Nel 2011 è stato costruito il primo spazio porto per futuri viaggi spaziali turistici. Da quel momento la Virgin ed il suo creatore Richard Branson, insieme a tutti i collaboratori, non hanno mai smesso di sognare di raggiungere un giorno lo spazio con i loro velivoli.
Il turismo spaziale
La Virgin Galactic è oggi tra i principali competitori al turismo spaziale e, probabilmente, tra i due che hanno fatto più passi avanti in merito.
Mentre SpaceX stacca il primo biglietto per un volo sul BFR, con direzione Luna, la Virgin Galactic si appresta ad ultimare le infrastrutture che porteranno la sua SpaceShip Two nello spazio.
Essi partiranno dallo spazioporto di Grottaglie, in Puglia, per la modica cifra di 250.000 dollari a biglietto.
La Virgin continua a prepararsi all’avvento del turismo spaziale, promettendo di riuscire a portare i primi turisti già nel 2020. Nel frattempo, dopo una serie di test, lo scorso 13 Dicembre la navicella SpaceShip Two ha finalmente raggiunto lo spazio.
I precedenti test
Ovviamente prima di raggiungere una quota così elevata la compagnia ha fatto diversi test precedenti. La SpaceShip Two, portata a 15 chilometri di altezza dall’aereo madre (lo Space Knight Two), dovrebbe poi raggiungere in autonomia un altitudine di 100 chilometri.
Questo è il piano di volo finale. Ora per arrivare ad un risultato del genere occorrono diverse prove.
Lo SpaceShip Two ha effettuato il primo volo di prova nel 2016, agganciato alla SpaceKnight Two. Dopodiché, dall’Aprile di quest’anno ha effettuato una serie di test di planata e tre test utilizzando i propri propulsori.
I propulsori della navicella sono stati accesi per la prima volta il 5 Aprile 2018, raggiungendo i 25,7 chilometri di altezza; il 29 Maggio successivo, raggiungendo i 34,3 chilometri; il 26 Luglio, toccando i 52 chilometri; ed infine, lo scorso 13 Dicembre, raggiungendo l’apogeo di 82,7 chilometri, ad una velocità massima di Mach 2,9.
Il volo del 13 Dicembre
Il 13 Dicembre è una data che Richard Branson, i due piloti e tutto il team che ha contribuito alla realizzazione del progetto, non dimenticheranno mai.
La navicella della Virgin Galactic ha raggiunto gli 82,7 chilometri di altezza, sorpassando la quota di 80 chilometri che segna il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio.
Lo SpaceKnight Two è decollato dal Mojave Air and Space Port, in California, alle 16:10 (orario italiano). Alle 16:59, ad un’altitudine di circa 13,1 chilometri, sopra il deserto del Mojave, è stata sganciata la SpaceShip Two, con i due piloti a bordo.
Dopo pochi secondi la navicella ha accesso i propri propulsori, spingendosi ad una velocità di Mach 2,9 (3.550 km/h), raggiungendo gli 82,7 chilometri di altezza.
A quel punto la torre di controllo si è congratulata con i due piloti: “Unity, benvenuti nello spazio”.
Dopodiché i piloti hanno riportato la SpaceShip Two a terra, rientrando in atmosfera ad una velocità di Mach 2,5. Alle 17:14, la navicella ha toccato terra, con un atterraggio perfetto all’aeroporto dal quale erano partiti.
L’impresa storica ha finalmente coronato il sogno della Virgin. “Oggi, per la prima volta nella storia, una nave spaziale abitata, costruita per trasportare passeggeri, ha raggiunto lo spazio. Oggi abbiamo completato il nostro primo volo economicamente redditizio, ed i nostri piloti hanno guadagnato le ali da astronauti commerciali. Oggi, abbiamo dimostrato che la Virgin Galactic può davvero aprire lo spazio per cambiare il mondo”, annuncia orgoglioso Richard Branson.
Ed ancora: “Questo è un giorno memorabile, ed io non posso essere più orgoglioso dei nostri team, che insieme hanno aperto un nuovo capitolo dell’esplorazione spaziale”.
I piloti
L’impresa storica ha visto coinvolti due esperti piloti, che per primi hanno portato una navicella per trasporto passeggeri nello spazio.
Stucky è un ex pilota dei marines e della NASA, con oltre 9000 ore di volo su aerei da combattimento (F-4, F-16, F/A 18, U2).
Sturckow, invece, è un ex astronauta della NASA, che ha volato in quattro missioni dello Space Shuttle, comandandolo due.
Spazio o non spazio?
A frenare l’entusiasmo generale c’è chi sostiene che in realtà la Virgin non abbia raggiunto la soglia minima per essere considerato spazio.
Convenzionalmente si usa comunemente la Linea Karman, a 100 chilometri dal livello del mare. Ma è difficile definire una linea netta che separi l’atmosfera dallo spazio.
La World Air Sports Federation sta già da tempo pensando di abbassare la linea ad 80 km, visti anche i precedenti. L’US Air Force insieme alla NASA, avevano infatti riconosciuto le ali da astronauta ai piloti dell’X-15, appena fuori la soglia degli 80 chilometri già negli anni ’60.
Per la NASA e per l’aeronautica militare il limite è quindi fissato ad 80 km, anche se convenzionalmente si arrotonda a 100, ma i più scettici ancora, vorrebbero far slittare la soglia fino ai 150 km.
Non ci sono certezze e la Virgin Galactic è la prima compagnia privata per trasporto passeggeri ad aver superato la soglia, perciò può fissare la soglia dove vuole.
Virgin Galactic benvenuti nello spazio!
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