Le serie TV ormai hanno catturato l’attenzione del grande pubblico… ne esistono di tutte le tipologie!
La qualità realizzativa, inoltre, a livello di sceneggiatura, fotografia e storytelling delle avventure dei protagonisti è in costante aumento e, soprattutto per le serie TV di matrice anglosassone, non ha niente da invidiare ai film colossal.
Le serie TV si diffondono tra gli appassionati seguendo delle mode e dei fenomeni inarrestabili. In queste settimane è il turno di Stranger Things, ora su Netflix con la seconda serie.
Il tema non è di poco conto: se dovessimo, infatti, fare una classifica delle serie TV che nel 2017 hanno maggiormente coinvolto l’attenzione degli spettatori, Stranger Things si ergerebbe indiscutibilmente in vetta alla classifica.
Un successo nato dal passaparola
Mentre l’attenzione per altri nomi scemava dopo qualche mese, la fama della serie Netflix creata dai fratelli Duffer si è accresciuta col tempo tramite il passaparola degli appassionati e grazie alla sua particolare estetica.
Stranger Things, infatti, rappresenta una rievocazione e un richiamo di tutto ciò che ha reso cult gli anni ’80 nella cultura pop tra cinema, musica e videogiochi. La serie TV racconta la storia di Undici e della sua gang di nerd che ha appassionato milioni di seguaci del piccolo schermo.
L’uscita della seconda stagione avvenuta il 27 Ottobre, quindi, è stata accompagnata da aspettative molto elevate da parte del pubblico. I registi, i fratelli Duffer, come avrebbero potuto ripetere il successo della scorsa estate e non deludere i fan del Sottosopra sparsi in tutto il mondo?
Possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato anche questa seconda volta e che il fenomeno Stanger Things è ben lontano dallo spegnersi. Netflix non ha confermato i dati, ma secondo Nielsen, il primo episodio è stato guardato nei primi tre giorni da quasi 16 milioni di americani.
I creatori dello show non avevano un compito facile, soprattutto considerate le aspettative altissime: se il numero di seguaci è tuttora alto, va detto oggettivamente, però, che parte dell’originalità della prima stagione è andata persa.
Vi è da dire che più che a un nuovo capitolo di una serie televisiva sembra di assistere ad un sequel cinematografico vecchio stampo caratterizzato dalla presenza di nuovi personaggi che vivono vicende diverse.
La sorpresa più azzeccata della seconda serie?
Sicuramente la presenza di Sean Astin nel ruolo di Bob, il fidanzato di Joyce. Sean Astin, infatti, era uno dei protagonisti dei Goonies, il film d’avventura per ragazzi (e non solo…) più amato degli anni ’90.
Gli elementi che, invece, stanno scontentando maggiormente gli appassionati seguaci?
Il poco riuscito personaggi di Billy, la separazione di Undici da gruppo, il personaggio di Mike poco carismatico rispetto alla prima stagione e il criticato episodio 7.
Un punto di forza di tutto rispetto della serie?
Sicuramente il fatto che l’effetto nostalgia della serie nasconde in realtà una produzione di altissimo livello tecnologico. Dietro ogni inquadratura, infatti, c’è una produzione iper tecnologica. Se è vero che le riprese sono fatte con uno stile che imita quello degli anni Ottanta, riproducendo movimenti di camera e uso di lenti, in realtà la regia è hi-tech al 100%: per realizzare i nuovi episodi è stato introdotto anche l’uso di droni.
Tim Ives è direttore della fotografia di Stranger Thngs: è noto al grande pubblico e agli addetti ai lavori per aver lavorato in Mr. Robot e House of Cards. La telecamera utilizzata è una Red Weapon 8K S35, una videocamera che permette di arrivare a 8192 x 4320 pixel. Essa rappresenta un upgrade rispetto alla strumentazione usata per la prima stagione che registrava in 6K.
Va sottolineato, comunque, che Netflix attualmente trasmette in 4K: Stranger Things è stato, quindi, realizzato con una tecnologia e una resa superiori a quanto necessario. I produttori e i registi probabilmente hanno voluto prepararsi al futuro…