Dalla fine del mese di Giugno e per 30 giorni consecutivi il sole è senza macchie solari, risultando immacolato e in pieno candore, avvicinandosi al record di 32 giorni consecutivi dell’estate 2009, quando la stella del nostro sistema solare segnò un sostanzioso minimo solare.
Cosa sono le macchie solari
Quelle che comunemente chiamiamo macchie solari sono regioni della superficie solare con una temperatura inferiore (4000° gradi) rispetto alle zone circostanti (6000° gradi). Queste zone appaiono quindi più scure rispetto al resto della superficie, ma, al contrario, le regioni interessate dalle macchie solari presentano una attività magnetica maggiore rispetto alle altre. Si è giunti alla conclusione che le macchie solari siano il risultato di forti flussi magnetici che dall’interno del sole si spingono verso l’esterno, bucando la superficie solare e riversandosi all’esterno, ostacolando il calore e raffreddando le aree interessate.
Questi meccanismi del sole hanno un ciclo regolare di circa 11 anni, che portano la nostra stella da un minimo ad un massimo di macchie solari e quindi di attività solare. Si pensa che il prossimo minimo si avrà nel 2019/2020 e quindi il sole sta lentamente riducendo la propria attività. Avvicinandoci al minimo avremo più frequentemente giornate, settimane o mesi senza la minima presenza di macchie solari sulla superficie della nostra stella, fino al suo minimo, quando il periodo di assenza di macchie potrebbe arrivare addirittura ad un anno.
Quali sono le conseguenze di un minimo di attività solare?
Come detto il sole attraversa cicli di attività solare che lo portano da un minimo di attività solare ad un massimo della stessa. La differenza tra questo minimo e massimo è dello 0,1%, la quale potrebbe risultare indifferente ma che in realtà porta dei cambiamenti tangibili anche sul nostro pianeta.
Per cominciare una minore attività solare porta anche ad una minore emissione di raggi ultravioletti. Il che a sua volta porta ad un raffreddamento dei strati più esterni dell’atmosfera terrestre. Tale raffreddamento seppur minimo deve essere attentamente monitorato perché fa collassare, anche se di relativamente poco, l’atmosfera. Ciò comporta che molti satelliti, tra cui anche la ISS (stazione spaziale internazionale) perdano il sostegno che li tiene legati al pianeta. Fortunatamente è sufficiente un lieve aggiustamento delle loro orbite per rimanere attaccati all’atmosfera. Non si può dire però lo stesso dei rifiuti spaziali che sfortunatamente abbiano creato come conseguenza delle varie missioni spaziali. Questi, essendo fuori da ogni controllo, in questo periodo del ciclo solare rischiano di ritrovarsi a vagare nello spazio infinito o, peggio, di schiantarsi sul pianeta.
Inoltre una minore attività solare permette ai raggi cosmici di penetrare con molta più facilità all’interno del nostro sistema solare. Questa variazione è già visibile, infatti, i raggi cosmici registrati in prossimità della Terra, sono già aumentati del 13%. Maggiori raggi cosmici portano ad un ulteriore raffreddamento dell’atmosfera e ad una maggiore nuvolosità. I raggi cosmici, infatti, aiutano le particelle a diventare nuclei di vapore acqueo. Tutto ciò renderà sicuramente i prossimi anni decisamente più freschi dei precedenti.
Tutto ciò è un bene o un male?
Nonostante un raffreddamento dell’atmosfera potrebbe sembrare esattamente ciò di cui il pianeta ha bisogno in questo momento, non è così. Tutto ciò rischia di portare ad un rovescio della medaglia che non aiuterebbe affatto, tutt’altro rischia di peggiorare ulteriormente il già presente problema del riscaldamento globale. Questo se il minimo solare sarà nella norma, ma sembra già essere arrivato in anticipo rispetto alle previsioni che lo collocavano non prima del prossimo anno. Solitamente i cicli solari non portano grandi cambiamenti visibili, ma ci sono già state delle eccezioni. Tra il 1645 ed il 1715 vi è stato il minimo solare più lungo che l’essere umano riesce a ricordare, raccontato in dipinti e storie tramandate, durato ben 70 anni, che portò ad una mini glaciazione nell’emisfero nord della Terra. Testimonianze di inverni insolitamente lunghi e freddi che sono giunti sino a noi attraversando i secoli, come il dipinto che ritrae dei pattinatori sulla superficie ghiacciata del fiume Tamigi.
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