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La tecnologia ci aiuta a vivere meglio, a rendere ogni piccola faccenda più semplice e magari divertente. Soprattutto quando la vita non è stata sempre così perfetta, un piccolo o grande aiuto in più non guasta mai. Ecco alcuni esempi di come la tecnologia riesce a battere le disabilità.
Optical Wheelchair
Una classica sedia a rotelle può aiutare in caso di limitata mobilità, ma poco può a chi purtroppo si ritrova a non poter muovere nessuna parte del corpo, al di fuori degli occhi.
L’Optical Wheelchair, invece, si muove con comando oculare ed espressioni del viso. Una telecamera riprende i movimenti delle pupille ed interpreta le espressioni facciali, per poi mandare queste informazioni alla sedia intelligente, che le elabora e si muove di conseguenza.
Protesi di ultima generazione
La tecnologia fa quotidianamente passi da gigante quando si incontra con la medicina. Le protesi di ultima generazione non servono solamente a rimpiazzare l’arto mancante fisicamente, ma anche, e soprattutto, funzionalmente.
Esse permettono di muovere ogni singolo dito, di afferrare e di agire esattamente come fosse una mano vera.
Come tornare a vedere
Anche per quanto riguarda i problemi di vista più gravi si stanno avendo dei risultati notevoli. In un ospedale di Londra sono stati installati dei microchip in due pazienti completamente non vedenti e questi sono riusciti a riacquisire, parzialmente la vista.
Mentre a Pisa, una paziente è stata sottoposta ad un’altra innovativa terapia. Le è stata inserita una retina artificiale capace di inviare al cervello, tramite connessioni con il nervo ottico, le immagini dell’ambiente circostante.
Esoscheletri
Iniziamo a veder sorgere anche primi esoscheletri che consentono di rimettersi in piedi alle persone che ormai non possono più farlo.
Ad esempio, l’esoscheletro dell’università di Berkley, in California, avvolge il paziente come fosse un armatura e gli consente di stare dritto sui propri piedi, nonché di fare qualche piccolo passo con l’aiuto delle stampelle.
Questo è ancora un piccolo passo, ma per chi non poggiava i propri piedi a terra da molto tempo, è già un grande traguardo.
The Sound Shirt
The Sound Shirt è una speciale maglietta che permette ai non udenti di ascoltare la musica.
La maglietta, realizzata dalla CuteCircuit, pulsa, seguendo i dati trasmessi da uno speciale software, permettendo a chi la indossa di “sentire” la musica sulla propria pelle.
ABBI
ABBI è uno speciale braccialetto che aiuta i non vedenti.
Il braccialetto consente di mappare gli ambienti frequentati quotidianamente, come può essere la scuola per un bambino, aiutandolo ad orientarsi nello spazio circostante.
iSpeech
Le persone con gravi disabilità trovano spesso difficoltà a relazionarsi con gli altri. La difficoltà nella comunicazione è evidente, ma forse una piccola app può aiutare a colmare un poco il divario.
iSpeech traduce il testo scritto in voce, ma non solo, implementandolo con la tecnologia Eyegaze, esso riesce a riprodurre la comunicazione anche quando questa è solamente accennata da movimenti della testa.
dgGlove
dgGlove è un dispositivo per aiutare i non vedenti, ma anche i non vedenti e non udenti. I pazienti possono digitare il messaggio sul dispositivo come fosse una tastiera.
Questi messaggi possono poi essere tradotti in voce, visualizzati sullo schermo od addirittura inviati tramite internet. Ma non è tutto, il dispositivo permette anche di ricevere una risposta, traducendola in vibrazioni sul palmo della mano. Il dgGlove è stato presentato al Maker Faire Rome.
Alfred
Abbiamo poi Alfred, un bastone-stampella che può essere utile in diversi tipi di disabilità. Alfred può comunicare con lo smartphone, darci informazioni sul tempo, ricordarci di prendere i farmaci ed effettuare chiamate di emergenza.
Waybration
Infine, non dobbiamo dimenticarci che anche a chi soffre di un qualsiasi tipo di disabilità non deve mancare nulla, nemmeno lo sport. Waybration permette ai non vedenti di praticare sport di navigazione, come il SUP, il windsurf e la vela.
Un software pianifica il percorso che l’atleta dovrà seguire e comunica con delle apposite cavigliere. Durante il percorso le cavigliere indicheranno all’atleta, con leggere vibrazioni, il percorso da seguire.
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