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Saturno è un pianeta che fa sempre sognare. Appena 10 metri di spessore, per un estensione di 120.000 chilometri, gli anelli del sesto pianeta del sistema solare sono composti da miliardi di piccoli e piccolissimi oggetti (dal micrometro al metro), che orbitano attorno ad esso.
Uno spettacolo di grigio, marrone e rosso, che tinge l’immaginario collettivo, pensando ad uno dei pianeti più stupefacenti del sistema solare. Una delle cose che ci ricorda sempre la varietà e la diversità dell’universo.
Ma gli scienziati lanciano una notizia shock, che distrugge i viaggi di moltissimi sognatori, Saturno è destinato a perdere i suoi anelli.
Di cosa sono fatti gli anelli?
Come detto gli anelli sono composti da un infinità di oggetti dalle dimensioni che variano dal micrometro al metro, che orbitano attorno al Pianeta, formando sottilissimi cerchi di appena 10 metri.
Questi oggetti sono per lo più blocchi di ghiaccio. Non si sa molto sugli anelli che hanno reso celebre il
lontano e gelido pianeta. Solamente con l’avvicinamento della sonda Cassini, nel 2004, siamo riusciti ad apprendere di più su di essi.
Gli anelli sono divisi in sette fasce e solamente dell’anello D se ne conosce la conformazione. Continui fenomeni di criovulcanismo su Encelado (luna di Saturno), hanno infatti generato un eccesso di materiale che è andato a formare l’anello D del pianeta.
Non si conosce, invece, l’origine degli altri anelli, anche se si pensa possono derivare dalla distruzione di una delle lune di Saturno ad opera di un altro satellite o di una stella cometa. Oppure, che si tratti di materiale in eccesso risalente alla formazione del pianeta stesso.
Gli anelli furono scoperti da Huygens nel 1655, anche se già Galileo aveva notato un insolita conformazione del pianeta. Tuttavia si stima che gli anelli si siano formati successivamente alla formazione del pianeta e che essi siano relativamente giovani.
Pioggia di anelli su Saturno
Siamo abituati a pensare a questo misterioso pianeta, circondato dai suoi anelli che lo rendono unico e maestoso, incoronandolo come il pianeta più bello del sistema solare, dopo la nostra piccola sfera blu e verde, ovviamente.
Ma pochi sanno che il materiale di cui essi sono composti precipita regolarmente sul pianeta, in un pioggia di anelli. La pioggia era stata già osservata circa 40 anni fa, con il passaggio delle sonde Voyager 1 e 2.
Il materiale, composto per lo più da particelle di ghiaccio, si tuffa nell’alta atmosfera, generando una pioggia densa e pressoché perenne. Si stima che la pioggia di anelli corrisponda ad una piscina olimpionica ogni mezz’ora.
Con il ritmo stimato dalle sonde Voyager Saturno perderà completamente i suoi magnifici anelli nel giro di 300 milioni di anni, divenendo un normale e banale pianeta gassoso.
Un sacco di anni, potremmo pensare, ma il ritmo della pioggia sta vertiginosamente aumentando, la sonda Cassini, infatti, ha riportato drastiche conclusioni. Agli anelli di Saturno non mancano più 300 milioni di anni, ma appena 100 milioni.
La breve vita dei satelliti di Saturno
L’immagine di Saturno, adornata con i suoi magnifici anelli, è un ricordo caro che la razza umana riporta non solo da missioni spaziali, ma anche da dipinti, sogni e fantasie di mondi alieni.
100 milioni di anni sembra un lasso di tempo pressoché infinito e chissà se ci sarà ancora qualche esponente dell’umanità e se questi si ricorderanno dell’ancestrale magnificenza del sesto pianeta del nostro sistema solare natale.
Eppure 100 milioni di anni considerandolo nei tempi dell’Universo non sono poi molti.
Aggiungendo ad esso il fatto che è stato stimato che gli anelli di Saturno siano relativamente giovani, dobbiamo considerarci estremamente fortunati ad essere comparsi nell’universo proprio negli anni in cui l’immenso pianeta gassoso sfoggiava i suoi ammalianti anelli.
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