Grazie Opportunity per i tuoi servigi. Il rover più longevo nella storia dell’esplorazione marziana ha concluso la sua missione ed è stato dichiarato “morto”.
Era stato progettato per durare appena 3 mesi, ma ha resistito al mondo alieno per ben 15 anni, svelando numerosi segreti del pianeta rosso, fino ad allora sconosciuti.
Il rover non è più in grado di emettere e ricevere comunicazioni. Per questo motivo è stata annunciata la fine della sua lunga missione sul suolo marziano, dove rimarrà spento in eterno.
La NASA, intanto, lo commemora, ricordando quanto importante sia stata la sua esistenza e quanto il suo addio lascerà un vuoto nel ricordo dei primi pionieri marziani.
Addio Opportunity!
La NASA ha comunicato al mondo che Opportunity, alla fine, non ha resisto alla vita marziana, e, dopo quindici anni, ha cessato di comunicare con il pianeta Terra.
È stato Thomas Zurbuchen, responsabile delle missioni scientifiche della NASA a dare la notizia al mondo, lo scorso 13 Febbraio: “Con un senso di profonda riconoscenza e gratitudine, dichiaro che la missione di Opportunity è finita”.
Ma Thomas non è l’unico a commemorare il rover con un nodo alla gola.
Tanya Harrison, scienziata planetaria, ad esempio, affida il suo epitaffio a twitter: “C’era silenzio. C’erano lacrime. C’erano abbracci, memorie e risate condivise. Grazie Oppy! Buona notte Oppy!”.
Cos’è successo a Opportunity?
È da Giugno del 2018 che dal rover giunge solamente silenzio. Una tempesta di polvere ha colpito il pianeta rosso, nel punto dove si trovava Opportunity, oscurando i pannelli solari dalla luce del sole.
Le ultime notizie che gli scienziati hanno è che la batteria del rover si stava scaricando quasi del tutto e allora Opportunity, per superare la crisi, è andato in risparmio energetico.
Quasi tutte le attività sono state sospese, così facendo al termine della tempesta il rover avrebbe dovuto avere sufficiente energia per riprendersi.
Per lo meno era quello che gli scienziati speravano. Eppure la tempesta è finita, ma da Opportunity non è più giunto nessun segnale.
L’ultimo messaggio di Opportunity risale al 10 Giugno 2018.
Nei successivi mesi gli scienziati hanno continuato a tentare di mettersi in contatto con il rover, ma dopo l’ennesimo silenzio, il 12 Febbraio scorso, si è deciso a malincuore di dichiarare la “morte” di Opportunity.
Perché Opportunity non si è ripreso dopo la tempesta?
Gli scienziati hanno aspettato ben sette mesi per dichiarare terminata la missione perché speravano che Opportunity riuscisse a riprendesi.
Non avendo ricevuto più alcun dato dal rover, non si sa bene cosa sia successo. L’ipotesi più accreditata era quella che la forte tempesta avesse depositato ingenti quantità di sabbia sopra i pannelli solari.
Così nonostante il cielo fosse tornato limpido i raggi del sole non sono comunque riusciti ad alimentare i pannelli e, quindi, il rover.
Ma gli scienziati speravano che il periodo ventoso tra Novembre e Gennaio spazzasse via la sabbia depositatosi sui pannelli, permettendo a Opportunity di riprendersi.
Evidentemente qualcosa è andato storto e la NASA si è vista costretta ad annunciare la fine della missione il 13 Febbraio 2019, nel corso di una rassegna stampa appositamente organizzata.
Inoltre, sta per sopraggiungere l’inverno marziano, che farà precipitare le temperature a -100°. Opportunity, che probabilmente è rimasto senza ricarica non avrà modo di scaldarsi e proteggersi e molte delle apparecchiature congeleranno.
Per quest’ulteriore ragione gli scienziati hanno deciso di non provare più a mettersi in contatto con il rover, dichiarandolo definitivamente morto.
Grazie Opportunity!
Il rover, costruito per sopravvivere 3 mesi sul suolo marziano ha resistito per quasi 15 anni. Durante la sua vita Opportunity ha percorso più di 45 chilometri, donandoci oltre 200 fotografie del panorama marziano.
I dati raccolti hanno confermato la teoria secondo la quale un tempo Marte era un pianeta molto simile alla Terra, con zone umide e calde, adatte alla vita.
Opportunity, insieme al gemello Spirit, “morto” da ormai nove anni, è stato il primo ad arrivare sul suolo marziano. È stato anche il primo a esaminare rocce sedimentarie e il primo ad ipotizzare che la brulla vallata che stava percorrendo fosse un tempo solcata da un corso d’acqua.
Il cratere esplorato in lungo e in largo sembra poter aver ospitato un tempo la vita e le scoperte del rover hanno rivoluzionato l’esplorazione marziana.
Grazie Opportunity per averci insegnato che il nostro vicino più prossimo, adesso un rosso pianeta morto, era forse un tempo rigoglioso come la Terra.
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