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Whatsapp è senza ombra di dubbio l’applicazione di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo che conta attualmente miliardi di utenti in ogni angolo del globo. Grazie alle sue caratteristiche (rapidità, semplicità e utilità) ha ben presto scalato le vette del successo arrivando ad essere acquistata da un genio della comunicazione online come Mark Zuckerberg.
Ma così come dietro Facebook c’è una mente geniale anche dietro Whatsapp si nasconde un piccolo genio il quale ha però una storia davvero singolare.
Andiamo insieme a ripercorrere la sua vita e le scelte che lo hanno portato a diventare miliardario.
L’Ucraina, il freddo e la fame
Per chi non lo sapesse l’inventore di Whatsapp si chiama Jan Koum ed è nato a Kiev in Ucraina in condizioni di povertà a dir poco estreme. Il piccolo Jan infatti vive in una casa senza acqua corrente o riscaldamenti in un Paese dove le temperature d’inverno raggiungono anche i -20 gradi senza alcun problema.
Le condizioni estreme a scuola non sono tanto migliori in quanto i bambini sono costretti a fare la fila nel cortile per andare in bagno in quanto, il bagno esterno, è l’unico presente in tutta la scuola.
Non proprio una situazione idilliaca insomma dove crescere diviene una sfida giornaliera contro malnutrizione, freddo e il pericolo costante di non farcela.
L’Ucraina di quel periodo vige in una situazione di controllo totale da parte delle autorità e come lo stesso Koum dichiarerà qualche anno più tardi: “Tutto era così chiuso. Non avevi bisogno di leggere 1984 perché lo stavi vivendo”.
La svolta
La svolta avviene qualche anno più tardi quando il futuro inventore di Whatsapp compie 16 anni. La madre infatti decide di lasciare l’Ucraina e di partire per l’America alla ricerca di condizioni migliori ed un futuro per suo figlio, il padre costruttore edile al contrario decide di restare in patria per continuare la sua attività.
Nonostante le condizioni siamo migliorate (Jan lucida il pavimento di un negozio mentre la madre fa la babysitter) sbarcare il lunario è comunque difficile e per questo spesso gli aiuti governativi si rivelano fondamentali in particolare dei buoni pasto che i due ritirano presso un ufficio dei servizi sociali in North County.
A scuola il ragazzo non è un genio, si diploma a malapena e comincia da autodidatta a studiare informatica imparando in breve tempo a programmare.
Nel frattempo trova un altro impiego come addetto alla sicurezza ma il futuro aveva in serbo per lui cose molto più grandi.
L’arrivo a Yahoo e l’intuizione
Grazie al ritrovamento di una vecchia amicizia (Brian Acton) Koum ha la possibilità di aprire uno spiraglio importante nella sua vita. Acton infatti lavora con Yahoo e vede nel futuro inventore di Whatsapp un potenziale genio da poter sfruttare.
Proprio per questo appoggia la sua assunzione in azienda e così Jan inizia a collaborare prima part-time e successivamente a tutti gli effetti con il suo vecchio amico.
Tuttavia dopo ben 9 anni i due sentono di voler dar vita a qualcosa di proprio e comprendono che il mondo legato alla pubblicità e a quanto trattato con Yahoo non gli appartiene del tutto, così decidono di dare le dimissioni e di tentare una nuova strada tutta personale.
Fanno domanda per lavorare con Facebook ma vengono scartati (ironia della sorte) e dando uno sguardo all’App Store, dove iniziavano ad essere lanciate le prime applicazioni, comprendono che quel canale potrebbe essere quello giusto.
L’idea di Whatsapp gli viene quasi in maniera casuale e, anche se non se ne rende ancora completamente conto, Jan sa che potrebbe valere miliardi di Dollari. Inizia a cercare fondi per dar vita alla sua idea e i primi soldi arrivano da ex colleghi di Yahoo e amici convinti delle sue potenzialità.
I primi 250 mila download gli danno ragione ed in numeri sempre crescenti confermano che ha fatto Bingo. Nel 2014 l’incontro con Zukerberg il quale gli mette sul tavolo un’offerta da capogiro : 20 Miliardi di Dollari per acquistare l’app.
Koum dopo un periodo di riflessione decide di accettare e di sottoscrivere l’accordo con il papà di Facebook davanti ad un edificio bianco ora ormai in disuso: quello dei servizi sociali dove lui e la madre ritiravano i buoni pasto, il cerchio si è finalmente chiuso.