Anche se ultimamente il termine “Internet delle cose” si è largamente diffuso, risulta spesso ancora difficile capire di cosa stiamo parlando. L’IoT (Internet of Things) è il termine che si utilizza per indicare tutti gli oggetti diversi da un computer che hanno la possibilità di collegarsi ad internet (sensori, radio, automobili, elettrodomestici, etc). Il termine e l’intera ideologia dell’internet delle cose è stato coniato dal ricercatore del MIT Kevin Ashton, nel 1999, e da allora, senza che neppure ce ne rendessimo conto, si è lentamente inserito nel nostro quotidiano.
Cosa si può connettere ad internet?
Teoricamente è possibile collegare ad internet qualsiasi cosa, anche se il termine indica solamente le things (cose), in realtà il collegamento virtuale è andato ben oltre quello che ci si aspettava. Oggigiorno è possibile collegare praticamente qualsiasi oggetto, animale, pianta o persona. Non è una pazzia collegare esseri viventi ad internet, una pianta può essere connessa attraverso sensori per il controllo di acqua e luce, un animale attraverso collari localizzatori ed un essere umano addirittura tramite un pacemaker. È quasi impossibile stimare quanti oggetti siano attualmente connessi ad internet, anche se le stime variano dai 5 ai 10 miliardi di oggetti, prevedendo di raggiungere addirittura i 25 miliardi nel giro di un paio d’anni.
Un futuro connesso
L’internet delle cose promette di agevolare la vita agli esseri umani, dimezzando i consumi e raddoppiando l’efficienza di ogni oggetto e attività nel globo. Possiamo vedere i primi risultati concreti nel loro piccolo, come i termostati intelligenti nelle abitazioni che riducono i consumi di circa il 20%, o i localizzatori che ci permettono di non perdere la nostra vettura o qualsiasi oggetto connesso, addirittura il nostro cane nel parco. Ma il futuro dell’internet delle cose è molto più ampio. I primi esempi stanno già facendo meraviglie. A Los Angeles ed Indianapolis, per esempio, è stato avviato il progetto StreetLine, che prevede una serie di sensori posti sulle strisce dei parcheggi e collegati all’intera rete urbana, permettendo ai propri cittadini di trovare un posteggio libero con un semplice click. Un altro interessante utilizzo dell’internet delle cose, in via di progettazione, è la “smart road”, un intera rete stradale connessa, con auto intelligenti, semafori e segnaletica stradale in grado di comunicare tra di loro, permettendo di regolare il traffico, l’inquinamento ed i tempi di percorrenza. Un ulteriore esempio sono le smart house, già largamente diffuse, dove l’intera casa comunica con il proprio proprietario, regolando illuminazione, infissi ed elettrodomestici, ottimizzando i consumi e controllando la qualità dell’aria.
Robot e internet delle cose
Tra gli oggetti diversi da un PC connessi alla rete non possono non passare inosservati i robot, all’alba di un futuro che li vede come protagonisti. Il cuore pulsante delle smart home del futuro saranno infatti proprio i robot. Si prevede che la maggior parte delle case del futuro saranno dotate di un valido aiutante domestico robotico, connesso con la casa e con internet. In futuro potremmo chiedere qualsiasi cosa al nostro robot domestico, sarà lui stesso a comunicarlo al resto della casa. Potremmo chiedergli di prepararci la vasca per il bagno e lui dirà alla vasca di accendere e regolare l’acqua, di accendere l’illuminazione ed il riscaldamento nella stanza e, una volta pronto, ci verrà a chiamare. Oppure potremmo chiedergli un caffè, lui comunicherà alla macchinetta del caffè di prepararlo e poi ce lo porterà ovunque noi ci troveremo all’interno dell’abitazione. Ma ovviamente i robot non si limiteranno solamente ad aiutarci nelle mura domestiche, ma ci saranno robot industriali connessi con ogni macchinario della fabbrica e molto altro ancora. L’internet delle cose non si potrà vedere ma creerà un mondo sempre più connesso, aiutandoci in ogni piccolo e grande gesto quotidiano.
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