© 2000-2023 - Enkey Magazine - Tutti i diritti riservati
ENKEY SNC - P.IVA IT03202450924 / Cod. REA CA253701 - Tel. 078162719
Quello dei video in autoplay è uno dei “problemi” moderni che preoccupa di più gli utenti, ormai sempre più connessi. La causa principale di queste preoccupazioni risiede senza dubbio nel consumo di traffico mobile il quale, proprio con la riproduzione dei video, scende in maniera vertiginosa.
Proprio per questo Google Chrome ha deciso di andare incontro ai tanti utenti dando un taglio definitivo alla riproduzione automatica dei video. In questo modo dovrebbe essere garantito un consumo in termini di Gigabyte decisamente minore e più facilmente controllabile.
Novità ed obiettivi
L’obiettivo di Google Chrome come detto, oltre ad essere quello di limitare il consumo di Giga sarà anche incentrato su una minore perdita di tempo da parte degli utenti. E’ risaputo infatti che la continua riproduzione automatica di video porta ad una considerevole perdita d’attenzione e di tempo prezioso.
A questo proposito saranno diverse le novità introdotte da Big G che mireranno a risolvere una volta per tutte questa questione e a dare un apporto fondamentale ai milioni di utilizzatori della piattaforma in tutto il mondo.
In particolare ciò che cambieranno saranno i criteri di giudizio relativi ai video i quali non si baseranno più su normative e regole generali ma seguiranno uno schema ben più preciso.
Google infatti bloccherà la riproduzione automatica dei video in maniera categorica a meno che essi non siano già silenziati di default, non contengano alcuna traccia audio o nel caso in cui l’utente abbia mostrato interesse per quel contenuto specifico (cliccando “Like” ad esempio).
In questo modo sarà garantita una selezione dei contenuti abbastanza importante che permetterà di visionare solo contenuti di reale interesse evitando, in sostanza, l’80% dei restanti.
Le dichiarazioni
Secondo alcune indiscrezioni trapelate da un po’ di tempo a questa parte le novità di Google Chrome saranno attive già a partire da Gennaio 2018 e il nuovo sistema operativo sarà nominato Chrome 64.
Secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori la piattaforma permetterà inoltre agli utenti di poter personalizzare al massimo i propri contenuti selezionando ed indicando in prima persona quali voler visionare e quali al contrario scartare a priori.
Nello specifico le parole sono state: “Gli utenti guardano ed ascoltano sul web numerosi contenuti e l’autoplay può aiutare a rendere la fruizione più veloce e facile. Tuttavia, una delle preoccupazioni più frequenti delle persone è la riproduzione inaspettata dei contenuti, che può utilizzare dati, consumare energia e disturbare la navigazione. Per risolvere questo problema Chrome renderà l’autoplay più coerente con le aspettative dell’utente e darà agli utenti più controllo sull’audio”.
Una rivoluzione che cambierà quasi del tutto quella che è la concezione di riproduzione e che, con ogni probabilità, avrà un’incidenza particolare anche sulle tipologie di contenuti proposti online.
Pubblicità e conseguenze
Se ci si ferma un secondo a riflettere, inoltre, tutta la questione legata a Google Chrome e alla riproduzione automatica potrebbe avere delle conseguenze anche su quello che è il mercato e la pubblicità in generale.
In effetti con un cambiamento così “radicale” di quello che è il concetto di auto play saranno influenzati senza dubbio anche tantissimi altri settori i quali godono di una luce riflessa non da poco.
Basta pensare che Chrome è uno dei sistemi più utilizzati al mondo e che offre probabilmente le funzioni migliori. Secondo NetMarketShare è utilizzato da quasi 6 dispositivi su 10 tra smartphone, laptop e tablet.
Si capisce bene che questo cambiamento influenzerà pertanto una grossa fetta di mercato la quale, volgarmente parlando, è quella che produce la maggior fetta di guadagno anche per coloro che si occupano di pubblicità ed affini.
Insomma non resta che aspettare e vedere effettivamente il mercato che direzione prenderà e in che modo le diverse aziende si adatteranno a queste modifiche.