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Ormai l’età per entrare nell’era tecnologica si è abbassata a tal punto che non ci sorprendiamo più se un bambino impara prima a tenere in mano uno smartphone che a camminare. Ormai nasciamo in un mondo dove stare lontani dalla tecnologia è pressoché impossibile, dobbiamo solo insegnare ad i più piccoli a conviverci nel modo più giusto.
Per i primi due anni niente tecnologia
I primi due anni di vita per un bambino sono i più importanti, non solo apprende il linguaggio e migliora i movimenti, inizia a sviluppare interazioni sociali che formeranno il suo carattere per tutta la vita. È per questo motivo che sarebbe meglio tenere lontani i più piccoli dalla tecnologia per questo periodo. Già dai 18 mesi, però, è possibile iniziarli al mondo tecnologico, sono innumerevoli, infatti, le app didattiche per i più piccoli, ma senza esagerare, un paio di ore al giorno sono più che sufficienti. Il tablet non deve essere un muro per il mondo reale, ma un valido insegnante di vita. Dobbiamo incentivare le interazioni sociali con gli altri, soprattutto con i loro coetanei, lasciarli sporcare e sbucciarsi le ginocchia, e solo dopo che avranno conosciuto il mondo reale potranno rilassarsi davanti ad uno schermo, piccolo o grande che sia.
Pro e contro
Un uso precoce ed eccessivo della tecnologia da parte dei più piccoli comporta diversi rischi, quali l’isolamento psicologico, la creazione di un mondo parallelo, la distorsione della realtà, ma anche problemi fisici, quali un calo della vista, scarsa attività fisica, indebolimento della spina dorsale, causata da una postura sbagliata, senza contare il discorso economico. Inoltre, non meno importante delle altre, non è affatto da sottovalutare una possibile dipendenza tecnologica da parte dei più piccoli. Al contrario, anche se spesso si demonizzano tablet e smartphone, questi hanno anche diversi aspetti positivi, usati a tempo debito e senza strafare. È infatti incontestabile il fatto che i più piccoli sono notevolmente più intelligenti delle generazioni precedenti, l’uso della tecnologia gli permette infatti di sviluppare doti cognitive fuori dal comune. Saper gestire un tablet o uno smartphone gli permette anche di riuscire a gestire meglio le informazioni nel proprio cervello. La globalizzazione che si ha con l’interazione tecnologica, inoltre, dona ai bambini qualcosa che le generazioni precedenti non sempre avevano la possibilità di scoprire, la conoscenza del mondo, delle altre culture e delle altre lingue, abbattendo i confini ed avvicinandoci sempre più alla consapevolezza di essere una sola razza su un unico pianeta.
La tecnologia didattica
È incredibile pensare che solo un paio di decenni fa a scuola non c’era nemmeno un computer. Oggi l’informatica è tra le principali materie, già alle elementari, imparando così a scoprirla e a gestirla, non solo tra le mura scolastiche, ma anche a casa. I libri didattici e non solo si stanno pian piano spostando dal cartaceo al digitale, e, seppur la bellezza di sfogliare le pagine di un libro è incomparabile, questo porta notevoli vantaggi, come non dover più caricarsi sulle spalle il “peso della cultura” ed avere sempre a portare di mano un numero infinito di libri, senza contare, inoltre, l’immenso favore che stiamo facendo al pianeta, diminuendo notevolmente il disboscamento. Anche la realtà virtuale sarà presto un utilissimo mezzo didattico, già le prime università se ne stanno avvalendo per riprodurre corpi umani a grandezza naturale con i quali i propri studenti possono interagire. Inoltre con l’ingresso della tecnologia nelle scuole anche i genitori sono più coinvolti nell’iter scolastico dei figli, perché se fino a qualche anno fa si doveva attendere mesi prima di poter parlare con i professori, oggi basta un click per avere a disposizione tutte le informazioni.
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