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La guida autonoma è senza dubbio una delle novità più assolute del nostro tempo. Permetterà alle auto di essere semi o completamente autonome per quanto riguarda la partenza da un punto e l’arrivo ad un altro prestabilito.
L’autopilota però, nonostante rappresenti un qualcosa di totalmente innovativo, ha sempre generato non pochi dubbi riguardanti la sicurezza sia di chi è nell’abitacolo che di chi si trova all’esterno.
Vediamo meglio di cosa parliamo.
Reazione
Uno dei primi dubbi sollevati riguardo la guida autonoma è per quanto concerne la sicurezza e la reazione di questi sistemi in caso di pericolo imminente. Per intenderci: le auto con autopilota sono progettate per seguire un percorso prestabilito e condurre il “pilota” da un punto A ad un punto B.
Naturalmente nel tragitto sono presenti innumerevoli ostacoli e potenziali pericoli come incroci, passaggi di pedoni, sorpassi, precedenze ecc. I moderni sistemi tecnologici hanno permesso di affinare le caratteristiche di tali dispositivi in maniera tale da permettergli di riconoscere eventuali pericoli e reagire prontamente (frenando, rallentando o sterzando).
Tuttavia il dubbio maggiore riguarda la “reazione” di tali sistemi. In poche parole, un essere umano alla guida è in grado, in condizioni normali, di stabilire quale sia la migliore azione da compiere per non mettere in pericolo se stesso e chi lo circonda.
I sistemi automatici purtroppo non sempre, in quanto seguono schemi prestabiliti che non gli permettono di valutare ogni singola situazione in maniera distaccata. Proprio per questo dinanzi allo stesso pericolo reagiranno sempre allo stesso modo non considerando l’azione in particolare e le eventuali conseguenze.
Precisione ed interazione
Altro cruccio degli sviluppatori di guida autonoma è la precisione di questi sistemi e l’interazione con il pilota fisico presente nell’abitacolo.
Per comprendere meglio quanto detto è opportuno analizzare un caso reale avvenuto in Florida a maggio del 2016 che ha visto un uomo, Joshua Brown, perdere la vita a bordo della propria Tesla S a causa di un funzionamento poco preciso dei sistemi di bordo e della sua mancata attenzione.
In particolare la sua auto è stata completamente tranciata da un camion che la telecamera aveva scambiato per una porzione di cielo e, di conseguenza, non era stato segnalato come pericolo imminente.
Su questo punto si aprono diversi dibattiti. C’è chi sostiene infatti che i sistemi di bordo debbano essere molto più precisi per poter garantire la sicurezza al conducente mentre c’è anche chi ribatte che la presenza dell’uomo debba essere sempre costante.
A quanto pare infatti Brown al momento dell’impatto stava guardando un DvD mentre la sua auto procedeva a velocità sostenuta (oltre il limite secondo il camionista ma questo non è ancora stato verificato) lungo la carreggiata.
Secondo le prime dichiarazioni degli sviluppatori, i sistemi di frenata automatica sarebbero perfetti per quanto riguarda l’individuazione di ostacoli frontali e un po’ meno per quanto riguarda quelli laterali.
Proprio per questo il camion, il quale si apprestava a girare al momento dell’impatto, non è stato riconosciuto come un pericolo.
Naturalmente, però, se l’uomo fosse stato attento avrebbe potuto tranquillamente evitare la tragedia frenando personalmente.
Futuro e sviluppo
Di sicuro come abbiamo avuto modo di vedere lo sviluppo della guida autonoma è un argomento che suscita non poche polemiche al momento. Tuttavia, secondo quanto visto fino ad ora con aziende quali Tesla, le quali hanno compiuto passi da gigante in così poco tempo, è possibile immaginare che nel futuro più prossimo assisteremo a miglioramenti che permetteranno di rendere queste auto degli strumenti sicuri in grado di garantire l’incolumità di conducenti e passanti.
In questo modo il loro utilizzo potrà espandersi non più solo alla sfera privata ma anche a quella commerciale.
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