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La medicina è sempre più tecnologia ed è anche per questo che si stanno facendo enormi passi avanti nel progresso medico. La tecnologia ci assiste e ci aiuta in ogni aspetto delle nostre vite, anche ad affrontare sfide che ci sembrano insormontabili, come le malattie che colpiscono noi o i nostri cari, prime fra tutte la demenza senile.
La demenza senile
La demenza è una malattia neurodegenerativa che colpisce le persone anziane, per questo è spesso affiancata dal termine senile. Essa sfocia in diverse malattie, di cui la più famosa è, senza dubbio, l’Alzheimer. Una graduale perdita della memoria, fino a quando i nostri cari non riconoscono più nemmeno i nostri volti. La parziale o totale perdita dell’autosufficienza, un declino delle capacità cognitive, della proprietà di linguaggio e della facoltà di ragionamento. Tutti segni che portano ognuno di noi a sperare di non doverci mai trovare in una situazione simile.
Eppure non è raro ritrovarsi a dover convivere con questa malattia, a vedere pian piano i ricordi e le capacità dei nostri cari sbiadire fino a scomparire. Il tutto affiancato dall’incapacità di aiutarli. La loro autosufficienza viene meno e richiedono un aiuto e un supporto costante.
Negli Stati Uniti ci sono 5,8 milioni malati di Alzheimer, in Italia 600 mila, ma sono in aumento, con il progressivo invecchiamento della popolazione. Questi sono assistiti nella maggior parte dei casi dai parenti più stretti, i quali, secondo i dati raccolti, soffrono nel 45% dei casi di depressione, il 40% non lavora per assistere i propri cari e più del 60% non riesce a dormire a sufficienza.
Mentre si aspetta che la medicina trovi la tanto annunciata cura bisogna trovare una soluzione per i pazienti e i loro cari. Come fare? Forse potrà non sembrare molto, eppure possiamo riporre alcune speranze di una vita decente, nell’aiuto che ci viene offerto dal mondo tecnologico.
Una vita iperconnessa
In molti hanno trovato una soluzione trasformando l’abitazione in un grande fratello. Un GPS indossabile ci dice sempre la posizione del paziente, mentre le telecamere seguono i suoi movimenti in casa, durante i periodi in cui dobbiamo assentarci, magari per lavoro o per sbrigare delle faccende. Speakers distribuiti strategicamente in giro per la casa ci consentono di interagire costantemente, parlando al paziente e ricordandogli tutto ciò che si dimentica quotidianamente di fare. Cercando di mantenere un stile di vita il più sicuro possibile anche durante la nostra assenza.
Questa è esattamente la storia raccontata da Kim al Wall Street Journal, che ha deciso di trasformare la propria casa in un nido hitech e di vivere una vita iperconnessa per assistere il marito Greg, affetto da demenza senile, durante le ore in cui deve assentarsi per lavoro.
Greg rincasa dalla clinica che si occupa di lui alcune ore prima della moglie e la attende in casa, mentre lei costantemente lo controlla a distanza. Le uscite sono dotate di sensori, così che, in caso Greg dovesse allontanarsi, i vicini verrebbero immediatamente allertati.
Infermieri Virtuali
Kim è solo una donna qualunque che ha deciso di diventare una donna speciale per assistere il marito. Ma la sua soluzione è geniale, proprio per questo motivo a lavorare nella realizzazione di infermieri virtuali ci sono i ricercatori del Care Research & Technology Center dell’Imperial College di Londra. La ricerca si basa su una serie di sensori da far indossare al paziente. Un sensore per l’elettroencefalogramma, posizionato nell’orecchio, controlla costantemente le funzioni celebrali del paziente, mentre una serie di altri sensori controllano, non solo le condizioni di salute, ma il modo di camminare, le ore di sonno e le abitudini quotidiane.
Prevenire la demenza senile
Se in Italia ci sono circa 600 mila pazienti malati di Alzheimer, il conteggio di quelli affetti da demenza, più in generale, sono molti di più: circa 1 milione e 200 mila. Ma queste malattie, seppur degenerative, possono essere rallentate e tenute sotto controllo, se scoperte tempestivamente.
Per questa ragione è stato creato un videogioco che si prefigge l’arduo compito di individuare l’alzheimer già dai primissimi sintomi. Si tratta di Sea Hero Quest VR, scaricabile dall’App Store e da Google Play. Il gioco è semplice, il giocatore deve condurre una barca attraverso una serie di checkpoint che via via scompariranno.
I ricercatori hanno notato che i giocatori che nel loro patrimonio genetico hanno il gene APOE4 hanno ottenuto risultati peggiori. Il gene è considerato fautore della malattia, perciò queste persone sono considerate a rischio di sviluppare un giorno la demenza senile.
I risultati ottenuti serviranno alla scienza per studiare approfonditamente la malattia. I dati raccolti, infatti, corrispondono a 117 anni, che con la ricerca tradizionale sarebbero potuti essere raccolti in 176 secoli.
Molti altri sono gli aiuti che arrivano dal mondo tecnologico e molti altri arriveranno nei prossimi anni, affinché la malattia non diventi solamente un lontano ricordo.
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