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Una delle più grandi domande che l’umanità si pone è se siamo o meno soli nell’universo. Un dubbio esistenziale ed un cruccio a cui tutti gli scienziati e gli astronomi del mondo tentano da anni di dare risposta. Abbiamo ideato telescopi in grado di guardare anni luce lontano da noi, cerchiamo in sistemi solari lontani e vicini, in giro per la nostra galassia e in altre, ma certe volte ci dimentichiamo di quanto stupefacente sia il nostro piccolo sistema solare. Non conosciamo ancora tutti i segreti di esso e già guardiamo oltre, verso il resto della Via Lattea e dell’Universo, con una fame di conoscenza sempre crescente. Eppure quanti segreti ancora nasconde il sistema solare e quanti ambienti la vita potrebbe trovare favorevoli alla propria prosperità. Ecco un piccolo tour alla scoperta proprio di quegli ambienti ancora inesplorati dall’occhio umano dove potrebbe nascondersi la vita.
Marte
La Terra si trova in quella fascia ritenuta vivibile di un sistema solare, non troppo vicina al sole da risultare incandescente né troppo lontana da essere glaciale. Il giusto rapporto che consente la prosperità di miliardi di forme di vita. Ma non dimentichiamoci che non lontani da questo paradiso ci sono altri due pianeti. Siamo alla ricerca di pianeti gemelli in giro dell’universo e non ci ricordiamo che un gemello noi l’abbiamo già, a “soli” 56 milioni di km di distanza, Marte. Marte è da sempre il più osservato, studiato e romanzato pianeta extraterrestre, eppure è oramai assodato che sia un pianeta morto. Altra constatazione ormai inconfutabile, però, è che non è sempre stato morto. Sulla sua superficie, infatti, si trovavano rigogliosi mari, oceani e laghi, scorrevano impetuosi fiumi, constatabili, ancora oggi, dai numerosi letti di fiumi ormai secchi, che corrono lungo tutta la rossa crosta marziana. Acqua non del tutto perduta, in quanto i poli sembrerebbero essere ancora oggi ghiacciati e, nel periodo più caldo dell’anno, si scioglierebbero quel tanto per ricordare al pianeta la vita di un tempo. Per non parlare di quella flebile atmosfera che circonda il pianeta, la quale, con ogni probabilità, un tempo era respirabile, proprio come la nostra. Un pianeta quindi che, molto probabilmente, ricorda una vita florida e che forse, con un quasi fantascientifico lavoro di terra formazione, potrebbe tornare ad essere rigoglioso come un tempo.
Venere
Dal lato opposto, invece, puntando lo sguardo verso il sole, troviamo uno dei pianeti che a prima vista risulterebbe essere tra i più inospitali, Venere. Con i suoi 470 gradi e una pressione 90 volte superiore a quella terrestre, ad oggi questo pianeta annienterebbe qualsiasi forma di vita. Numerosi tesi, però, hanno portato alla conclusione che un tempo questo incandescente pianeta fosse simile alla Terra, e come tale, forse, rigoglioso di vita. Ma quello che cerchiamo non sono solamente tracce di vita passata, ma la scoperta eclatante di vita attuale e, a tal proposito, interessante è la teoria che ad ospitare la vita sarebbero proprio le nuvole di questo inospitale pianeta. L’analogia che fa presupporre che questa teoria sia fondata risiede nel fatto che le macchie scure osservate nelle nuvole di Venere siano molto simili alle misurazioni fatte sul pianeta Terra, in merito a dei batteri presenti, per l’appunto nelle perturbazioni del nostro pianeta.
Europa
Tra le più chiacchierate degli ultimi tempi troviamo Europa, una delle lune di Giove. Il satellite, infatti, presenta una crosta interamente ghiacciata, sotto la quale sembrerebbe scorrere un immenso oceano di acqua profondo oltre 100 km. Le temperature della superficie, tuttavia, sono prossime allo zero assoluto e quindi invivibili, ma al suo interno, sotto lo strato di ghiaccio, potrebbe esserci un ambiente più mite. Infine, sembrerebbe possibile anche la respirazione e altri processi propri della vita come la conosciamo noi. La presenza di vita extraterrestre, proprio nel nostro sistema solare, è quindi principalmente da ricercare proprio qui.
Encelado e Caronte
Encelado e Caronte sono due lune rispettivamente di Saturno e Plutone, che così come per il satellite di Giove potrebbero ospitare la vita. Questa teoria è stata formulata tenendo conto, appunto, della presenza di oceani liquidi interni sotto la loro superficie e delle composizioni rocciose di chrondite. Questi due elementi darebbero il via ad un processo definito “radiolisi”, creando composti di idrogeno ed ossigeno, considerati le radici stesse della vita. Trovare la vita su Encelado e Caronte, così distanti dalla propria stella, seppur sotto forma unicellulare o comunque elementare, cambierebbe radicalmente il percorso che la ricerca di vita extraterrestre ha preso, capovolgendo le fondamenta stesse di tali teorie, le quali si basano esclusivamente sull’esplorazione della fascia considerata “vivibile”.
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