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Rivoluzione nel mondo dei pagamenti: da qualche giorno si sperimenta un sistema biometrico in un campus universitario a Londra. Il test in corso ha dell’incredibile: i pagamenti potrebbero avvenire attraverso le vene.
Proprio così: presto potremmo essere davvero “svenati” dallo shopping on line e non solo.
Riconoscimento del viso e impronte digitali? Il passato!
In futuro tra i sistemi biometrici utilizzati per autorizzare i pagamenti potrebbe essere usato anche quello che riconosce le vene.
Nello specifico, il sistema allo studio a Londra dovrebbe essere in grado di rilevare l’intreccio unico di capillari rilevabile dal dito di una persona.
Il nome del sistema in analisi è Fingopay ed è al momento testato in un negozio presso la Brunel University.
La nuova tecnologia è stata sviluppata da Hitachi insieme alla compagnia Sthaler specializzata nei pagamenti.
Il lettore elettronico mappa le vene dal dito dell’utente e genera una chiave unica di riconoscimento, associata a una carta di debito o credito dalla quale vengono scalati gli importi delle transazioni così autorizzate. In questo modo, una volta effettuata la registrazione al database di Fingopay, gli utenti non dovranno far altro che inserire il dito nell’apposito lettore per autorizzare la transazione.
Il sistema biometrico di Sthaler e Hitachi autentica le persone e autorizza i loro pagamenti analizzando il modello 3D delle vene al di sotto della punta delle loro dita.
Gli acquirenti possono collegare i propri conti o carte di credito al proprio account: tutti i dati personali vengono poi stoccati dal provider di pagamento Worldpay, lo stesso che in Inghilterra tiene sotto controllo l’archivio dei dati bancari sugli acquisti online.
Addio quindi a contanti, password, pin e carte di credito: per pagare basterà un dito
Il nuovo sistema biometrico è già stato testato con successo da oltre 2 mila clienti di un bar di Camden, vicino Londra. Ma visto che la tecnologia punta a intercettare le simpatie dei giovani consumatori, il team di Fingopay ha pensato di replicare i test all’interno di un supermarket nei pressi della Brunel University di Londra. In questo modo, come spiegato da un responsabile dell’ateneo, «gli studenti avranno la possibilità di muoversi nel campus senza contanti».
La sicurezza
La sicurezza è un altro degli elementi che sta molto a cuore agli sviluppatori di Fingopay.
«Il nostro schema delle vene è sicuro perché è mantenuto in un database in forma crittografata», ha spiegato Simon Binns, direttore commerciale di Sthaler. Non solo. Per scoraggiare qualsiasi malintenzionato, «una volta inserito il nostro dito nello scanner, una luce infrarossa eseguirà la scansione delle vene e controllerà il livello di emoglobina, cioè se il sangue sta fluendo nelle vene e, in sostanza, se siamo vivi», continua Binns.
Tanti e differenti i pareri a riguardo
L’analista informatico Graham Cluley è scettico: sostiene che il sistema non sia più sicuro di quello legato alle impronte digitali. Per l’ingegnere Alan Woodward dell’Università del Surrey, il fatto che il sangue debba fluire nelle vene è invece un elemento più difficilmente replicabile e in grado, quindi, di garantire il controllo esclusivo delle transazioni.
Sthaler sostiene infatti che la sua metodologia sia estremamente sicura. Il riconoscimento tramite impronte è già una realtà in Polonia, Turchia e Giappone, nonché in molti controlli di sicurezza, ma il brevetto di Sthaler promette qualcosa in più, oltre che essere il primo integrato totalmente in un negozio. La società starebbe provando a introdurla anche nelle palestre e nei club di Premier League, per selezionare il pubblico all’ingresso.
La tecnologia ci sorprende ogni giorno: la rapidità con cui vengono introdotte innovazioni mai pensate prima sta crescendo a dismisura.
Con tutte queste facilitazioni per gli shopper compulsivi diventerà sempre più difficile tenere al sicuro il proprio portafoglio.
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