Senza dubbio una delle personalità più interessanti del nostro tempo Stephen Hawking passerà alla storia come uno dei geni che ha caratterizzato, con le sue ricerche, la nostra epoca.
Parliamo infatti di uno scienziato emblematico, conosciuto da tutti, per il quale si perdono le leggende e le speculazioni.
Ma chi era realmente Hawking e in quale direzione ha orientato le sue ricerche e la sua intera vita?
Gli inizi
Stephen Hawking nasce ad Oxford l’8 Gennaio del 1942 da una famiglia del ceto medio. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare Stephen a scuola non è un genio e, anzi, risulta spesso annoiato, distratto e non particolarmente attento alle nozioni che gli vengono inculcate.
La sua attenzione è rivolta in particolare verso gli scherzi ai quali è particolarmente avvezzo e alle discussioni con i compagni circa argomenti forse un po’ troppo complessi per la sua età.
Nello specifico discute di metafisica, psicologia e… religione.
Proprio riguardo la religione, già in questo periodo, inizia ad interrogarsi circa l’esistenza di un Dio o di un qualcosa che possa aver dato vita all’universo. Dalla più tenera età Stephen si convince che debba esserci qualche altro motivo che giustifichi la nostra intera esistenza.
I primi problemi e la malattia
All’età di 13 anni Stephen inizia a manifestare i primi problemi dovuti, all’epoca, ad una serie di febbri ghiandolari delle quali però nessuno si preoccupa particolarmente. I medici rassicurano il ragazzo giustificando queste reazioni e annoverandole come normali scompensi della crescita.
Tuttavia nel corso del terzo anno di studi le mani iniziano a dargli qualche problema e le preoccupazioni iniziano a farsi largo. Questi problemi però non gli impediscono di laurearsi a pieni voti a soli vent’anni e, anzi, l’Accademia Universitaria lo accoglie a braccia aperte proponendogli di continuare i suoi studi circa le origini dell’universo ed i buchi neri.
Tuttavia i problemi di Stephen Hawking continuano a ripresentarsi puntuali e, dopo l’ennesimo impedimento alle mani, decide di sottoporsi ad altri controlli per comprendere effettivamente a cosa sia dovuto questo genere di problematica.
Gli viene tolto un pezzo di muscolo e iniettato un fluido nella spina dorsale. La diagnosi è terribile: si tratta di sclerosi amiotrofica laterale una malattia aggressiva che danneggia rapidamente le cellule celebrali e porta alla morte nel corso di pochissimo tempo.
Le ricerche
Nonostante la brutale malattia e i due anni e mezzo di vita che gli vengono diagnosticati dai dottori, Stephen Hawking decide di non arrendersi e di proseguire con il suo lavoro ed in generale con la sua vita.
Nel 1965 sposa Jane Wilde la quale accetterà di buon grado la sua condizione (la quale andrà a peggiorare nel corso degli anni) facendogli non solo da moglie ma anche da infermiera per quasi tutta la durata della sua vita.
I due vedono il loro amore concretizzarsi con la nascita di ben tre figli.
Nel frattempo Stephen continua le sue ricerche ponendosi come obiettivo principale di tutto il suo lavoro la comprensione di quelle che sono le leggi che regolano l’universo al fine di comprendere le sue origini e scrivere, nero su bianco, l’intera storia del tempo.
Per farlo tenta di confermare l’esistenza di regioni di spazio nelle quali la materia ha una densità infinita, nelle quali i concetti di spazio e tempo sono privi di significato, riprendendo le singolarità gravitazionali ipotizzate da Einstein.
La sua attenzione inoltre è rivolta in particolar modo nei confronti dei buchi neri, concetti prima di allora fantascientifici che lo scienziato britannico riesce a concretizzare.
Per farlo innanzitutto ipotizza le leggi termodinamiche e successivamente dimostra che questi “oggetti” non sono completamente bui ma irradiano particelle subatomiche dalle quali conia la cosiddetta radiazione di Hawking una nuova entità cosmica in grado di rimpicciolire sempre più i buchi neri facendoli poi evaporare e scomparire.
La carriera
Nonostante la malattia Stephen Hawking non ha mai rinunciato a proseguire i suoi studi e la sua carriera. Nel 1975 gli viene assegnata la medaglia d’oro intitolata a Pio XII, un’onorificenza decisamente importante.
Qualche anno più tardi nel 1979 viene nominato titolare della cattedra di matematica dell’University of Oxford, la stessa cattedra che era stata di Isaac Newton ben 300 anni prima.
Nel frattempo la malattia continua a progredire in maniera importante e nel 1985, in seguito a una tracheotomia alla quale è sottoposto a causa di una gravissima polmonite, lo scienziato perde completamente l’uso della voce.
In questo periodo inizia a comunicare grazie alla tecnologia, in un primo momento tramite un sintetizzatore vocale il quale permette di esprimere ciò che lui scrive su un apposito tastierino, successivamente con un sistema di riconoscimento facciale ad infrarossi che interpreta anche il più piccolo movimento della bocca.
Nonostante questo la sua carriera universitaria continua e le sue lezioni sono seguite da un ampio drappello di fedeli studenti appassionati della materia.
Una personalità incredibile
Negli ultimi anni della sua vita Stephen Hawking ha continuato ad insegnare ed ha proseguito le sue ricerche sui buchi neri e l’origine dell’universo.
In questi anni inoltre ha esplicitamente annunciato al mondo il suo ateismo in quanto, secondo lo scienziato: “Ciascuno di noi è libero di credere in ciò che vuole e io credo che la spiegazione più semplice è che non esista alcun Dio. Nessuno ha creato l’universo e nessuno decide il nostro destino. Probabilmente non c’è alcun Paradiso e nemmeno alcuna vita dopo la morte. Abbiamo solo questa vita per apprezzare il grande disegno dell’universo e, per questo, io sono profondamente grato.”
Senza dubbio l’intera vita di Hawking è stata incentrata sul rincorrere i propri sogni, i quali gli hanno permesso di sopravvivere fino alla veneranda età di 76 anni nonostante glie ne avessero diagnosticati solo altri due e mezzo.
Egli muore infatti il 14 Marzo del 2018.
Oltre che per le sue ricerche che hanno permesso di rivoluzionare totalmente la fisica e l’astronomia ci piace ricordarlo anche per la sua incredibile personalità e forza morale le quali si concretizzano perfettamente in una delle sue frasi più famose: “Per quanto possa essere difficile la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi.”
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