Girava voce da tempo, ma da qualche settimana la notizia è ufficiale: Microsoft manda in pensione Paint.
C’è, però, una buona notizia: Microsoft Paint non verrà eliminato definitivamente e gli utenti più nostalgici avranno ancora la possibilità di utilizzarlo.
Microsoft ha deciso di dare il benservito al suo programma di disegno presente dalla prima versione di Windows.
Una cosa va detta (e ammessa): Microsoft Paint veniva utilizzato davvero poco dagli utenti grazie alla larga diffusione di software da disegno molto più avanzati e con interfacce funzionali.
La prima versione del software aveva un nome differente: originariamente era Paintbrush, contratto poi nel più accattivante e veloce Paint.
Il software venne introdotto da Microsoft nel 1985 e, come da prassi dell’azienda in quel periodo, Paint non venne sviluppato direttamente ma venne acquistato da fornitori terzi.
In particolare, Paint venne sviluppato dalla piccola software house ZSoft Corporation, di stanza a Marietta in Georgia.
Paintbrush era un software di disegno piuttosto avanzato per l’epoca. Microsoft decise quindi di lanciarlo con il suo primo sistema operativo a finestre. Paint, prima versione, era in grado di dimostrare le potenzialità grafiche di Windows 1.0.
La verità è che, con la sua grafica monocromatica e il salvataggio nell’astruso formato MSP, Paintbrush dimostrava ben poco.
Con il lancio di Windows 3, Microsoft riscrisse in buona parte il software, integrando il supporto ai colori, un’interfaccia più amichevole e il salvataggio nei formati PCX e BMP. Questa versione fu indubbiamente quella più al passo con i tempi. Basti pensare, infatti, che da allora l’interfaccia del programma cambiò ben poco.
In Windows 95 (1995), Paintbrush divenne ufficialmente Paint, includendo una funzione di salvataggio della palette. Qualcosa di fantasmagorico, per l’epoca, visto che era possibile impostare una tavolozza di colori personalizzata e salvarla nel formato PAL.
All’interno di Windows 98 arriva il supporto al salvataggio JPG, GIF e PNG.
Il problema di Paint è sempre stato quello, in fondo: non mostrarsi mai completo e al passo coi tempi. Tanto che si deve aspettare il 2001, con l’arrivo di Windows XP, per avere la possibilità di salvare nei principali formati.
Fu grazie a Windows Vista che Paint mostra un restyling soddisfacente, con icone nuove, e soprattutto uno zoom migliorato e uno strumento per fare il crop delle immagini.
Con le versioni di Windows successive, in particolare la 8 e la 10, Paint si arricchisce di strumenti artistici, in particolare di nuovi pennelli ed effetti di trasparenza, ma nulla per cui preferirlo ai tanti software concorrenti.
La realtà dei fatti è che con il passare del tempo gli utenti hanno avuto poche remore nell’installare alternative più ricche e performanti rispetto a Paint che, complici anche delle modifiche mai tempestive, non ha mai trovato un suo mercato.
Paint non è mai stato un software dedicato agli artisti digitali, non è mai stato un software di fotoritocco, campo dominato dal 1990 da Photoshop, e non è mai stato un software di ritocco rapido e conversione.
In buona sostanza possiamo affermare che la nostalgia digitale dopo l’annuncio, da parte di Microsoft, della dismissione di un programma che ci ha accompagnato per ben trentadue anni è del tutto ingiustificata dal punto di vista delle funzionalità e degli impieghi di questo software che non ha mai rappresentato una vera e propria soluzione tecnologica.
Microsoft ha annunciato che Paint non sarà più integrato nel suo sistema operativo, ma rimarrà disponibile come app scaricabile a parte. Al suo posto, a bordo di Windows, c’è infatti Paint 3D, il successore ufficiale.
Microsoft Paint 3D è un’app grafica al passo coi tempi, piena di soluzioni interessanti e ambiti applicativi interessanti: staremo a vedere se avrà più successo del suo predecessore.