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Gli imprevisti ambientali, definibili molte volte anche come catastrofi, sono purtroppo dei fenomeni dalle proporzioni abbastanza importanti i quali possono rivelarsi potenzialmente pericolosi e mortali.
Parliamo di fenomeni quali valanghe, frane ecc.
Tuttavia pare che la tecnologia in tal senso possa dare una mano importante e possa permettere di “affrontare” tutto questo in maniera più consapevole e ottimale. Vediamo come.
Prevenzione e non solo
Il primo supporto fondamentale che la tecnologia può fornire in materia di imprevisti ambientali riguarda la prevenzione. Grazie alla profonda rivoluzione digitale in atto negli ultimi anni si è giunti ad una consapevolezza sempre maggiore di quelle che sono le potenzialità dell’odierna tecnologia.
Grazie a sensori ed altri strumenti è infatti possibile raccogliere milioni di dati da elaborare, utili per comprendere quelle che sono le meccaniche che si celano dietro un qualsiasi fenomeno naturale.
L’elaborazione in tempo reale di questi dati potrebbe inoltre fornire un report fedele di quelle che sono le condizioni del nostro pianeta al fine di comprendere quali possano essere le mosse giuste per preservarlo.
Uno degli obiettivi ambiziosi posto dai progetti riguardanti proprio il rapporto tra tecnologia e imprevisti ambientali è quello di offrire ai cittadini uno strumento concreto e utile in caso di situazioni potenzialmente pericolose.
Molto spesso infatti è proprio la lentezza nei processi decisionali a trasformare eventi di questo tipo in vere e proprie tragedie.
A tal proposito una rapidità decisionale unita ad una consapevolezza maggiore di quelli che sono i reali rischi può senza dubbio fare la differenza.
Progetti
Come detto sono diversi i progetti che riguardano il rapporto tra tecnologia e imprevisti ambientali. Questi sono stati presentati tenendo conto del fatto che, secondo dati Legambiente, il rischio idrogeologico per il nostro Paese è elevatissimo considerando anche i cambiamenti climatici che rendono sempre più frequenti fenomeni come alluvioni e frane.
Basta considerare infatti che circa 7,5 milioni di persone vivono in zone a rischio e che negli ultimi 5 anni l’Italia ha registrato circa 102 casi di fenomeni naturali estremi dei quali per circa la metà è stato richiesto lo stato di emergenza con un costo di vite umane molto elevato e oltre 7,6 miliardi di Euro di danni
Una situazione che non va assolutamente sottovalutata e che, anzi, deve essere affrontata nella giusta maniera.
A tal proposito tra i progetti più interessanti segnaliamo Risk Evaluation Dashboard il quale è stato attivato in Valle d’Aosta. Nello specifico si parla di un pannello di controllo nel quale sono raccolti ed analizzati migliaia di dati relativi le valanghe.
Questi sono utilissimi sia per prevenire questi fenomeni ambientali sia per fornire strumenti di azione utili ai funzionari amministrativi. In questo modo risulterà molto più semplice prevenire ed agire tempestivamente per evitare disastri.
Altri progetti interessanti
Quello appena visto però non è l’unico progetto interessante per ciò che riguarda gli imprevisti ambientali e la tecnologia.
OpenStreetMap per Wikimedia Italia ad esempio ha dato vita ad un sistema incredibilmente moderno e funzionale per la raccolta di dati. Il concetto che sta alla base è quello di voler coordinare sia strumenti tecnici utilizzati da professionisti, sia elementi da smartphone molto più semplici destinati agli utenti non esperti.
In questo modo ogni giorno centinaia di utenti mandando fotografie, video e dati riguardo l’ambiente che li circonda andando ad arricchire in maniera importante quelli che sono i dati già presenti in archivio.
Infine anche il Politecnico di Torino in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura ha dato vita ad una serie di ricerche ed approfondimenti che hanno dimostrato quanto l’integrazione dell’azione sul posto con quella da remoto possa offrire tutti gli elementi necessari per prevedere ed affrontare al meglio tali situazioni.
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