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Alita – Angelo della battaglia è attualmente nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Il film, diretto da Robert Rodriguez, è tratto dal manga a cui Yukito Kishiro ha lavorato dal 1990 al 1995.
James Cameron, invece, che tanto ha dedicato al film, con la volontà di poterlo dirigere in prima persona, ha lasciato molto di sé nella realizzazione, di cui comunque ne è stato sceneggiatore e produttore.
Il manga di Yukito Kishiro
Il capolavoro di Yukito Kishiro lo ha tormentato, un genio solitario e struggente che si è addirittura ammalato durante la realizzazione, dovendo interromperla a causa di un esaurimento nervoso.
Ci sono voluti cinque anni, dal 1990 al 1995, per scrivere e disegnare la prima storia: Alita – Angelo della battaglia. Dopodiché altre due storie dell’autore sono tornate a raccontare le vicende di Alita, l’ultima della quale è ancora in corso d’opera.
L’autore ha adorato l’adattamento cinematografico della sua opera, tant’è che ha disegnato il poster per la promozione del film in Giappone.
“Grazie al grandioso staff è diventato il più grande film al mondo. Ogni volta che lo vedo trovo qualcosa di nuovo. La composizione è fantastica. Tutte le scene sono speciali e non ce ne sono di inutili.
Si tratta di qualcosa di così tanto eccitante che non riesco a credere di aver creato la storia originale.
Il cuore del manga è stato brillantemente adattato per il film, tra cui le emozioni dei personaggi e le loro motivazioni che si sono rispettate alla perfezione nel lungometraggio, quindi sono stato davvero felice.
Mi sento semplicemente molto onorato”.
La trama
La storia è incentrata su Alita, una cyborg che ha perso memoria della sua vita passata. Ci troviamo nel 2563, nella Città di Ferro sotto Zalem, l’ultima città sospesa, dopo la grande guerra che durò 300 anni.
Il medico Ido Dyson trova casualmente la testa di Alita, nella discarica della Città di Ferro. Ido riesce a ripararla e a darle un corpo nuovo, lasciandole poi esplorare la città sotto la guida di Hugo.
Troviamo la grande distinzione tra Zalem, la città sospesa, dove tutti agognano stare, bella, perfetta e ricca e la Città di Ferro, dalla quale tutti cercano di scappare, distrutta e devastata.
In mezzo un gioco: il Motorball, l’unica via che hanno gli abitanti della Città di Ferro per accedere a Zalem, chi diventerà Ultracampione, infatti, avrà la possibilità di accedere alla città sospesa.
Durante la storia, però, Alita scoprirà di non essere né una semplice ragazza né un semplice robot, ma qualcosa di più, continuando a cercare di rimettere insieme i pezzi del suo passato.
Alita
Alita, l’angelo della battaglia, in Giapponese Gunnm o Gally, il cui nome è un intraducibile gioco di parole.
Gunnm, infatti, è la contrazione di Gun’s dream, il sogno di una pistola, ma nell’adattamento americano del manga prima e del film poi il suono risultava troppo duro per la bella e sensibile cyborg.
Fu allora chiamata Gally. In italiano, infine, Gally divenne Alita.
Cyberpunk
Gli amanti del cyberpunk non potranno non adorare Alita. Un mondo legato al nostro presente ma catapultato in un futuro ancor più digitale.
Con storie lineari e semplificate che nascondono tematiche complesse e profonde, che bene si adattano con le politiche Hollywoodiane.
Alita immedesima perfettamente il momento più rilevante della fantascienza manga giapponese. Il giusto connubio tra cyberpunk e cultura giapponese.
Il film è, inoltre, ricco di citazioni, come il postmodernismo di Astro Boy, di Osamu Tezuka o Ghost in The Shell di Masamune Shirow.
Effetti speciali
Con James Cameron tra i produttori le aspettative in fatto di effetti speciali sono decisamente alte. Stiamo, infatti, parlando del regista di Avatar, Terminator, Alien, ecc.
Gli effetti speciali anche in Alita sono stupefacenti, a partire dai grandi occhi della protagonista che tanto enfatizzano l’amore per il taglio degli occhi occidentali da parte dei giapponesi.
Nonostante la difficoltà che Hollywood ancora ha nella trasposizione dei manga in film, Alita è senza dubbio ben riuscito, anche se nei primi giorni ancora non ha pareggiato i costi di produzione, mettendo a rischio la realizzazione dei due capitoli successivi.
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