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A partire dal 2 marzo di quest’anno AMD ha lanciato sul mercato i nuovi processori Ryzen, i quali si sono dimostrati essere molto competitivi nei confronti delle CPU Intel di fascia più alta sia in termini prestazionali che economici. Infatti i modelli Ryzen top di gamma offrono praticamente un maggior numero di core rispetto ai Kaby Lake Intel ma costano la metà.
I processori Ryzen sono suddivisi in tre serie: Ryzen 7 a otto core, Ryzen 5 a sei core, Ryzen 3 a quattro core. I modelli a otto core sono tre: Ryzen 7 1800X, Ryzen 7 1700X e Ryzen 7 1700.
Per il momento sono acquistabili solo i processori della fascia enthusiast Ryzen 7, mentre per i modelli Ryzen 5 e 3 si dovrà attendere la seconda metà dell’anno.
I nuovi core AMD si basano sull’architettura Zen, con cui la casa di Sunnyvale è riuscita nell’obiettivo di passare da un processo produttivo a 28 nanometri a 14 nanometri, al fine di ottenere prestazioni più elevate e, nello stesso tempo, ridurre i consumi. Le CPU Ryzen 7 a otto core adottano due CCX, ossia due CPU Complex con quattro core ciascuno, connessi tra loro per mezzo della nuova interconnessione Infinity Fabric.
Il core Zen integra anche la funzionalità SMT (Simultaneous Multi-Threading) che fornisce un thread aggiuntivo a ogni core.
In sostanza AMD non solo ha raggiunto l’obiettivo iniziale di migliorare l’IPC (istruzioni per ciclo di clock) del 40%, ma è riuscita ad ottenere un incremento del 52% rispetto alle generazioni precedenti dei suoi processori.
Le CPU Ryzen 7 sono compatibili con le motherboard socket AM4, presentano 8 core / 16 thread e includono una cache L2 da 4 MB e una cache L3 condivisa tra tutti i core da 16 MB, per un totale di 20 MB di cache.
Volendo analizzare le principali prestazioni dei singoli modelli Ryzen di fascia più alta (8 core e 16 thread) e confrontarle con i top di gamma Intel, possiamo affermare che Ryzen 7 1800 X ha una frequenza base di 3,6 / 4 GHz contro i 3,2 / 3,7 GHz dell’Inter Core i7 6900K, mentre TDP di 95 watt è nettamente inferiore al chip Intel (140 watt). Il modello Ryzen 7 1700X opera a 3,4 / 3,8 GHz, con un TDP pari sempre a 95 watt, e supera del 39% le prestazioni del Core i7-6800K. Infine Ryzen 7 1700 con TDP di 65 watt lavora con frequenze di 3 / 3,7 GHz permettendo di ottenere prestazioni migliori del 46% rispetto al quad-Core i7-7700K.
Per quanto riguarda i prezzi AMD batte Intel ad occhi chiusi. Volendo acquistare, ad esempio, il modello Ryzen 7 1800X occorrono circa 500 dollari contro i 1050 dollari del 6900K dell’Intel.
Tutti i chip Ryzen sono dotati di una serie di tecnologie denominate SenseMI. Una di esse è la funzionalità Pure Power che permette di controllare lo stato delle temperature, la velocità e i dati della tensione.
La tecnologia Precision Boost, alla stregua di Intel Turbo Boost, aumenta la frequenza base di tutti i core da 3,6 GHz a 3,7 GHz, oltre a portare due core fino a 4 GHz durante i carichi a basso consumo di thread. Tuttavia, Turbo Boost risulta essere più avanzata, essendo una tecnologia multi-core (capace, cioè, di migliorare la frequenza di più core simultaneamente).
Tra le tecnologie SenseMI spicca sicuramente la funzionalità XFR (eXtended Frequency Range), che permette un ulteriore aumento della frequenza raggiunta con Precision Boost di due core, nel caso si disponga di un margine termico maggiore, ossia in presenza di un adeguato raffreddamento. XFR non è presente su tutti i processori Ryzen ma solo i prodotti con la X nel nome hanno attiva tale tecnologia.
Nonostante con i nuovi processori AMD si riesca a raggiungere un picco di 4,1 GHz in overclock, stiamo ancora al di sotto dei 4,3 GHz del Core i7-6900K e i 4,9 GHz del Core i7-7700K: ciò conferma come Intel offra prestazioni maggiori dal punto di vista dell’OC.
In conclusione si può affermare che con la famiglia di processori Ryzen, AMD ha compiuto un notevole passo avanti. Benché sotto il profilo prestazionale AMD non vinca la competizione con Intel in tutti gli ambiti, risulta comunque offrire un miglior rapporto qualità/prezzo.