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I Bitcoin sono diventati ormai il trend topic di numerosissime discussioni e analisi sul web.
Fregatura? Bolla economica? Fenomeno momentaneo?
Sta di fatto che la moneta virtuale è salita agli onori delle cronache come mezzo ideale per fare fortuna e diventare milionari.
Ovviamente i big player del mercato web non potevano stare a guardare e non approfittare di un fenomeno di moda di tale portata e soprattutto da un potenziale valore così cospicuo, grazie anche all’interesse suscitato in milioni di utenti.
È trapelata proprio in questi giorni la notizia che vede Apple protagonista del deposito di un brevetto specifico per una blockchain.
Ma cos’è e come funziona la blockchain?
È un database distribuito che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e chiunque può prelevarlo dal web, diventando così un nodo della rete. In altre parole è il libro contabile in cui sono registrate tutte le transazioni fatte in Bitcoin dal 2009 ad oggi, transazioni rese possibili dall’approvazione del 50%+1 dei nodi. Un sistema di verifica aperto che non ha bisogno del benestare delle banche per l’effettuazione di una transazione.
All’interno del libro mastro decentralizzato infatti ogni transazione che avviene viene verificata e approvata dal consenso dei partecipanti. Un meccanismo di trasparenza nel quale ognuno dei nodi ha accesso ai dati degli altri, e questo aumenta il livello di sicurezza del sistema.
Chi segue da vicino il mercato delle criptovalute sa che la blockchain è la tecnologia sottostante buona parte delle monete virtuali, prima fra tutte proprio il Bitcoin con cui è stata inventata.
Cosa significa tutto ciò? Che Apple potrebbe avere in cantiere il progetto di creare il proprio Bitcoin.
Apple punta ad avere la propria moneta?
L’azienda di Cupertino, infatti, avrebbe recentemente presentato una nuova domanda di brevetto che utilizzerebbe la blockchain all’interno di un sistema prospettico per la creazione e la verifica dei timestamp. Il timestamp non è altro che la marcatura temporale di un determinato evento accaduto sul web: una sequenza di caratteri che viene usata nel campo informatico per rappresentare e uniformare date e orari.
L’applicazione di Apple descrive tre possibili metodi per certificare i timestamp, con uno di questi scenari proprio incentrato su una piattaforma blockchain. Esiste un caso d’uso in questione in cui i dati memorizzati coinvolgono il collegamento di un’informazione a una particolare transazione su una blockchain, stabilendo lo stato di tali dati in un determinato momento.
Il programma genererebbe un blocco contenente un timestamp; ogni blocco successivo verrebbe aggiunto solo una volta che tutti i “minatori” attivi sulla blockchain hanno verificato ogni transazione condotta sulla catena. Questo sistema è parte di ciò che Apple chiama “architettura multi-controllo”, il che significa che un altro sistema confermerebbe il timestamp dopo che il blocco è stato generato, ma prima che venga aggiunto alla catena.
L’obiettivo finale di questa tecnologia?
Rendere le criptovalute più sicure e ridurre drasticamente il numero di frodi. Apple sta concentrando, infatti, i suoi sforzi per trovare soluzioni in grado di rendere più sicuro lo scambio di dati e di transazioni all’interno della rete.
Nel caso specifico, l’uso della tecnologia studiata da Apple ha una duplice valenza: consente di mantenere il tempo corretto in modo permanente, e protegge la Rete da episodi di corruzioni, se un singolo nodo fosse compromesso da malintenzionati.
Il brevetto è stato deposito dall’azienda di Cupertino presso l’United States Patent and Trademark Office.
Grazie a questa blockchain Apple potrebbe anche decidere di lanciare un equivalente del bitcoin, ma non è detto che l’azienda decida di farlo.
A prescindere da cosa accadrà realmente l’elemento più degno di nota è l’attenzione di un’azienda importante come Apple nei confronti della possibilità di crescita della tecnologia delle criptovalute e dei relativi benefici che ne possono derivare.