Le tre leggi della robotica, create da Isaac Asimov, padre della moderna fantascienza, appaiono per la prima volta nel 1942, nel romanzo “Circolo vizioso”. Da quel momento vengono considerate un punto fermo nella narrativa e nella filmografia fantascientifica.
Ma non solo, le leggi della robotica sono così efficienti che si adatterebbero perfettamente alla vita reale. Anche se occorreranno ancora alcuni progressi nel campo dell’intelligenza artificiale, il divario che ci separa all’implementazione delle tre leggi non è mai stato così breve.
Prima Legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno”.
Seconda Legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.
Terza Legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.
L’avvento di IA e Deep Learning
Quella che fino ad ora sembra ricreare un suggestivo ambiente letterario, troverà presto spazio anche nel mondo reale. Intelligenze Artificiali e Deep Learning sempre più avanzate ci portano a pensare a quanto tempo manca ancora prima di ritrovarsi nei mondi idealizzati da scrittori e registi.
Decisamente poco se esperti del settore e governi mondiali iniziano a redigere leggi e codici a riguardo. Le leggi della robotica di Asimov sono un buon punto di partenza, ma la realtà sembra essere ben più complessa.
Il codice etico sull’Intelligenza Artificiale
L’unione Europea ha recentemente pubblicato il primo codice etico sull’intelligenza artificiale. Il 18 Dicembre il codice è apparso online.
Esso è volto a fornire linee guida sulla trasparenza e sulle responsabilità dell’AI; incoraggia aziende e ricercatori ad aumentare la protezione della privacy; regolamenta la non discriminazione e richiede una supervisione umana nei progetti, per lo meno nella fase iniziale.
Il documento è stato pubblicato online per valutarne l’efficienza, prima della promulgazione ufficiale a Marzo. Fino a quel momento si accettano suggerimenti.
Per redigere il documento ci sono voluti 52 esperti del settore che insieme hanno lavorato al fianco dell’Unione Europea.
Cosa dice il codice?
Nel codice viene esplicato il ruolo della dignità umana. L’IA non dovrà mai recar danno agli esseri umani, agli animali o alla natura. I danni non si riferiscono solamente alla sfera della sicurezza fisica, ma anche della dignità, della psicologia e dell’aspetto finanziario.
Le macchine, dovranno lavorare per favorire l’autonomia dell’uomo e mai ridurre questo aspetto. Infatti, gli esperti che hanno redatto il codice, ritengono che un’eccessiva dipendenza dalle macchine è assolutamente da evitare, per salvaguardare l’autonomia umana.
L’utilizzo di tali tecnologie non deve essere influenzato da discriminazione alcuna. Esse, infatti, devono apportare beneficio alla collettività e non al singolo. Per rendere possibile ciò tutto ciò che è legato alle intelligenze artificiali deve essere trasparente, accessibile e comprensibile a tutti.
Il codice ricorda molto i principi delle leggi della robotica, Asimov sarebbe orgoglioso dell’Unione Europea.
Intelligenza Artificiale Europea
L’Europa si fa spazio nel panorama mondiale sull’intelligenze artificiali.
Nonostante gli studi più influenti su di essa provengano, indubbiamente, dagli Stati Uniti, patria delle più grandi compagnie informatiche e tecnologiche, si stima che il 28% degli articoli scientifici che trattano di intelligenza artificiale siano di ricercatori europei.
La volontà di emergere nel mondo dell’Intelligenze artificiali ci ha spinti ad investire 20 miliardi di euro in essa.
Probabilmente la reticenza viene anche dal fatto che nel vecchio continente poco siamo propensi a fidarci del nuovo. Proprio questo è uno dei motivi che ha spinto l’Unione a redigere il codice. Gli esperti sperano che leggi scritte nere su bianco donino una sensazione di maggiore fiducia da parte degli utenti.
“L’intelligenza artificiale può apportare grandi benefici alle nostre società, dalla diagnosi dei tumori alla riduzione del consumo energetico. Ma affinché le persone accettino e utilizzino i sistemi basati su questa tecnologia devono averne fiducia, sapere che la loro privacy è rispettata, che le decisioni non sono di parte”, dice Andrup Ansip, vicepresidente della Commissione Europea e commissario digitale.
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