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Quello della Pay-TV è un mondo che nel corso degli anni ha assistito a tantissimi cambiamenti e rivoluzioni. DAZN ne è una prova concreta e tangibile.
In particolare il mondo legato ai diritti sportivi per ciò che riguarda la Serie A, infatti, ha assistito soprattutto negli anni scorsi, a guerre mediatiche dalle quali l’unico ad esserne uscito sconfitto è sempre e solo l’utente finale.
Un altro anno di sport è iniziato e le modifiche iniziano già a mietere le prime vittime. Vediamo perché.
Non più satellite, il via all’online
Fino a qualche anno fa il dominio di SKY e successivamente l’ingresso in scena di Mediaset Premium avevano, di per sé, suddiviso gli utenti in due schiere ben compatte le quali, pur essendo al centro di questa accesa competizione, avevano avuto sempre la possibilità di avere accesso ai contenuti richiesti.
Il concetto è molto semplice: chi aveva un abbonamento con una di queste due emittenti, aveva libero accesso a determinati tipi di contenuti in base al piano scelto.
SKY offriva senza dubbio un pacchetto molto più completo mentre Mediaset Premium aveva puntato tutto sulla Champions League riuscendo in questo modo a “rubare” una buona parte di audience alla prima emittente.
Nonostante la competizione però, come detto, l’utenza era soddisfatta avendo accesso, in maniera più o meno completa, a quelli che erano i contenuti.
Da quest’anno, con DAZN, le cose sono decisamente cambiate. Il fattore fondamentale che ha determinato un cambiamento radicale è stato il passaggio dal satellitare all’online.
La nuova emittente, difatti, funziona letteralmente in streaming mettendo a disposizione la possibilità di visionare i contenuti in rete.
Perché questo non è un bene?
L’online di per sé non è un male, il problema è il tipo di offerta che è stata messa a disposizione degli utenti.
Collaborazione o competizione?
Il piano abbonamento messo a disposizione da DAZN e, se vogliamo, anche da SKY, le uniche due emittenti aventi i diritti TV legati al Calcio, riguardano un pacchetto da poter stipulare in maniera completa (con entrambe le emittenti) o singolarmente.
Ora il punto è che negli anni scorsi, pur essendoci competizione, gli abbonati SKY ad esempio avevano accesso a tutti i contenuti, fatta eccezione per le competizioni europee (Champions League) per la quale era necessario Mediaset Premium.
Da quest’anno l’offerta SKY (pur avendo un costo abbastanza elevato) non prevede più ben tre match per ogni giornata. In particolare la nuova emittente DAZN ha acquisito i diritti per tutti gli anticipi del Sabato (20.30) tutti gli anticipi della Domenica (12.30) e un match a turno per quanto riguarda le partite delle 15.00.
Come si fa per vederle?
Le possibili soluzioni sono due:
- Fare un abbonamento esclusivamente con DAZN
- Fare un abbonamento completo SKY/DAZN
Nel primo caso si paga un abbonamento mensile per vedere soltanto queste tre partite mentre nel secondo caso, aggiungendo una quota al già corposo abbonamento di SKY, si ha accesso a tutte le partite della Serie A in questo caso.
Perché l’utente non è tutelato
Purtroppo a pagarne le spese di questo cambio delle parti, come detto, è sempre l’utente finale il quale si ritrova a dover comprendere delle nuove meccaniche.
Al di là del fatto che l’abbonamento ha subito un sostanzioso ritocco (cosa di per sé già non molto positiva) si aggiunge anche il fatto che la qualità dei contenuti non sia eccelsa.
Un esempio?
Le partite viste in streaming non garantiscono una visione ottimale e, in più, si corre il rischio che gli aggiornamenti giungano in differita di alcuni secondi. Insomma al danno si aggiunge la beffa.
In ogni caso siamo sicuri che col tempo anche DAZN si assesterà e garantirà una qualità di contenuti decisamente migliore rendendo l’offerta per gli utenti completa.
Nel frattempo, già nelle prime due giornate di campionato, si è assistito ad un calo degli abbonamenti (per quanto riguarda SKY) davvero importante. Un numero destinato, almeno per il momento, ad aumentare.
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