Ebbene sì, anche la famosa Mozilla Foundation ha deciso di dedicarsi allo sviluppo di una intelligenza artificiale che sia in grado di parlare con l’utenza. Per riuscire in questa impresa però è importante collezionare quanti più dati possibili. Oggi giorno sono i dati a rappresentare il carburante per il progresso, in modo simile alle macchine e al petrolio per le precedenti rivoluzioni industriali. In questa Era dell’Informazione, con il boom delle IA, compagnie come Google e Facebook influenzano e controllano tantissime attività in tutto il mondo.
Un nuovo rivale?
A cercare di rompere (e cambiare) l’attuale equilibrio di potere è Mozilla, fondatrice del famoso web browser Firefox. L’idea è sempre quella di inventare una nuova intelligenza artificiale, ma l’approccio è totalmente diverso: Mozilla infatti sta chiedendo ai suoi utenti di monitorare le loro attività e collezionare dati, in modo da alimentare la conoscenza di un software IA open source. In altre parole la direzione intrapresa è quella del Crowdsourcing.
Il primo progetto della compagnia è chiamato Common Voice, dove si chiede ai volontari di donare campioni delle loro voci in modo da costruire un sistema di riconoscimento vocale open source, come quelli che usano Siri e Alexa. “Al momento solo pochi soggetti sono in grado di controllare il riconoscimento vocale, e noi non vogliamo che sia così” dice il vice presidente della Mozilla Foundation, Sean White. Secondo lui le grandi compagnie ottengono tutti i dati che vogliono semplicemente filtrando tutto ciò che ottengono dai milioni di dispositivi (smartphone, tablet, pc) usati dai loro clienti. Per loro riuscire in questa impresa invece è più complicato, specialmente perché vogliono che anche i volontari e gli utenti beneficino di questa creazione.
I piani futuri
Per il momento Mozilla si limita a raccogliere dati, ma per la fine dell’anno è prevista l’uscita del software di riconoscimento vocale completamente open source. I campi di applicazione sono ancora ignoti, ma White ha stuzzicato le nostre menti dichiarando che “abbiamo in programma degli esperimenti” (qualcuno ha parlato di integrare un riconoscimento vocale su Firefox?).
Chiunque sia interessato al progetto dovrà semplicemente andare sul sito Common Voice e “donare” la sua voce leggendo semplici frasi. Dovranno anche essere fornite informazioni fondamentali come età, paese di provenienza, genere e accento. Quest’ultima informazione può essere vitale per l’obiettivo di Mozilla, che vuole così provare a sviluppare un software in grado di funzionare anche con accenti diversi. Il problema degli accenti è ancora molto sentito anche tra i software IA di Google e Apple.
Un ricercatore della Privacy International, Frederike Kaltheuner, solleva alcune questioni riguardo l’affidabilità del progetto. “Il problema è che non possiamo sapere come questi dati verranno analizzati […], né possiamo fidarci dell’open source, perché spesso c’è un conflitto di interessi tra i bisogni della popolazione e i desideri delle compagnie”.
Open Source vs Software proprietario
L’open source, a parte alcune eccezioni, non è mai stato in grado di competere con i prodotti commerciali. Mozilla però resta comunque fiduciosa sul progetto, puntando soprattutto sulla personalizzazione del servizio. Di solito questi software commerciali funzionano bene per l’individuo medio, ma mostrano le loro mancanze su soggetti che esulano dalla massa e non sono rappresentati dai dati a disposizione.
Benché questa mossa possa essere interessante, c’è anche da dire che le stesse grandi compagnie possono migliorare i loro software tramite iniziative simili. (“Alexa non capisce i tuoi comandi? Leggi questo testo lungo 10 minuti e miglioreremo il servizio di riconoscimento vocale”). Google si occupa già di queste problematiche, affidando il compito a compagnie esterne che pagano utenti di Reddit con accenti diversi per registrare le loro voci.
Il progetto di Mozilla dunque è decisamente ambizioso, ma è naturale che sorgano dei dubbi riguardo il suo successo. Per quanto il settore della intelligenza artificiale sia relativamente nuovo, le compagnie più importanti hanno già stanziato un mercato oligopolistico, difficile da penetrare.