“Intorno alle ore 7 di Mercoledì 29 Agosto i controllori di volo della Stazione Spaziale Internazionale a Houston e Mosca hanno iniziato a vedere segni di una piccola perdita di pressione nel complesso spaziale”, è quanto si legge dai documenti della NASA pubblicati alcuni giorni fa sul blog e sulle pagine social ufficiali che avvertono chiaramente dei gravi problemi sulla ISS, in particolare sul veicolo spaziale sovietico, la Soyuz.
Le primi decisioni
Appurato sin da subito che non vi era alcun pericolo per l’equipaggio, i controllori di volo hanno deciso di lasciare che i membri della Spedizione 56 continuassero a dormire, mentre loro stessi verificavano da terra i dati.
Non appena svegliati però, il Control di Houston ed il centro controllo di Mosca, hanno iniziato a lavorare insieme agli astronauti per determinare la posizione della perdita.
Al momento a bordo della ISS si trovano il comandante Drew Feustel e gli ingegneri di volo Ricky Arnold e Serena Aunon della NASA, l’astronauta Alexander Gerst dell’ESA (agenzia spaziale europea) e gli astronauti Oleg Artemyev e Sergey Prokopyev dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Tutti e sei i membri dell’equipaggio si sono radunati per capire dove fosse la fonte del problema e finalmente hanno rilevato la perdita nel segmento di stazione di competenza russa.
Il danno alla Soyuz
Mentre gli astronauti lavoravano per localizzare e successivamente riparare la perdita, da terra i controllori di volo continuavano a monitorare la situazione, accertandosi che non vi fossero rischi per l’equipaggio.
La perdita è stata trovata su una delle due navicelle spaziali russe, la Soyuz MS-09, attaccata al modulo Rassvet, nel segmento russo della stazione spaziale internazionale. Dopo una mattina di indagini la perdita è stata individuata in un forellino di circa due millimetri, causato dall’impatto con un meteorite, ed isolata.
Individuata come area del problema il segmento russo, a portare a termine le operazioni è stato proprio il comandante russo della Soyuz, Sergey Prokopyev. L’astronauta ha riparato il foro usando una resina epossidica e una garza apposita. Siccome la perdita di pressione avveniva dall’interno verso l’esterno e non viceversa, non occorrerà nessuna attività extraveicolare per ripararla.
Infine, per aumentare parzialmente l’atmosfera della stazione è stato utilizzato l’ossigeno della nave da carico ISS Progress 70. I controllori di volo, però, hanno continuato a monitorare la pressione della stazione per assicurarsi che tutto sia nella norma.
Il futuro della Soyuz
Con il nome Soyuz sono conosciuti una serie di veicoli spaziali russi. Il primo volo dei moduli Soyuz avvenne nel 1966.
Dal 2011, dopo la sospensione del servizio dello Space Shuttle, i moduli Soyuz sono gli unici velivoli spaziali in grado di trasportare gli astronauti a bordo della stazione spaziale internazionale.
Dopo tutti i controlli effettuati i controllori di Houston e Mosca assicurano che non vi è e non vi è mai stato alcun rischio per l’equipaggio della stazione.
Tuttavia la Soyuz non riporterà a Terra nessun astronauta. Era già previsto che Soyuz MS-09 non dovesse servire per riportare sul pianeta Terra alcun membro dell’equipaggio, quindi il problema non comporterebbe nessuna modifica al piano della missione.
Altri casi del genere
Fortunatamente in questo caso la depressurizzazione non è stata tale da rischiare l’incolumità dell’equipaggio, ma questa non è la prima volta che la ISS si trova a dover affrontare problemi del genere. Nel 2007 fu riscontrata un’altra perdita, anche in quel caso l’intervento repentino del personale di terra e di bordo, fece si che non vi furono rischi per l’equipaggio.
In quel caso la perdita fu trovata nel modulo Harmony, nella sezione americana della stazione. Entrambe le situazioni non furono gravi e sono state entrambe gestite alla perfezione, ma la depressurizzazione è estremamente pericolosa per l’equipaggio e nemmeno un piccolo foro di appena un paio di millimetri deve essere preso alla leggera.
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