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Net Neutrality: ecco come cambierà l’uso della rete in America

Negli ultimi giorni si è scatenato un vero e proprio putiferio a causa dell’abolizione della “Net Neutrality” da parte della Federal Communication Commission (FCC), l’autorità americana per le telecomunicazioni. A seguito di una riunione tenutasi nella giornata di giovedì, quest’ultima ha cancellato le modifiche approvate dalla vecchia presidenza Obama ed ha permesso al popolo americano di bersagliare, ancora una volta, Donald Trump, reo di aver approvato il provvedimento.

Al momento tali disposizioni rimangono limitate al panorama degli States, ma la paura generale è che questo polverone possa sollevarsi anche in Europa, e di conseguenza in Italia. Nel nostro articolo, dunque, abbiamo deciso di fare chiarezza sulla Net Neutrality e sulle implicazioni negative della sua abolizione.

Net Neutrality: la fine della democrazia in rete?

La terminologia “net neutrality” fu introdotta nel 2002 da Tim Wu, docente di legge presso la Columbia Law School di New York, ed ha garantito fino ad oggi che tutti i provider si comportassero in maniera omogenea, senza alcun favoritismo relativo alla fruizione di contenuti. Come ben sappiamo, il provider è un gestore che permette agli utenti di collegarsi mediante i propri servizi ad un centro dati e di conseguenza connettersi a qualsiasi sito web nel mondo. L’abolizione della net neutrality apre le porte al dominio della società, costringendo il provider a rallentare la connessione a un sito oppure bloccarlo del tutto. Per fare un esempio pratico, è come se si dovesse pagare una quota mensile per guardare video su Youtube oppure usufruire dei principali social network come Facebook ed Instagram, che invece hanno fatto della gratuità il proprio mantra. A perdere non saranno solo gli utenti, ma anche le società internet più piccole che non riescono a garantire un compenso adeguato per il traffico e quelle startup che non potranno sperimentare nuovi servizi in rete, come invece avevano fatto in passato Google ed Amazon. Questi ultimi, infatti sono riusciti a partire da zero e a divenire dei colossi della tecnologia soprattutto grazie all’accesso paritario alla rete. Le speranze degli americani sono adesso riversate in un intervento del Congresso, che possa riportare la situazione nella norma, a un Internet senza discriminazioni, anche con l’appoggio di parlamentari e senatori repubblicani. In questo immenso dibattito politico ed ideologico si è inserito anche Mark Hamill, il mitico Luke Skywalker di Star Wars, che ha bellamente preso in giro Ajit Pai, l’avvocato repubblicano di origine indiana messo da Donald Trump alla guida della Federal Communications Commision, non considerandolo idoneo a brandire una spada laser. Ecco il link del battibecco tra i due:

https://twitter.com/HamillHimself/status/941984701085925376

Net Neutrality: cosa accadrà in Italia?

L’abolizione della net neutrality non è passata inosservata nel paese nostrano e la presidente della camera Laura Boldrini ha definito l’avvenimento grave e spiacevole, ricordando che in Italia è in vigore dal 2015 la Dichiarazione dei Diritti di Internet, 14 articoli che disciplinano il rapporto tra cittadini e accesso alla rete. Internet, dunque, rimane assolutamente un bene da preservare a tutti i costi:

Vi ricordiamo, inoltre, che lo scorso aprile il Parlamento ha votato un regolamento sulle telecomunicazioni che, oltre ad avere eliminato il roaming per la telefonia mobile nei Paesi dell’Unione, ha anche previsto più garanzie per la neutralità della rete. Il Parlamento europeo si è schierato dunque a favore del mantenimento della net neutrality, respingendo le pressioni degli operatori Internet, che vorrebbero modulare il traffico online a loro favore. Qwant, un motore di ricerca europeo fornito dall’omonima società francese, ha sempre difeso il principio di un Internet neutrale, rispettoso dei diritti fondamentali, ed ha chiesto alla comunità Internet europea di fare della net neutrality in Europa un’assoluta regola aurea. È imperativo che questo principio sia concepito come valore costituzionale e che di conseguenza sia rispettato come tale. L’Europa deve essere da esempio per il mondo intero, deve resistere e far fronte alla pressione che, sicuramente, diventerà sempre più forte.

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