Nuove forme di razzismo e bullismo: l’uomo contro i robot

Vi ricordate i racconti di fantascienza in cui i robot sarebbero entrati nelle vite quotidiane di tutti noi? Ormai siamo nel 2017 e con il progredire della scienza e della tecnologia gli automi stanno diventando sempre più indispensabili. Il dubbio però resta ancora oggi: siamo davvero pronti ad integrare questa nuova specie (non) vivente tra noi?

I robot sono stati usati negli ultimi anni soprattutto nelle fattorie e nelle fabbriche, generalmente lontano da umani e quindi da vita sociale. In America però negli ultimi anni il trend sta cambiando e si stanno diffondendo i “Knightscope Robot”, costruiti dall’omonima azienda che ha sede nella Mountain View, vicino la famigerata Google. I robottini sono specializzati nella vigilanza, pesano circa 136kg, sono alimentati da un motore elettrico che gli permette di essere funzionanti 24 ore su 24 e sono addirittura in grado di rilevare delle armi. Questi Knightscope sono presenti in cinque paesi degli USA, soprattutto in centri commerciali, campus e ospedali. Negli ultimi mesi, però, sono stati protagonisti di molte polemiche e scandali. Nel 2014 un uomo ha tentato di affrontare in un corpo a corpo uno di questi robot, lo scorso anno a Los Angeles delle persone armate di bombolette spray hanno cercato di riempirne di graffiti uno, la scorsa estate un altro è stato accusato di aver aggredito un bambino in un centro commerciale, mentre poche settimane fa un uomo visibilmente ubriaco ha a sua volta aggredito un modello recente di Knightscope.

Il miglior metodo di difesa che conoscono questi robot consiste nel far scappare via gli aggressori grazie a sistemi di allarme, sensori e telecamere in grado eventualmente di avvertire le autorità e documentare gli eventi accaduti. In un incidente a Los Angeles, ad esempio, la polizia ha facilmente catturato un vandalo perché il robottino aveva catturato il numero di targa della sua auto.

Non sono solo i Knightscope ad essere vittime di bullismo: nel 2014 due studenti canadesi hanno eseguito un esperimento sociale mandando un loro robot chiamato Hitchbot a viaggiare tra il Canada e gli USA facendo autostop, in modo da vedere come si sarebbero comportate le persone. All’inizio i risultati erano soddisfacenti, ma quando il robottino è arrivato negli Stati Uniti la situazione è cambiata drasticamente: Hitchbot è risultato inizialmente disperso ed è stato poi trovato nel 2015 abbandonato, rotto, ammaccato e senza braccia.

Mentre gli anni passano inizieranno ad essere operativi anche i robot corrieri (già attivi in San Francisco e Washington D.C.), le auto a guida autonoma (si dice che saranno pronte per il 2020) e chissà quali altre nuove invenzioni che ci porterà il prossimo decennio. Quello che sembra sicuro però è che gli inventori dovranno trovare il modo di proteggere queste macchine dagli umani malintenzionati.

Un aspetto interessante da osservare in futuro riguarda proprio le auto a guida autonoma, perché è in strada che l’uomo mostra il peggio di sé. Mentre le auto a guida autonoma possono essere i piloti perfetti, al tempo stesso possono essere anche le vittime preferite dalle persone che, sapendo di avere a che fare con un robot, non si faranno nessun problema a sorpassare l’auto pericolosamente senza avere nessuna ripercussione. Pedoni e ciclisti potrebbero fare lo stesso. Esempio che conferma questo trend è quello della Google Car, che ha viaggiato lo scorso anno per migliaia di chilometri e ha riportato pochissimi incidenti, causati quasi sempre per colpa dei guidatori (ovviamente umani).

Insomma, pare che gli autori di fantascienza dello scorso secolo come Isaac Asimov ci avevano visto giusto, descrivendo una società in cui i robot prendevano sempre più importanza e gli umani provavano gelosia e odio verso di essi, con l’accusa di rubare il loro lavoro e giustificare quindi ogni violenza, in quanto le macchine non provano sentimenti e non sono umani. I robot possono rendere tutti i posti più sicuri e lavorare in modo più efficiente, rendendo i trasporti anche più economici e sicuri, ma a quanto pare non possiamo aspettarci che gli umani collaborino in modo pacifico.

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