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Haumea è un pianeta del sistema solare individuato per la prima volta da un gruppo di ricercatori nel 2004. La definizione dell’esatto profilo del pianeta, però, è stata oggetto di studi per diversi anni fino al momento di svolta, avvenuto nel 2017.
La notte del 21 gennaio 2017, infatti, Haumea ha eclissato una stella di sfondo per un intervallo di pochi minuti nel corso del suo moto orbitale. Questa eclissi ha rappresentato per gli scienziati un’opportunità unica. Grazie all’osservazione avvenuta in diversi luoghi della Terra, infatti, è stato possibile ricostruire il profilo di Haumea definendone le dimensioni reali.
Questo particolare avvenimento in astronomia si definisce occultazione, ovvero la possibilità di prevedere l’istante esatto in cui un pianeta maschera una fonte luminosa di fondo. Questo fenomeno, se osservato da punti differenti della Terra, può essere sfruttato per definire la dimensione di un pianeta.
Sono bastati meno di due minuti, 113 secondi per la precisione, per permettere agli astronomi di carpire informazioni preziose sulle regioni più esterne del Sistema Solare.
Haumea è classificato dagli scienziati come pianeta “transnettuniano” ovvero un corpo celeste la cui distanza dal sole è oltre quella di Nettuno. In quella porzione del sistema solare vagano le briciole avanzate dalla formazione dei pianeti che orbitano attorno al Sole e l’analisi di esse permette di trarre informazioni importanti sulla formazione del sistema solare stesso.
L’occultazione è stata osservata contemporaneamente da una rete di 12 osservatori europei, tra cui il telescopio Copernico da 1,82m che si trova nell’Osservatorio Astrofisico di Asiago. L’osservazione è stata guidata da un’equipe di astronomi spagnoli capitanati da José Louis Ortiz. All’evento ha partecipato, infatti, anche un team di scienziati dell’Università di Padova composto da Valentina Granata, Valerio Nascimbeni e Francesco Marzari. Conosciuto da tempo, Haumea non era ancora stato definito nel dettaglio e proprio uno studio del team di osservazione ha contribuito a saperne di più. Lo studio adesso è su Nature, è stato guidato all’Istituto di Astrofisica dell’Andalusia.
Haumea è conosciuto anche come il “pianeta nano” e porta il nome della divinità hawaiana della fertilità.
Grazie all’occultazione si sono raccolti indizi preziosi sul pianeta. Haumea è più grande e meno denso di quanto si pensasse ed è circondato da un anello di detriti composti da ghiaccio, proprio come Saturno. Haumea presenta una forma allungata e orbita a 7,5 miliardi di chilometri dal Sole pari a 50 volte la distanza tra la Terra e la nostra stella.
Sono noti da tempo ben oltre 1200 oggetti trasnettuniani ma Haumea è il primo pianeta dotato di un anello che lo circonda.
Il pianeta nano ruota come una trottola: compie un giro in meno di 4 ore ma per un’orbita attorno al Sole impiega 281 anni. L’asse maggiore del pianeta nano è almeno il 20 per cento più grande di quanto sospettato, circa 2320 chilometri invece di 1960, quasi come i 2375 di Plutone che però è rotondo e non ovale.
Molti sono ancora i punti di domanda che riguardano Haumea, la sua genesi e le sue caratteristiche.
“Un corpo con simili dimensioni e densità, che ruota così velocemente, non può possedere una struttura abbastanza omogenea come invece si credeva. Avrà al suo interno strati di differente composizione o delle cavità? Perché la sua gravità gli consente di avere un anello ma non un’atmosfera, come Plutone che ha dimensioni e densità paragonabili ma non ha un anello? E come mai Haumea ruota più rapidamente di qualsiasi altro corpo nel Sistema Solare con dimensione superiore a 100 km? Non abbiamo ancora risposte a queste domande, ma dopo il nostro studio la comunità scientifica sa che deve porsele” afferma Valerio Nascimbeni, lo scienziato italiano coinvolto.