Cosa ci riserba il futuro? C’è modo di sperare che il punto di non ritorno si allontani sempre più divenendo sfocato ed impercettibile ai margini della nostra percezione del futuro? Dovremo forse aspettarci un mondo da incubo, post-apocalittico, dominato dall’inquinamento, dal riscaldamento globale, da malattie, morte e crisi economiche?
Un mondo dove il sole non riuscirà più a filtrare attraverso i spessi strati di polveri sottili? Un mondo grigio e non più verde e azzurro come siamo soliti immaginare la nostra piccola sfera attaccata alla trama dell’universo? Ma c’è un rimedio a tutto questo?
Cos’è il punto di non ritorno?
Il punto di non ritorno è una data, fissata da scienziati ed esperti, superata la quale non sarebbe più possibile tornare indietro.
Superata la quale la Terra sarebbe così logorata da inquinamento, riscaldamento globale, deforestazione, sfruttamento del suolo, ecc, che non sarebbe più in grado di riprendersi e tornare rigogliosa e capace di ospitare la vita.
Secondo gli esperti già nel primo anno superato il punto di non ritorno moriranno 700 mila persone e tra i restanti si perderanno 65 milioni di posti di lavoro. Ma già nell’ultimo anno i morti per i cambiamenti climatici sono stati migliaia ed i danni riportati ammontano a 320 miliardi di dollari.
E se lo avessimo superato il punto di non ritorno?
Quali fattori determinano il punto di non ritorno?
Ovviamente al primo posto sotto i riflettori dei fattori per determinare il punto di non ritorno vi è il riscaldamento globale. Per evitare di superare il punto di non ritorno dobbiamo impegnarci a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°.
Al momento l’aumento di temperatura è già fissato a più 1° e seguendo l’andamento globale attuale si potrebbero raggiungere anche i 5° / 6° in più. Per evitare ciò sono state tenute numerose conferenze globali e siglati accordi che impegnano i vari stati a limitare le proprie emissioni di CO2.
Ad influenzare l’avanzamento del riscaldamento globale troviamo la deforestazione, l’utilizzo di combustibili fossili, lo sfruttamento del suolo, ecc, tutto ciò, ovviamente, riconducibile all’intervento umano, che, senza pensare alle conseguenze, ha preso da questo pianeta tutto ciò che poteva prendere.
A quando è fissato il punto di non ritorno?
Sulla data fissata come punto di non ritorno non troviamo tutti d’accordo. Secondo alcuni avremmo tempo fino al 2030 per rimediare agli errori del passato. Data fissata dal Global Commision on the Economy and Climate, nel dossier sul riscaldamento globale presentato alle Nazioni Unite.
I prossimi 12 anni saranno quindi decisivi per invertire la tendenza dell’umanità. Ma ogni anno la situazione sembra peggiorare. Gli ultimi due anni sono stati i più caldi dal 1880 e le ripercussioni si fanno vedere.
Secondo altri il punto di non ritorno è decisamente dietro l’angolo, nel 2020 per precisione. Secondo la Campagna di Sensibilizzazione Missione 2020, formata di climatologi ed esperti, avremmo appena un paio di anni per cambiare le cose. C’è chi sostiene che, pur non avendo ancora raggiunto il punto di non ritorno, le possibilità che ci restano di evitare la catastrofe si aggirano appena attorno al 5%.
E nella peggiore delle ipotesi?
Ci sono poi i più pessimisti secondo i quali il punto di ritorno sarebbe già passato e quella che ci attende nei prossimi anni è una lenta decadenza fino alla fine del pianeta stesso. Ma ciò che non si è tenuto in considerazione è come reagirà la natura stessa a tutto ciò, si lascerà sconfiggere da cambiamenti climatici ed inquinamento?
C’è, infine, chi sostiene che tutto ciò è un invenzione, che il riscaldamento globale non esiste, ma basta uscire appena fuori il nostro bozzolo sicuro ed ovattato per scoprire che è reale e che dobbiamo insieme fare qualcosa per evitare la fine.
This post is also available in: