Un team di scienziati ha ottenuto un super DNA a otto lettere, un codice sintetico che non esiste in natura.
Ma a cosa serve questo super DNA, oltre alla gloria scientifica apportata ai suoi ideatori? In futuro potrebbe, potenzialmente, aiutare nell’ottenere nuovi farmaci, nell’immagazzinare dati e a riconoscere forme di vita aliene!
Cos’è il DNA?
L’acido desossiribonucleico (DNA) è una macromolecola che contiene le informazioni necessarie al corretto sviluppo delle cellule di un organismo.
Esso contiene il patrimonio genetico di ogni essere vivente, terrestre, compreso l’uomo. Racchiude in pratica il segreto della vita.
L’Hachimoji DNA
Lo studio del super DNA è stato pubblicato sulla rivista Science. Il DNA sintetico che in natura non esiste ha otto lettere, anziché quattro. Oltre alle lettere A (Adenina), C (Citosina), T (Timina) e G (Guanina), il nuovo DNA ha altre quattro lettere: Z, P, S, B.
Proprio per questo motivo è stato chiamato Hachimoji DNA, una fusione tra due parole giapponesi: hachi, che significa otto, e moji, che significa, invece, lettera; “otto lettere”.
Questo DNA potenziato risulta essere stabile sotto il profilo termodinamico e, così come per il suo modello naturale, presenta la classica forma tridimensionale a doppia elica.
Proprio come il DNA naturale anche l’Hachimoji può essere copiato dall’RNA e può controllare le proteine, ma può immagazzinare una quantità di informazioni decisamente più elevata.
Il team
Il super DNA è stato creato da un gruppo di ricercatori internazionali, guidati da Shuichi Hoshika e finanziati dalla NASA. A collaborare sono stati gli scienziati della Foundation for Applied Molecular Evolution e della società Firebird Biomolecular Science.
Nonché gli scienziati della DNA Software Inc. e dei dipartimenti di Biochimica e Biologia Molecolare dell’Università dell’Indiana e di Chicago, coordinati dal professor Steven A. Brenner.
Il team non è nuovo in questo campo. Avevano già tentato, infatti, di realizzare un DNA potenziato in passato. Questi possedeva sei lettere anziché le classiche quattro.
Due lettere in più che, tuttavia, non bastavano a renderlo stabile. Questo a otto è decisamente più stabile e, così come quello a quattro, che racchiude tutte le specie viventi del pianeta Terra, è compatibile con la vita.
Vita aliena
Abbiamo quindi creato in laboratorio un super DNA che può aiutarci a trovare forme di vita aliene o abbiamo creato noi stessi una forma di vita aliena?
La linea che divide l’una dall’altra è davvero flebile e sottile. Sul pianeta Terra tutte le forme di vita sono legate da una struttura a doppia elica di quattro lettere, il DNA.
Non esistono in natura altri tipi di DNA. Eppure l’Hachimoji creato dagli scienziati è compatibile con la vita e mostra i requisiti per un sistema darwiniano di evoluzione molecolare.
La scoperta è sensazionale e ci ricorda che dobbiamo smetterla di cercare la vita così come la conosciamo. Forse su altri mondi la vita si è sviluppata in maniera diversa, forse in altri pianeti il DNA naturale è a otto lettere. Possiamo quindi affermare di aver noi stessi creato vita aliena?
Secondo Steven A. Brenner no: “Sarebbe un errore dire che il DNA Hachimoji sia un esempio di vita aliena. Se dovesse per caso uscire dal laboratorio non riuscirebbe a sopravvivere”.
È però un valido aiuto per cercare forme di vita aliena che non rientrano nella nostra visione di “vita”.
Sempre Brenner, infatti, afferma: “Esso espande la nostra comprensione dei tipi di molecole che potrebbero immagazzinare informazioni nella vita extraterrestre su mondi alieni”.
Anche Andrea Cavalli, direttore del laboratorio di Biologia e Chimica Computazionale dell’Istituto italiano di Tecnologia, è intervenuto in merito.
“È un risultato di grandissimo interesse per la comunità scientifica. Dimostra che è possibile mantenere una struttura tridimensionale stabile anche utilizzando lettere del codice genetico, le basi, diverse da quelle standard”.
Il super DNA ci ha aperto gli occhi, mostrandoci che la vita può avere mille diverse sfaccettature.
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