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Dream Market, il mercato dei sogni. Ovviamente proibiti, e altrettanto ovviamente illegali.
È uno dei siti più visitati e celebri del darkweb; l’Internet nascosto, quella parte del deep web dove circolano informazioni che non possono essere riportate sui siti web ufficiali.
Il darkweb è il paradiso dei criminali, dei fuorilegge e di chi non vuole essere rintracciato. E gli acquisti, pagati in bitcoin anziché in denaro contante, quasi sempre passavano per il Dream Market, appunto.
Ma dalla fine di Aprile il sito di e-commerce chiuderà i battenti, come riporta un annuncio in homepage. Il motivo? Potrebbe celarsi in una maxi indagine congiunta che ha visto al lavoro FBI, Europol e Dea.
Dream Market, cos’era e cosa vendeva
Dream Market è un e-commerce che nasce nel 2013, dalle ceneri del “predecessore” The Silk Road (di cui parleremo più avanti).
Come tutti i contenuti del darkweb, Dream Market è accessibile solo attraverso determinati browser come Tor.
Dalla homepage è possibile accedere alle varie categorie. Tra le più gettonate ci sono droghe (pesanti e leggere), contenuti digitali e servizi.
Ma cosa si cela dietro a queste categorie generiche?
In pratica su Dream Market è (o meglio, era) possibile acquistare di tutto. Droghe sintetiche, carte di credito e account clonati, armi di contrabbando, database crackati, materiale pornografico e pedopornografico, oltre ad attività illecite più o meno gravi che vanno dalle torture al terrorismo agli attacchi hacker.
I venditori e i clienti paganti provenivano da tutto il mondo, e potevano operare nel più totale anonimato grazie ai protocolli di sicurezza del Darkweb.
Protocolli che non sono bastati a respingere le indagini della polizia, portando così a una serie di arresti su vasta scala.
The Silk Road, il predecessore di Dream Market
Prima di Dream Market, gli utenti del darkweb si riversavano su altri siti di e-commerce per le loro trattative.
Uno dei più popolari era sicuramente The Silk Road, il Cammino della Seta.
Un sito di contrabbando internazionale, The Silk Road era conosciuto al grande pubblico come “l’Amazon delle droghe”. Non esisteva praticamente nessun tipo di droga, raffinata o sintetica, che non potesse essere acquistata con pochi click e nell’anonimato più assoluto.
Fondato nel 2011, il suo trionfo è durato solamente pochi anni.
Nel 2013 infatti l’FBI ha proceduto a chiudere il sito e arrestare il proprietario, Ross Ulbritch, che nel darkweb era conosciuto con lo pseudonimo di Dread Pirate Roberts.
Un tentativo di riapertura clandestina nel 2014 è stato prontamente intercettato dai federali. E Ulbritch, il fondatore del più florido mercato di stupefacenti del darkweb, è stato condannato in primo grado all’ergastolo.
Come la polizia mette il sale sulla coda al darkweb
Secondo fonti ufficiali, dietro alla chiusura di Dream Market si celerebbe un’indagine su scala internazionale.
A essere coinvolti sarebbero sia gli agenti dell’FBI, sia la Dea (Drug Enforcement Administration, una fra le più importanti agenzie federali degli Stati Uniti), e perfino l’Europol.
Alle indagini hanno fatto seguito un gran numero di arresti in tutto il mondo. Trafficanti, contrabbandieri e spacciatori di qualsiasi nazionalità si sono ritrovati dietro alle sbarre.
Naturalmente sul sito ufficiale la giustificazione fornita per la chiusura è molto più vaga. Si parla di un generico “attacco di hacker“.
La homepage riporta la promessa che i contenuti di Dream Market sarebbero in procinto di migrare su nuovi server, attualmente inesistenti.
La chiusura strategica di Dream Market potrebbe essere tuttavia anche parte di un controllo incrociato da parte dell‘Intelligence di vari Paesi. Con lo scopo di sorvegliare i contrabbandieri e trafficanti che regolarmente usano queste piattaforme per smerciare materiale illegale di ogni tipo.
Dream Market si rivelerà una trappola ben congegnata per mettere il sale sulla coda agli utenti del darkweb?
Darkweb e deep web, facciamo chiarezza
Si sente parlare sempre più spesso di darkweb come un corrispettivo del deep web. In realtà però i due termini si riferiscono a realtà diverse.
Nello specifico, il darkweb rappresenta una parte del più vasto deep web. La parte vietata, in cui si svolgono attività criminose e vengono condivisi materiali e informazioni illegali. Dark, cioè oscuro.
Il deep web invece altro non è che l’insieme di siti, pagine e risorse che non si possono raggiungere normalmente con un motore di ricerca. È l’Internet “nascosto” che si trova a un livello più profondo rispetto ai siti che visitiamo abitualmente, come Facebook, Google e le piattaforme social.
Ad esempio, i contenuti di un database dinamico generati dai linguaggi di programmazione fanno a loro volta parte del deep web, e possono contenere materiale assolutamente legale e legittimo.
Ma nel deep web operano anche le grandi potenze mondiali e le forze di sicurezza, i cui database sono – ovviamente – avvolti nell’anonimato.
In altre parole il deep web può anche essere “dark”, mentre il darkweb vero e proprio è perlopiù “terreno di caccia” d’elezione per criminali, narcotrafficanti, contrabbandieri e “cracker“.
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