L’ISS, la stazione spaziale internazionale, è uno dei primi grandi successi raggiunti dalla razza umana non più come singolo stato ma come civiltà intera del pianeta Terra.
Tuttavia si ritiene e si spera che imprese come queste si ripeteranno in futuro e che, sul suolo marziano, ad esempio, non sventoli bandiera di un singolo stato ma la bandiera del pianeta.
Certo che non è facile gestire una stazione che non fa capo a una singola organizzazione ma a diverse. Proprio per questo esiste la MCB (Multilateral Coordination Board), l’organizzazione che sovraintende la stazione spaziale internazionale.
Recentemente la MCB si è riunita per festeggiare con l’occasione il cinquantesimo anniversario dell’allunaggio e il lancio del primo modulo della ISS. Ma l’incontro è servito soprattutto per pianificare gli ultimi punti cardine del nuovo progetto spaziale globale: il gateway lunare.
Cos’è il Gateway?
Il Gateway, chiamato anche Deep Space Gateway, è una stazione spaziale orbitante attorno alla Luna. Si troverà ad una distanza circa 1000 volte maggiore rispetto a quella della ISS, ovvero a 400.000 chilometri dalla superficie terrestre, e su di essa si svolgeranno esperimenti e ricerche, ma non solo. Sarà un avamposto per discese verso la Luna o lanci per Marte.
Soprattutto con il nostro satellite naturale avrà un rapporto speciale. Infatti, è prevista la costruzione di un hab abitabile sulla superficie lunare, facilmente raggiungibile dal gateway.
Sono anni che le organizzazione spaziali del mondo, la NASA, l’ESA, RosCosmos, ecc, sognano e progetto questo ambizioso progetto e ora sembra essere giunti all’atto finale.
Dopo l’ultimo incontro, infatti, è stata rilasciata anche una data, anticipando di molto quelle che erano le precedenti previsioni.
Entro il 2022 sarà lanciato il primo modulo del Gateway, mentre entro il 2024 i primi moduli dell’habitat lunare saranno posizionati.
Infine, entro il 2028, gli astronauti, che già popoleranno il gateway, renderanno la prima “colonia” lunare permanente. Fino a quel momento l’habitat sarà abitabile per solo due settimane alla volta, costringendo i primi coloni astronauti a fare la spola tra la superficie lunare e il gateway.
I moduli del Gateway
Il Gateway sarà composto da 7 moduli, per un totale di superficie abitabile pari a 125 metri cubi.
- PPE (Power and propulsion element): questo modulo è stato progettato per fornire elettricità tramite i pannelli fotovoltaici.
- ESPRIT (European System Providing Refuelling, Instrastructure and Telecommunication): sarà un modulo per l’immagazzinamento di xenon e idrazina e disporrà di un attracco per i carichi.
- Utilization Mode: diverrà il modulo abitativo principale.
- International Habitation Module: sarà un ulteriore modulo abitativo con spazi notte, cucine e aree per l’esercizio fisico.
- S. Habitation Mode: con questo modulo completiamo l’area abitativa della stazione.
- Gateway Logistic Modules: sono diversi moduli di rifornimento.
- Gateway Airlock module: sarà il punto d’accesso per eventuali passeggiate spaziali.
Tutti i moduli provengono da diverse parti del mondo: Russia, Europa, Stati Uniti e agenzie private. Inoltre, la stazione disporrà di un braccio robotico, quest’ultimo fornito dal Canada.
Il porto lunare cambierà l’esplorazione spaziale
“Il Lunar Gateway è il prossimo grande passo verso l’esplorazione umana del Sistema Solare e stiamo lavorando per farne parte”, spiega David Parker, direttore esplorazione umana dell’ESA.
Questa nuova stazione spaziale internazionale realizzerà il sogno che l’uomo cela da anni, quello di avere un avamposto che lo accompagni nell’esplorazione dello spazio.
L’entusiasmo comunque è grande perché tutti vogliono avere il loro pezzetto di gloria in questa nuova missione lunare. A collaborare oltre alle più grandi agenzie spaziali del mondo, già citate, ci sarà il Sud Africa, il Giappone, il Brasile, l’India, la Cina.
“I nostri alleati vogliono che siamo i loro partner in questa missione lunare. Così oggi ci stiamo facendo avanti, il Canada andrà sulla Luna”.
Ma tutto ciò non sarebbe possibile senza l’esperienza fatta prima con la ISS, con oltre 100 paesi che negli anni l’hanno utilizzata. “La stazione spaziale internazionale è il più grande programma cooperativo mondiale nel campo della scienza e della tecnologia”.
Senza la prima stazione spaziale internazionale non avremmo imparato quanto lontano la razza umana sia in grado di arrivare se solo decidesse di collaborare. E ora, con l’esperienza maturata, ci vogliamo spingere qualche centinaia di migliaia di chilometri più in là.
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