronte della spinta innovativa e dell’appetibilità, Cortana dovrà mostrarsi efficiente al 100%. Fin da subito. Dovrà capire bene tutti i comandi e in tutte le lingue in cui Windows 10 sarà lanciato. Non dovrà confondere le procedure. Non dovrà rallentare l’esperienza d’utilizzo. Non dovrà sembrare un accessorio sfizioso, ma dovrà riuscire a diventare parte integrante del nuovo Windows, sia su PC che su mobile. Cortana, insieme a Continuum, è il vero trait d’union di tutti i dispositivi basati su Windows 10. Microsoft deve capirlo fino in fondo.
Unificazione
Non ho mai nascosto la mia profonda ammirazione per Satya Nadella, come non ho mai nascosto la mia totale avversione a Ballmer, quindi non ho problemi a sottolineare la capacità analitica del nuovo CEO di Microsoft. A volte si tratta di analisi scontate, ma che nessuno, in Microsoft, aveva fatto fino a questo momento. Nadella viene dai sistemi cloud, e sa che il colosso di Redmond ha in casa delle tecnologie e dei servizi che la concorrenza di sogna. Office è uno di questo. Al momento, non esistono alternative così diffuse, efficienti e standardizzate come Office. E per cortesia, non parlatemi di OpenOffice, LibreOffice, Pages, Numbers e surrogati assortiti. A fare gli alternativi si fa presto, ma qui occorre essere onesti. E così, l’idea di unificare Office tra sistemi fissi e mobili è la ciliegina che mancava per considerare Windows 10 come il vero sistema operativo universale.