Dopo un’annata strepitosa che ha segnato il record di acquisti da parte degli utenti abbonati al servizio Prime, Amazon continua la sua forte espansione nel settore della domotica grazie all’acquisizione di Blink, azienda che si occupa della realizzazione di dispositivi per la sorveglianza domestica. L’accordo è stato siglato sul finire di dicembre dello scorso anno, ma i dettagli ufficiali emergono in rete soltanto adesso.
Un accordo plurimilionario per il futuro della domotica
Stando a quanto riportato da alcune fonti interne, l’accordo sarebbe costato alla Compagnia di Jeff Bezos ben 90 milioni di dollari, cifra ingente ma ben rapportata alle conseguenze che ne potrebbero derivare. Amazon, infatti, ha intenzione di sfruttare i chip prodotti dalla startup al fine di ottimizzare i consumi energetici dei suoi più importanti device come la Cloud Cam e tutta la gamma di diffusori Echo, ma anche per la realizzazione di futuri device. Tutto ciò, inoltre, migliorerebbe notevolmente il servizio Amazon Key, attualmente disponibile solo negli USA, rendendolo ancora più comodo e sicuro. I chip prodotti da Blink sono economici da produrre e caratterizzati da consumi ridottissimi, tant’è che le webcam della startup non sono alimentate a corrente bensì a batteria, garantendo un autonomia di circa due anni. Il design proprietario della soluzione Blink consentirebbe ad Amazon di avere un ulteriore vantaggio sulla concorrenza che avrebbe vita difficile nel tentare di copiarne le caratteristiche per realizzare prodotti equivalenti. L’integrazione verticale, inoltre, consentirebbe una miglior economia di scala per la Compagnia americana, che potrebbe utilizzare lo stesso chip anche in diversi altri prodotti. L’acquisizione di Blink potrebbe dunque rappresentare per il colosso statunitense il tassello che va a completare il puzzle della sua espansione.
Dietro Blink c’è una società, chiamata Immedia Semiconductor, specializzata proprio nella realizzazione di chip per videocamere che, inizialmente, erano stati pensati principalmente per sistemi di videoconferenza da implementare nei laptop. Questa idea non andò in porto ma consenti la successiva nascita, nel 2016, degli attuali prodotti Blink. I modelli in commercio sono due e si differenziano esclusivamente per l’ambito di utilizzo. Uno è stato pensato esclusivamente per ambienti interni, l’altro è impermeabile, quindi installabile facilmente anche fuori casa. Amazon attraverso questa acquisizione potrà inoltre ridurre notevolmente i costi di produzione, visto che non dovrà appoggiarsi ad intermediari per la fornitura dei chip interni.
Amazon sorpassa Microsoft
Sempre per restare in tema Amazon, dalla chiusura dei mercati di ieri è emerso che il colosso dell’ecommerce fondato da Jeff Bezos ha segnato quota 699,2 trilioni di dollari, superando addirittura Microsoft. Nella classifica delle società a maggiore capitalizzazione di mercato ora, prima di Amazon, spiccano soltanto Apple e Alphabet. Non è stato sufficiente a Microsoft un rialzo dell’1,6% poiché il titolo di Amazon ha segnato un aumento del 2,6 %, confermando che il patron della Compagnia sia l’uomo più ricco del mondo, superando anche Bill Gates. A tutto questo si aggiunge il fatto che Bezos abbia deciso di stringere un accordo con la seconda banca americana per numero di client, Bank of America (BofA), allo scopo di erogare denaro alle piccole aziende che già vendono prodotti o servizi attraverso il canale di e-commerce.
La strategia prevede l’erogazione di prestiti compresi tra i mille e i 750milia dollari a piccole aziende, concedendo fino a un anno di tempo per la restituzione e con tassi che possono variare dal 6% al 14%. Secondo i media americani il coinvolgimento di BofA è iniziato a ottobre 2016 con una credit facility da 500 milioni di dollari. La facility ora è aumentata a 600 milioni, un traguardo davvero interessante. E dopo che Ross Sandler, analista di Barclays, ha asserito che Amazon potrebbe tranquillamente raggiungere il fatturato di 100 miliardi di dollari entro l’anno, la domanda sorge spontanea: ci sarà qualche competitor in grado di contrastare il colosso di Bezos o stiamo assistendo ad un vero e proprio monopolio dell’e-commerce? Ai posteri l’ardua sentenza.
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