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Che cos’è la coscienza? La coscienza sono scelte proprie, una presa di posizione nei confronti del mondo, preferenze, desideri, sofferenze. Una macchina, un’intelligenza artificiale potrà mai avere coscienza? Se mai riuscissimo a riprodurre la coscienza sarà quello il momento in cui avremmo creato un essere senziente più intelligente di noi?
Il momento in cui non saremmo più la specie più intelligente del pianeta sarà scandito dal primo vagito della singolarità tecnologica.
Sarà quello il momento in cui un computer potrà prendere decisioni proprie, indipendenti da calcoli e ricerche? Sarà mai possibile ricreare la coscienza? E se fosse possibile come ci renderemmo conto che le decisioni sono proprie dell’IA e non il risultato di calcoli matematici? Ma la domanda più importante è forse, dovremmo tentare di ricreare una coscienza o no?
Quand’è che l’Intelligenza Artificiale si renderà conto di avere una coscienza?
Ci troviamo in un terreno impervio, ai limiti tra fantascienza e realtà. Possiamo creare calcolatori sempre più potenti, robot intelligenti, intelligenze artificiali sempre più simili all’uomo.
Ma saranno sempre legate al loro codice, risposte preimpostate seguendo un infinità di calcoli matematici, percentuali ricreate consultando testi su testi, scegliendo la risposta più ovvia per l’uomo e non per se stesso.
Sarà mai possibile che l’intelligenza artificiale rimpiazzi la coscienza umana? Delegando a loro stesse la possibilità di costruire nuove intelligenze artificiali, nasceranno intelligenze artificiali sempre più avanzate, sempre più evolute, fino a quando esse non supereranno l’intelligenza umana, ed allora avremmo la singolarità.
Ma la coscienza, i sentimenti umani, saranno mai capaci di essere riprodotti?
Sarà mai possibile che un’IA abbia coscienza?
Ciò che è possibile e ciò che non lo è spesso si confondono, fondendosi con il passare del tempo. Era ritenuto impossibile volare, esplorare l’universo, guarire dalle malattie.
Non possiamo mai affermare con certezza cosa sia impossibile, non possiamo mai sapere dove l’evoluzione ci porterà. Per questo non possiamo affermare che sia impossibile per un’IA acquisire coscienza.
Se consideriamo il cervello umano come un computer incredibilmente complesso, con un numero pressoché infinito di connessioni, allora in un computer eccezionalmente complesso, potrebbe prima o poi sorgere spontaneamente una coscienza.
Se consideriamo gli scambi tra neuroni, dendriti e sinapsi come bit, allora non è insensato pensare che un cervello artificiale abbastanza complesso possa evolversi in maniera analoga a quello umano.
Avere coscienza di se
Avere una coscienza non vuol dire solamente avere coscienza del mondo circostante ma anche, e soprattutto, di se stessi, auto percepirsi.
Ma la coscienza è una questione sulla quale i filosofi si dibattano da millenni e per capire se un computer abbia coscienza bisogna prima capire cosa sia la coscienza.
Per riuscire a comprenderla al meglio gli scienziati hanno diviso la coscienza in tre livelli.
La coscienza C0, riferita alle operazioni che avvengono inconsciamente nel cervello umano, come riconoscere un volto o parlare.
La coscienza C1, questo livello ci permettere di prendere decisioni dopo aver considerato una molteplicità di possibilità ed aver usufruito di una vasta gamma di pensieri.
La coscienza C2, è l’ultimo stadio della coscienza, l’auto-consapevolezza, la risposta alla domanda hai coscienza di te. L’auto-consapevolezza porta le persone a chiedersi dove hanno sbagliato, cosa possono fare per migliorarsi, fa insorgere la curiosità, ci fa trovare il nostro posto nel mondo.
Come ricreare una coscienza artificiale
A questo punto della storia umana, siamo riusciti a ricreare la coscienza C0, presente in tutte le intelligenze artificiali fino ad oggi create. La coscienza C1 è invece presente in neonati ed animali, ma secondo gli scienziati non tarderà ad arrivare in un cervello artificiale.
Mentre per quando riguarda il livello di coscienza C2 è ancora tutto da vedere. L’auto-consapevolezza porterà l’intelligenza artificiale a diventare una vera e propria razza senziente, ma se questo sarà mai possibile rimane ancora un mistero.
Le possibilità di creare una coscienza artificiale
Forse l’unico modo per raggiungere il terzo stadio di coscienza è quello di fondere le due razze, quella umana e quella robotica.
Impiantare una coscienza umana in un cervello artificiale e scoprire se questi abbia l’auto-consapevolezza umana e le capacità di calcolo artificiali.
Le possibilità che ne verrebbero fuori sarebbero infinite. Il cinema ci ha avvicinato a questo concetto e ci ha mostrato le possibilità che ne verrebbero fuori. Come “Trascendence”, dove la coscienza di uno scienziato morente viene impiantata in un cervello artificiale, raggiungendo il livello C2 con le capacità di un computer, divenendo una creatura capace di meraviglie.
O “Her”, dove un’intelligenza artificiale si evolve, raggiungendo l’auto-consapevolezza grazie alla scoperta dell’amore umano. O ancora “Ex-Machina”, dove l’intelligenza artificiale che ne è protagonista scopre il lato più oscuro della menta umana, l’inganno, e lo usa per sfuggire dalla sua prigionia.
Ma come potremmo mai capire la coscienza artificiale se dopo millenni di storia umana non abbiamo ancora compreso la nostra?
“Sei sorpreso di vedermi Joseph?”
“Dipende”
“Da cosa?”
“Puoi provarmi la tua auto-consapevolezza?”
“È una domanda difficile dottore. E lei può provarmi la sua?”
– Trascendence –
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