Ultimamente si sente parlare sempre più spesso dei dischi a stato solido, definiti anche SSD (dall’inglese Solid State Drive), e dei vantaggi che questi apporterebbero rispetto ai dischi tradizionali.
In particolare sempre più persone hanno iniziato ad installarli sui propri PC anche se non a tutti è del tutto chiaro di cosa si parli e quali siano le caratteristiche di questi dischi.
Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Cosa sono
I dischi a stato solido sono degli hard disk che potremmo definire “speciali” in quanto, rispetto ai dischi classici, utilizzano delle memorie flash. Tuttavia, a differenza di quanto pensano in molti, gli SSD non sono da considerare come un’evoluzione dell’hard disk classico quanto più che altro una tecnologia del tutto nuova che ha come obiettivi dei risultati completamente differenti rispetto ai dischi tradizionali.
Per comprendere meglio cosa vogliamo intendere è utile analizzare velocemente quelle che sono state le caratteristiche e “gli obiettivi” degli hard disk fino a questo momento.
In linea di massima i produttori di dischi rigidi hanno puntato sempre sulla grandezza di questi elementi e sulla capacità di archiviazione.
Proprio per questo si è passati da hard disk da pochi Mega fino a dispositivi in grado di immagazzinare Giga e addirittura Terabyte di memoria.
Lo scopo degli SSD invece non è propriamente questo. Più che sulla quantità infatti questi puntano sulla “qualità” la quale si traduce in sicurezza, velocità maggiore e un miglioramento generale delle prestazioni della macchina sulla quale sono installati.
Principali differenze
Come detto tra dischi rigidi tradizionali e dischi a stato solido esistono delle differenze ben marcate che non si traducono solo in quelle che sono le prestazioni della macchina. In particolare le differenze possono evidenziarsi anche proprio a livello strutturale.
In primis c’è da dire che a differenza di quelli classici gli SSD non presentano parti meccaniche come testine o piatti magnetici di rotazione. Questa caratteristica permette loro di essere molto più resistenti in quanto i danni in caso di caduta sono decisamente ridotti.
La rimozione delle componenti meccaniche è stata resa possibile anche grazie all’esistenza dei ben più noti connettori SATA i quali, secondo gli standard odierni, sono compatibili praticamente con qualsiasi scheda madre ed è proprio grazie a loro che si deve l’input che ha portato ad incrementare le prestazioni dei dischi rigidi fino a renderli simili a dei moduli di memoria, come per l’appunto, i dischi a stato solido.
Tuttavia c’è da dire anche che gli SSD hanno un limite per quanto riguarda la durata temporale. La “vita” di un disco di questo genere è infatti stimata intorno ai 5-6 anni.
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Quale scegliere
Dopo aver analizzato e compreso il funzionamento dei dischi a stato solido è lecito chiedersi quale delle due soluzioni (SSD/dischi tradizionali) convenga acquistare.
Prima di dare un verdetto c’è però da dire che gli SSD nel corso degli anni hanno assistito ad un processo di sviluppo e perfezionamento che ha permesso di migliorarne ulteriormente le prestazioni andando ad eliminare possibili complicazioni.
Questo li ha resi compatibili praticamente con qualsiasi tipo di dispositivo e scheda madre con prestazioni sempre stabili ed ottimali.
Per comprendere quale tipo di disco acquistare è fondamentale considerare non solo le caratteristiche del disco in se ma anche le proprie esigenze.
Come detto i dischi tradizionali sono sistemi che puntano molto sullo spazio di archiviazione e, proprio per questo, il loro acquisto è consigliato a chi ha come unico interesse proprio quello.
Se invece si è interessati a garantire delle ottime prestazioni alla propria macchina e ad una velocità di esecuzione decisamente maggiore, gli SSD risultano essere senza dubbio la scelta più corretta.
Questo tipo di disco infatti è consigliato praticamente per qualsiasi dispositivo ed è in grado di garantire risultati davvero molto interessanti.
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