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Con una live streaming trasmessa giovedì 13 aprile dai social più famosi (Facebook, YouTube), la NASA ha annunciato che su due satelliti del Sistema Solare Esterno sia molto probabile la presenza d’acqua: più precisamente si parla di Encelado e di Europa. Le conclusioni sono giunte dopo che le stazioni spaziali che orbitano in quell’area hanno rilevato, in entrambi i casi, delle emissioni di vapore provenire dalla superficie dei satelliti, con dinamiche simili a quelle dei geyser in Islanda (in gergo “plumes”). Queste scoperte rafforzano la teoria secondo cui c’è della vita su questi corpi celesti e incoraggiano così nuove missioni di ricognizione per studiarne l’effettiva abitabilità.
Il primo annuncio riguarda Encelado, ovvero il sesto satellite in ordine di grandezza di Saturno. Secondo la scoperta pubblicata pochi giorni fa sul Journal Science è presente dell’idrogeno in forma gassosa negli enormi plumes di gas e ghiaccio, che esplodono poi come dei geyser nel polo sud di Encelado. Gli scienziati ipotizzano che il fenomeno nasca da un oceano di acqua allo stato liquido che si trova a circa 30 km sotto la superficie ghiacciata, ma le vere origini restano ancora un mistero.
Si pensa infatti che i meccanismi legati all’idrogeno siano dovuti ad attività idrotermale. Secondo la teoria del mondo a ferro-zolfo, questa attività avrebbe portato all’origine della vita sulla Terra, in particolare dalle sorgenti termali che si vengono così a formare. Per questo motivo l’ipotesi di trovare forme di vita all’interno di questi due satelliti non è da escludersi. Ciò che è certo invece è che le analisi di questi getti sono state fatte tramite una spettrometria di massa dalla navicella interplanetaria Cassini, che hanno rivelato la presenza di acqua.
La sonda Cassini è partita dalla Terra nel 1997 e da quasi 20 anni si è occupata proprio di sorvegliare il sistema planetario di Saturno. Il prossimo 26 Aprile inizierà le manovre per entrare nell’orbita del pianeta e l’arrivo previsto per il 15 Settembre porterà la sonda alla conclusione della sua missione, atterrando per la prima volta nella storia proprio sul gigante gassoso. L’operazione richiederà alcuni mesi in quanto la navicella dovrà attraversare i temutissimi anelli di Saturno secondo orbite ben precise.
Un’altra scoperta proviene invece dalle immagini scattate dal Telescopio Spaziale Hubble, che catturano un fenomeno di plumes simile ma presso il satellite di Giove denominato Europa. Tale satellite è già da alcuni anni sotto l’occhio vigile della NASA in quanto presenta molte caratteristiche simili alla Terra come ad esempio la forma, le dimensioni, la massa (e la gravità), la probabile presenza di silicati tipici del nostro pianeta e il forte sospetto che ci sia dell’acqua e quindi probabile forme di vita.
Per questi motivi è previsto l’avvio di una missione spaziale per Europa nel 2022. A detta dell’astronomo William Sparks, il satellite di Giove avrebbe un oceano grande il doppio di quello terrestre ma nascosto sotto la crosta ghiacciata. Inoltre dei fenomeni di plumes erano già stati scoperti proprio nella stessa regione. Questa è un’ottima notizia perché durante la prossima missione di esplorazione il piano è quello di recarsi in questa zona per poter esplorare il sottosuolo (il sospettato oceano) senza dover effettuare faticosi (e costosi!) scavi.
D’altro canto missioni su Encelado non sono ancora previste, in quanto la sonda Cassini ha quasi ultimato il suo scopo e non è attrezzata per fornire ulteriori informazioni. Encelado tuttavia è tra i candidati per una nuova missione New Frontiers, assieme al suo “fratello” satellite Titan: la missione prevede l’esplorazione di un pianeta di classe media scelto da un elenco di potenziali pianeti abitabili che va completato entro la fine di questa primavera; la selezione finale invece è prevista per la metà del 2019.