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Il Cern è un posto dove si macinano record. A poca distanza dall’annuncio di nuove collisioni a energie record per l’Lhc, è arrivato quello di un altro record: la produzione di un campo magnetico di intensità pari a 16,2 Tesla (T). Il record è stato raggiunto dal magnete Racetrack Model Coil (Rmc), utilizzato come test per guidare lo sviluppo di nuovi acceleratori. “Gli attuali dipoli dell’Lhc hanno un campo nominale di 8,3 Tesla e noi stiamo progettando acceleratori che hanno bisogno di magneti in grado di produrre un campo di circa 16 Tesla – circa il doppio cioè”, commenta infatti Juan Carlos Perez, ingegnere del Cern a capo di Rmc.
I magneti sono il cuore degli acceleratori, perché servono a guidare e focalizzare i fasci di particelle nella loro corsa. Gli attuali magneti al lavoro all’Lhc sono costituiti da una lega di niobio-titanio, mentre quello di Rmc riesce a creare campi di intensità maggiore grazie a una lega di niobio-stagno come materiale superconduttore (i lavori sul campo proseguono già da un po’).
Campi magnetici maggiori significa poter immaginare anche acceleratori che operino a più alte energie.
Quanto appena ottenuto al Cern però, precisano gli esperti, è solo un piccolo passo verso la costruzione delle macchine del futuro: “Si tratta di un risultato eccellente”, precisa Luca Bottura a capo del Magnet Group del Cern: “malgrado questo non dovremmo dimenticare che è un magnete relativamente piccolo, una tecnologia dimostrativa senza foro al centro in cui possono passare i fasci di particelle. C’è ancora strada da fare prima che i magneti da 16 Tesla possano essere usati in un acceleratore. Ciò non toglie che sia un importante passo verso tutto questo”.