Quello delle cryptovalute è un mercato che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha assistito ad una crescita esponenziale arrivando a toccare picchi davvero importanti con circa 118 miliardi di dollari di capitalizzazione ad Agosto con un aumento del 490% rispetto a Gennaio dello stesso anno. Di monete virtuali ormai ne esistono davvero tantissime, basta considerare che attualmente se ne contano circa 700 delle quali la maggior parte nate nel corso degli ultimi 3 anni.
Tuttavia sono solo 3 le cryptovalute che in questo momento hanno un valore importante e parliamo naturalmente di Bitcoin la più conosciuta in assoluto, Ripple e Ethereum.
Proprio quest’ultima nell’ultimo periodo ha suscitato non poco interesse tra gli esperti in quanto ha assistito ad una crescita esponenziale arrivando a “competere”, come detto, con le monete considerate da sempre come le più forti.
Ma cosa sono le cryptovalute?
Per chi non lo sapesse le cryptovalute sono, come detto, delle valute virtuali le quali non necessitano di una banca centrale o un organo del genere che le regoli ma viaggiano semplicemente attraverso la rete.
Monete come Ethereum, Bitcoin e Ripple non sono altro che il frutto di complessi algoritmi generati da sviluppatori in tutto il mondo praticamente a loro piacimento.
Tuttavia c’è da dire che, nonostante si parli di una valuta, le cryptovalute attualmente sono utilizzate più che altro come bene sul quale investire in attesa di un aumento di valore futuro piuttosto che come vero e proprio sistema di pagamento.
A mettere in guardia da questo mercato definito opaco dagli esperti in virtù della chiarezza non sempre impeccabile ci ha pensato però Stefano Capaccioli, Presidente di Assob.it associazione nata in Italia per promuovere lo sviluppo del Bitcoin, il quale ha dichiarato: “Non è tutto oro quel che luccica. La maggior parte di queste monete non vale niente. Le uniche degne di nota sono il Bitcoin, l’Ethereum, il Ripple e se proprio vogliamo il Bitcoin Cash nato da poco”.
Transazioni ed utilizzo pratico
Analizzando le diverse caratteristiche di queste cryptovalute la domanda sorge spontanea: è possibile eseguire transazioni utilizzando moneta virtuale? La risposta teoricamente è si in quanto queste valute nascono proprio per affiancarsi a quelle che sono le valute “fisiche”.
Tuttavia c’è da precisare che queste non essendo controllate da una banca centrale o da qualsiasi altro ente di questo tipo sono soggette al mercato, il quale può subire delle grosse variazioni sul medio e lungo termine.
In questo modo, se ad esempio i salari fossero pagati in Bitcoin o Ethereum, i dipendenti potrebbero vedere i loro risparmi divenire carta straccia nel giro di qualche anno se il mercato dovesse subire dei ribassi.
In alcuni Paesi come ad esempio il Giappone però, la moneta virtuale è utilizzata quotidianamente per acquisti e scambi anche se è convertita immediatamente nella valuta locale per evitare brutte sorprese.
Ethereum lo smart contract
Come più volte ribadito una delle cryptovalute più importanti e di valore è Ethereum salita alla ribalta proprio nel corso degli ultimi anni. Di questa valuta si può tranquillamente affermare che sia anche la più interessante proprio in virtù delle caratteristiche che presenta.
Nel caso di Ethereum infatti più che di valuta virtuale tradizionale si parla di smart contract. Essa infatti è da considerare come un protocollo utilizzabile per diverse tipologie di scambi o contratti, utilizzata dalle aziende come sistema di validazione per certificare le caratteristiche di un prodotto e non solo.
Secondo quanto dichiarato da Leonardo Pedretti, Presidente dell’associazione Ethereum Italia: “Questa cryptovaluta non nasce come antagonista ai sistemi tradizionali di pagamento. Essa si presenta come una specie di mercato dei capitali: un Nasdaq più veloce che permette alle imprese hi-tech di finanziarsi. Ci sono aziende tecnologiche che hanno raccolto un miliardo di dollari in meno di due anni con la quotazione sulla piattaforma Ethereum.”