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La Stazione Spaziale Internazionale è rimasta senza navicelle. Le Soyuz che fanno da spola tra la Terra e la stazione sono danneggiate ed ora si deve decidere come procedere nei prossimi mesi. Il futuro della ISS è compromesso e si sta tentando di porvi rimedio.
Il primo incidente
Una prima navicella Soyuz era rimasta danneggiata a Settembre, quando un micro meteorite ha colpito la stazione causando l’apertura di un piccolo foro sulla navicella, come abbiamo precedente raccontato. Si era inizialmente deciso che quella navicella sarebbe andata in pensione, ma un secondo incidente rende ora difficili i prossimi spostamenti tra la Terra e la stazione e ancora non si sa come rimediare.
Il secondo incidente
Il secondo incidente è avvenuto Giovedì 11 Ottobre alle ore 10:40 (ora italiana) ed ha visto come protagonisti i due astronauti Nick Hague e Aleksey Ovchinin, partiti da Baikonur in Kazakistan e diretti sulla stazione.
Alcuni minuti dopo il decollo, avvenuto senza intoppi, sono iniziati i problemi, più precisamente, nella fase di separazione dei motori.
Quando la navicella si trovava a 50 km di altezza si è visto che il razzo non era nel giusto assetto e che continuando così non avrebbe ricevuto la spinta sufficiente per raggiungere l’orbita. Appena riscontrato il problema i sistemi di sicurezza della navicella hanno subito provveduto ad avviare la procedura di emergenza.
La Soyuz si è immediatamente staccata dalla punta del razzo ed è rientrata a tutta velocità nell’atmosfera, seguendo una via alternativa. Nonostante ciò per gli astronauti al loro interno sono stati attimi di tensione, che li hanno portati fino ad un’accelerazione di 6,7 G.
Gli astronauti sono stati sottoposti a tutti i dovuti controlli e fortunatamente non hanno riportato ferite.
Il futuro senza Soyuz
A bordo della stazione orbitante sono rimasti tre astronauti: Serena Aunon Chancellor (NASA), Alexander Gerst (ESA) e Sergey Prokopyev (Roscosmos), i quali sarebbero dovuti rientrare sulla Terra a Dicembre, a bordo della capsula Soyuz.
Ora la NASA e le altre agenzie spaziali devono decidere come procedere nei prossimi mesi senza la navicella russa. Lasciare gli astronauti sulla stazione senza una navicella pronta a riportarli a Terra in caso di emergenza è impensabile, ma ora la prima cosa da fare è riportare a casa gli astronauti che sono attualmente a bordo.
L’ipotesi più accreditata è che a Dicembre gli attuali occupanti della stazione tornino a Terra lasciando temporaneamente disabitata la ISS. Questo almeno finché non si risolvano gli attuali problemi con le Soyuz. La stazione spaziale internazionale non è disabitata dal 2000 ed ora che la stazione si è ingrandita e richiede una costante manutenzione bisogna valutare ogni singola mossa.
Le soluzioni secondo Soyuz
Nella più florida delle ipotesi per Dicembre Roscosmos potrebbe essere pronta con una nuova Soyuz, attualmente in fase di preparazione. La sua partenza era già fissata per il 20 Dicembre ma visti gli ultimi problemi si sta pensando ad un strategia decisamente più cauta.
Roscosmos, infatti, potrebbe inviare la nuova navicella per Dicembre con soli rifornimenti e farla riatterrare senza equipaggio. Così facendo si prolungherebbe la permanenza degli astronauti e non si correrebbero inutili rischi per gli equipaggi.
Le alternative future
Nonostante i sistemi di trasporto Soyuz siano ormai stati testati negli anni si sono inevitabilmente alzate questioni sul fatto che NASA ed ESA dipendano strettamente dall’agenzia russa.
Senza contare il fatto che un posto a bordo delle Soyuz sono un costo enorme per le agenzie americane ed europee, 70 milioni di dollari per ogni astronauta.
Già prima degli incidenti la NASA aveva firmato accordi con le agenzie private SpaceX e Boing, creando così alternative più economiche ed efficienti. Queste nuove cooperazioni si sono però protratte nel tempo a seguito di numerosi ritardi.
Le ultime vicende potrebbero portare a due facce opposte della medaglia. Da una parte si è vista la necessità imminente di creare un’alternativa alle attuali capsule di trasporto. Dall’altra, la possibilità che la stazione rimanga disabitata per diversi mesi, potrebbe causare ulteriori ritardi.
Le dichiarazioni rilasciate dalla NASA comunque sembrano rassicurare sul futuro delle missioni e dell’equipaggio. Ovviamente ciò che più urge al momento è aiutare gli astronauti che sono rimasti in orbita, a 400 Km dalla superficie terrestre.
Essi dovranno lavorare il doppio nei prossimi mesi, dacché gli astronauti che servivano per completare l’equipaggio necessario non sono riusciti a raggiungere la ISS.
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