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Immaginiamo di dover lasciare il nostro pianeta, immaginiamo di dover reclutare un equipaggio minimo per trasferire la nostra specie fuori dal sistema solare. Queste proiezioni quasi fantascientifiche ci riportano a moltissimi film o serie televisive.
Lost in Space, la serie televisiva scientifica Americana degli anni ’60 creata e prodotta da Irwin Allen, è un perfetto esempio. Questa serie assomiglia molto ad un recente studio dell’Università di Strasburgo in Francia.
La serie è entrata a far parte di Netflix il 13 aprile 2018. La missione nella serie è quella di reclutare una famiglia in un viaggio di cinque anni e mezzo indirizzato ad un pianeta in orbita intorno alla stella più vicina, Alpha Centauri, che le sonde spaziali hanno rivelato possiede le condizioni ideali per la vita umana.
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Proxima Centauri B: il nostro futuro pianeta
Nell’agosto 2016 è stato scoperto il pianeta non appartenente al nostro sistema solare più vicino alla Terra. Questo pianeta è Proxima Centauri B, si pensa sia di natura rocciosa, con una massa minima di 1.27 (+ 0.19 / -0.17) masse terrestri, che lo rende un nostro potenziale futuro pianeta. L’esopianeta in questione è anche leggermente più grande della Terra e ruota con un periodo di 11,2 giorni.
Come la Terra, anche il pianeta Proxima Centauri B ha un suo sole: orbita stabilmente a bassa eccentricità intorno ad una nana rossa di tipo M di nome Proxima Centauri. La stella ha una luminosità di circa 0,15% quella del Sole ed è ricca di metalli rispetto ad esso, cosa che normalmente non si trova nelle stelle di piccola massa come lei.
Entrambi, Proxima Centauri e Proxima Centauri B, fanno parte del sistema stellare Alfa Centauri. Proxima Centauri è la sua stella più piccola e meno brillante di Alfa Centauri ma anche più vicina al nostro Sistema Solare.
Proxima Centauri B è all’interno delle condizioni di potenziale abitabilità e diventa un obiettivo interessante per una missione esplorativa. La distanza verso Proxima Centauri è stimata a circa 4 × 1013 km.
Alla velocità massima raggiungibile, un viaggio interstellare del genere richiederebbe ancora circa 6300 anni. Il progresso nel campo dell’ingegneria potrebbe ridurre il tempo necessario per raggiungere il pianeta.
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Come in un film
Lo scopo degli scienziati dell’Università di Strasburgo in Francia è quello di studiare e quantificare l’equipaggio minimo necessario per un viaggio spaziale finalizzato al raggiungimento di Proxima Centauri B da coloni umani geneticamente sani.
La sopravvivenza di un equipaggio multi-generazionale è di primaria importanza quando si tratta di viaggi spaziali non ripetibili. Determinare una quantità reale e definita di popolazione è un processo molto complesso.
Scientificamente bisogna considerare molti parametri altamente aleatori come l’infertilità, la probabilità di morti improvvise, il tasso di mortalità, tasso di incidenti o eventi casuali. Lo studio considera tutti i fattori probabili in tutte le loro percentuali di accadimento ma con valori così astratti e variabili il lavoro non è stato sicuramente semplice.
Molti esopianeti sono stati trovati e molti ancora ne verranno scoperti in futuro. Cercare il pianeta potenzialmente analogo alla Terra e poi trovarlo è stata un’esperienza indicibile per tutti noi. Il prossimo passo è la ricerca di vita su Proxima Centauri B.
Guillem Anglada Escudé
100 persone bastano a colonizzare un esopianeta
I ricercatori dell’Università di di Strasburgo hanno pubblicato il processo matematico che dimostra come 98 persone siano capaci di colonizzare un esopianeta. 100 persone circa quindi, sono necessarie a garantire un tasso di successo del 100% per un viaggio nello spazio di 6300 anni verso l’esopianeta più vicino alla Terra finora conosciuto.
Gli studi affermano che, se Proxima Centauri B fosse realmente abitabile e se i futuri veicoli spaziali raggiungessero velocità pari allo 0,067% della velocità della luce, basterebbero almeno 98 persone per colonizzare un esopianeta.
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