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Facebook è il social network meno affidabile di tutti i principali social network per quanto riguarda la salvaguardia dei propri dati e della propria privacy. Solo il 22% degli statunitensi ha dichiarato di affidare a Facebook con tranquillità le proprie informazioni personali, molto meno di Amazon (49%), Google (41%), Microsoft (40%) e Apple (39%).
I due attacchi alla privacy più gravi
Ad aprile 2018, l’amministratore delegato Facebook Mark Zuckerberg ha riconosciuto che un hacker è riuscito ad avere accesso impropriamente i dati di alcuni utenti per poi rivenderli. Il numero di persone danneggiate raggiunge gli 87 milioni.
I dati sono stati venduti a una società di consulenza politica inglese: Cambridge Analytica. A settembre dello stesso anno, Facebook ha ammesso un altro hacking dei dati personali, questa volta a discapito di 30 milioni di utenti. L’oggetto del furto, in questo caso, sono stati gli indirizzi mail e i numeri di telefono.
Controllo dei contenuti falsi
Come se non bastasse, Facebook non è riuscito a impedire che le forze dell’ordine russe diffondessero notizie false. Ciò è avvenuto a discapito dei politicanti americani durante il periodo delle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso 2016.
Nonostante l’azienda abbia aumentato il numero dei propri dipendenti per cercare di contrastare queste falle nella privacy e nel controllo dei post pubblicati, nessun risultato è ancora stato raggiunto. È da riconoscere che Facebook stia investendo molto denaro, ultimamente, nello sviluppo di una tecnologia che possa riconoscere e contrassegnare negativamente i post non validi in modo automatico.
Tuttavia, la disinformazione continua a fare da padrona sul social network.
Implicazioni sul numero di utenti
La posta in gioco per Facebook è alta. Gli utenti attivi quotidianamente negli Stati Uniti e nel Canada sono rimasti stagnanti nell’ultimo anno a 185 milioni.
Non è chiaro se ciò sia dovuto a preoccupazioni per la privacy o al fatto che una fetta enorme di popolazione abbia già Facebook e, dunque, le iscrizioni non possono aumentare ulteriormente. Proprio a causa di quest’ambiguità, infatti, Facebook ha ignorato il sondaggio.
Sondaggi a riguardo
Nel tentativo di determinare quale fosse l’impatto di questi ultimi accadimenti sull’immagine di Facebook, Mark Zuckerberg ha incaricato Harris Poll di condurre un sondaggio per conto di oltre 2.000 adulti degli Stati Uniti d’America.
Il sondaggio è stato fatto a metà ottobre 2018 e i risultati mostrano che la percezione pubblica di Facebook è crollata. Il 48% degli intervistati ha dichiarato di aver visto Facebook in modo più negativo rispetto a sei mesi prima, sminuendo il 17% che ha affermato di sentirsi più positivamente.
Analisi dei risultati
Questa maggiore negatività è da tre a otto volte maggiore rispetto ad altre grandi aziende tecnologiche che hanno a che fare con la privacy dei dati degli utenti. Ad esempio, solo il 7% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi più negativo nei confronti di Microsoft, mentre il 28% ha avuto una visione più positiva.
Amazon ha avuto il più grande risultato tra le aziende in termini di percezione da parte dei clienti.
Solo il 10% degli intervistati si è sentito poco sicuro sulla società negli ultimi sei mesi, contro il 39% con una visione più positiva.
“Il risultato di questo sondaggio sarebbe una C o una D alle scuole elementari”
Ha affermato John Gerzema, CEO di Harris Poll, a proposito dell’azienda di Mark Zuckerberg. Il gigante dei social network potrebbe avere difficoltà a riguadagnare la fiducia del pubblico a causa dei suoi ripetuti problemi.
I consumatori sono più propensi a “perdonare” un’azienda se si rendono conto che il problema si è verificato solo in modo sporadico, e non ripetutamente come avvenuto nel caso di Facebook.
Dunque, dati i ripetuti attacchi alla privacy subiti, il pubblico non si mostra ancora indulgente. Ciò sta portando, inevitabilmente, a una crescita di utenti per gli altri principali social network.
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