Tuttavia, in Europa quando si attraversano i confini del proprio paese, i contenuti offerti da tali servizi non sono disponibili oppure non funzionano con lo stesso catalogo previsto per il Paese di appartenenza.
Da indagini di mercato è emerso che attualmente oltre il 50% dei cittadini europei guarda film, ascolta musica, legge libri e gioca online. Da una stima condotta nel 2015 è stato rilevato che un europeo su tre richiedeva la portabilità transfrontaliera dei servizi online e l’accesso ai servizi in tutta l’Unione Europea e tale necessità si riscontra maggiormente nei giovani, appartenenti alla fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni.
Dopo l’addio definitivo al roaming, il Parlamento e il Consiglio europeo sono giunti a un accordo informale relativamente alla portabilità europea dei servizi di contenuti streaming.
Dall’anno prossimo, dunque, tutti i cittadini dell’UE potranno avvalersi liberamente in Europa dei servizi per cui hanno pagato nel loro Paese di residenza, avendo diritto ad usufruire dei loro abbonamenti online a libri, film, musica, televisione e videogiochi quando sono in viaggio all’interno di uno Stato appartenente all’Unione.
Non sarà possibile, comunque, abbonarsi a un servizio in un paese estero (dove magari il costo è inferiore) per fruirne liberamente nel proprio paese. Di conseguenza, onde evitare ogni tipo di abuso, gli operatori potranno adottare misure di sicurezza “proporzionate e ragionevoli” per verificare il paese di residenza degli utenti abbonati. Le misure di sicurezza saranno basate su controlli dei dati di pagamento, informazioni fiscali pubbliche e indirizzi IP, e i metodi di verifica adottati dovranno essere resi noti ai clienti da parte dei provider.
Mentre per i servizi a pagamento l’adeguamento alle nuove regole sarà obbligatorio, i servizi streaming free potranno scegliere se offrire o meno il loro contributo all’eliminazione delle barriere territoriali.
Non ci resta adesso che aspettare il prossimo passo avanti verso un ulteriore abbattimento dei limiti ancora imposti dalla legislazione europea per una effettiva liberalizzazione dei contenuti digitali.