In molti hanno riposto e sperano di riporre la speranza nella tecnica di crioconservazione del corpo.
C’è chi ha stipulato un contratto per farsi ibernare dopo la morte, o chi ancora vivo ha deciso di affidarsi alle cure del gelo con la speranza di svegliarsi quando verrà trovata una cura alla propria malattia.
Nel mondo ci sono tre aziende che offrono il servizio e le persone ibernate sono già più di 300.
Come funziona la crioconservazione?
Conosciamo questa tecnica attraverso la fantascienza, dove vediamo affrontare viaggi lunghi anche secoli, tra un pianeta e l’altro, mantenendo i passeggeri in uno stato di letargo, come “Passengers”.
O come la serie televisiva animata “Futurama”, dove il protagonista, la notte tra il 1999 e il 2000 finisce, accidentalmente, dentro una capsula criogenica e si risveglia mille anni dopo, nel 2999.
La tecnica per la crioconservazione prevede di ridurre le funzioni vitali al minimo, rallentare il battito cardiaco, la respirazione e il metabolismo, abbassare la temperatura corporea.
Tuttavia tutto ciò presenta un problema non da poco, nessuno fino ad ora è mai stato risvegliato e non esiste una tecnica precisa per farlo. Finché la prima persona non verrà risvegliata non potremo sapere se la crioconservazione funzioni o meno.
Per questa ragione al momento non è ancora possibile conservare corpi vivi, ma solamente post-mortem. Chiunque abbia stipulato un contratto con le compagnie la procedura inizia appena il cuore smette di battere. Il tutto deve avvenire in una manciata di minuti: dal momento in cui il cuore smette di battere, ma prima che venga dichiarata la morte cerebrale, con la clausola, ovviamente, di non venir rianimati. Il sangue viene sostituito da una sostanza particolare, che impedisce il congelamento dell’acqua all’interno delle cellule. Dopodiché il corpo viene portato a -196°, la temperatura dell’azoto liquido, dove rimarrà immerso a testa in giù nelle cisterne, “tewar”.
Quali sono le aziende che se ne occupano?
Come abbiamo già detto, ci sono solamente tre aziende al mondo che si occupano di crioconservazione: due società americane, la Alcon e la Cryonics, e una russa, la KrioRus.
Attorno ad esse girano diverse altre compagnie minori che si occupano del trasporto dei “pazienti”.
Oltre alle circa 350 persone ibernate, al mondo ci sono circa 2.000 persone che hanno stipulato il contratto. A queste è stato chiesto il versamento di una polizza assicurativa sulla vita al costo minimo di 30 dollari al mese, per far fronte a quelle che saranno le spese di conservazione.
Mentre per quanto riguarda la pratica vera e propria i costi variano molto. Si parte dai 200.000 dollari della Alcon per la conservazione del corpo intero e di 80.000 dollari per il solo cervello.
Cryonics ha tariffa che variano di molto e che scendono sotto i 100.000 dollari.
Mentre la KrioRus chiede appena 36.000 dollari per il corpo e 18.000 per il cervello.
Chi ha deciso di farsi ibernare?
L’idea di potersi risvegliare in un futuro utopico, dove la medicina è arrivata al punto di poter curar ogni male e dove, magari, esiste già l’immortalità, è un sogno idilliaco.
Proprio l’immortalità, infatti, è il fulcro attorno al quale girano la maggior parte dei contratti stipulati. Ovviamente ognuno ha apposto la clausola di essere risvegliato solamente in determinati casi.
Per chi non cerca l’immortalità la clausola è quella di essere risvegliato al momento in cui si potrà curare la propria malattia.
Il più giovane corpo conservato in sonno criogenico è quello di Matheryn Naovaratpong, una bambina di appena due anni, che i genitori hanno deciso di ibernare a seguito della scoperta di un tumore al cervello allo stadio terminale.
Tra le due mila persone che hanno stipulato il contratto vi sono otto italiani e una è già in stato di crioconservazione. Si tratta di una donna deceduta a Febbraio del 2016, ora affidata alla KrioRus.
Risveglio
Ancora nessuno è mai stato risvegliato. Il giorno in cui i primi corpi verranno risvegliati dipenderà strettamente dall’avanzamento della medicina. Ci sono buone probabilità, tuttavia, che la prima persona ibernata venga riportata in vita entro i prossimi dieci anni.
Kowalski, presidente del Cryonics Instute ha dichiarato: “Dipende dagli avanzamenti della tecnologia come quelle delle cellule staminali.
Se pensate a qualcosa come la rianimazione cardiopolmonare, procedura che sarebbe sembrata incredibile 100 anni fa.
Ora diamo per scontato che ci sarà un enorme progresso della tecnologia. Riportare in vita criogenicamente qualcuno dovrebbe essere definitivamente fattibile in 100 anni, ma potrebbero volercene appena 10”.
Per Kowalsi e per molti altri, al momento la criogenia è l’unica soluzione contro la morte. E come non fidarsi di qualcuno che ha già stipulato un contratto per lui, la moglie e i tre figli, con la speranza di risvegliarsi un giorno in un futuro migliore?
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