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Come tutti sanno i DLC (Downloadable Content ovvero contenuti scaricabili) sono dei package aggiuntivi per videogames che hanno avuto il loro maggior successo con l’introduzione di internet nel mondo del gaming.
Inizialmente propositi come contenuti per i pc gamer i quali erano già abituati a scaricare aspetti aggiuntivi come mappe, armi, costumi ecc. nei loro giochi preferiti, questi sbarcano per la prima volta su console con PS3 e Xbox 360 rivoluzionando completamente il mercato.
Vediamo insieme perché odiare i DLC e quali sono i motivi che li hanno resi spesso poco apprezzati dai videogiocatori.
Qualità scarsa
Prima di approfondire questo punto c’è da dire però che questa “regola” non vale per tutti i DLC e anzi spesso la qualità proposta è anche soddisfacente. Tuttavia uno dei motivi per i quali odiare i DLC è proprio quello che riguarda la qualità stessa dei package offerti, purtroppo in molti casi non sono curati abbastanza e spesso non sono degni del titolo originale.
Le case produttrici in questo caso spingono e puntano su quelle che sono le emozioni che un determinato titolo è riuscito a generare in un giocatore. Nonostante tutto questa potrebbe rivelarsi decisamente un’arma a doppio taglio in quanto l’esperienza del DLC non si avvicina minimamente a quella del titolo originale.
In questo modo si rischia quindi di generare non poca delusione nel videogiocatore che ricorderà quel titolo sicuramente in maniera negativa.
Giochi frammentati
Un altro motivo per cui odiare i DLC è che, tramite tali contenuti aggiuntivi, si rischia sempre di giocare dei titoli fondamentalmente frammentati e incompleti. Purtroppo le software house si sono appoggiate a questo tipo di meccanica in maniera sempre più importante sfruttandola in alcuni casi addirittura come scusante.
Il punto è che, nel momento in cui si acquista un gioco ci si aspetta di assistere e di poter provare la sua versione completa ed ultima.
Tuttavia le case produttrici, forti del fatto che avranno la possibilità di implementare il titolo con dei DLC, si permettono di lanciare un titolo anche se non completo al 100%.
Questo tipo di strategia fin quando si parla di titoli indie indipendenti può anche star bene (in virtù del prezzo ridotto) ma con titoli tripla A venduti al prezzo di 70€ non è sicuramente corretta.
Godibilità
I DLC, in quanto contenuti aggiuntivi pubblicati in una fase post lancio, possono spesso compromettere anche quella che è la godibilità di un titolo.
Il discorso è che bisogna fare una distinzione tra due tipologie di DLC. Ci sono infatti quelli che riguardano aggiornamenti grafici o altri piccoli aspetti i quali possono essere un qualcosa di positivo in quanto vanno sicuramente a migliorare l’esperienza del videogiocatore. Ce ne sono altri però che riguardano invece proprio quelle che sono le meccaniche di gioco o trame supplementari aggiuntive.
Uno dei casi emblema è stato quello di Kingdom Come Deliverance per il quale è stato annunciato un DLC che andrà a modificare completamente quello che è il sistema di salvataggio andando a rivoluzionare una delle meccaniche rappresentative del gioco.
Season Pass
Infine tra i motivi per i quali odiare i DLC nei videogiochi non si possono non nominare i Season Pass, una delle tattiche di marketing più ingiuste. Essi non sono altro che dei sottospecie di abbonamenti da fare “a scatola chiusa” i quali assicurano un accesso illimitato a tutti i contenuti di un determinato titolo.
Purtroppo però questi vanno fatti senza sapere se effettivamente ne varrà la pena in futuro. In più c’è da dire che molti di questi contenuti potrebbero tranquillamente essere inseriti nel titolo originale invece di destinarli a versioni successive.
Purtroppo anche in questo caso si guarda maggiormente ai guadagni che non a ciò che effettivamente è possibile offrire al videogiocatore.
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