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L’innovazione corre molto più veloce della legislatura. Profilassi interminabili della burocrazia di tutto il mondo, che devono rivedere, aggiustare e modificare le leggi delle varie nazioni per adattarle all’avanzata impetuosa dell’era tecnologica. Una delle tante tecnologie che sta cercando di rivoluzionare il mondo, ma che ha un costante bisogno dell’appoggio legislativo per proseguire sulla sua strada, sono le auto a guida autonoma.
Tra i tanti Stati ancora reticenti in materia di auto a guida autonoma vi è, appunto, l’Italia, ma ancora per poco. Nonostante le critiche e i campanelli d’allarme lanciati da diversi stati nel mondo, le auto a guida autonoma stanno diventando sempre più avanzate e all’avanguardia, raggiungendo livelli d’autonomia impressionanti. Sembra ormai scontato che esse siano il futuro e noi non possiamo che arrenderci e adeguarci al futuro che cambia velocemente.
Per queste ragioni anche l’Italia si appresta a dare il via libera alla guida autonoma. Per il momento, però, si limita ai soli test, in vista di rilasciare la piena concessione.
Le auto a guida autonoma in Italia e nel mondo
La guida autonoma si divide fondamentalmente in cinque livelli d’autosufficienza, quindi regolamentarne l’utilizzo è molto più complesso di quanto si possa pensare. Il primo livello di guida autonoma, la guida assistita, prevede alcune agevolazioni nei confronti del conducente (cruise control, telecamere posteriori, parcheggio assistito) e non richiedono particolari leggi che ne regolamentano l’utilizzo. Difatti, ormai la maggior parte dei veicoli in commercio dispongono di queste tecnologie.
Andando a salire di livello d’autonomia le cose iniziano a complicarsi. Seppur molte macchine in commercio dispongono di tecnologie di guida autonoma di livello più alto, secondo o terzo livello (nessun veicolo attualmente in commercio dispone ancora di livelli più alti), queste non sono utilizzabili in modalità autonoma in moltissimi paesi nel mondo, compresa l’Italia.
Tuttavia ci stiamo muovendo nella giusta direzione per stilare leggi dettagliate e personalizzate su misura per questo tipo di tecnologia.
A tal proposito il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si avvale di un Osservatorio Tecnico di Supporto per le Smart Road. Quest’ultimo ha dato il consenso, all’unanimità, per partire con le sperimentazioni su strade pubbliche.
Il decreto legge sulla guida autonoma
Il Decreto legge in questione (DM 70/2018), risale ad un protocollo contenuto nella Legge di Bilancio del 2018, il quale disciplinava le smart road e i test sulle auto a guida autonoma. Tale protocollo è recentemente divenuto finalmente realtà.
Ciò non vuol dire, tuttavia, che ora le nostre strade si trasformeranno in futuristiche smart road e che da oggi in poi nessuno guiderà più le proprio auto. Il processo è lento e tortuoso, ma parte da qui, da un semplice e complesso decreto legge.
Secondo il decreto, quindi, da ora in poi, il Ministero dei Trasporti avrà l’autorità di acconsentire ad alcuni test, da parte di enti di ricerca pubblici e privati, istituti universitari, nonché le stesse case produttrici. Tuttavia queste concessioni sono limitate solamente ad alcuni tratti di strada, seguendo specifiche modalità e controlli.
Le smart road
Da quanto emerge dal decreto legge sembrerebbe che la questione che più preme al ministero siano le smart road, e non la guida autonoma di per sé. Ma cosa sono le smart road?
Sono strade intelligenti, che, utilizzando la tecnologia digitale. Esse comunicheranno tra di loro e con i veicoli intelligenti in circolazione, così facendo suggeriranno le deviazioni da seguire e le velocità da tenere, gestiranno parcheggi, incroci, accessi a ogni infrastruttura e stazioni di benzina. Il tutto è un progetto grandioso a cui è stata assegnata anche una data di scadenza: il 2030. Nel futuro gli ingorghi stradali e gli incidenti saranno solamente un lontano ricordo.
I primi passi verso il futuro
Tuttavia, come detto in precedenza, la strada verso il futuro è ancora lunga, soprattutto in un paese dove la rete stradale non è esattamente all’avanguardia.
Proprio per questa ragione i test di guida autonoma sono stati limitati a pochi tratti, per lo più di autostrade o strade statali, di nuova realizzazione, oppure a quei tratti di strada sottoposti a una manutenzione straordinaria. Solo nell’arco di alcuni anni, dopo un profondo restyling dell’intera rete del sistema nazionale dei trasporti, le concessioni potranno essere rilasciate a livello nazionale.
Ovviamente l’obiettivo dell’intero progetto è migliorare la mobilità urbana e interurbana, nella salvaguardia della sicurezza stradale, per un futuro semplice che vedrà drasticamente diminuito il numero degli incidenti stradali.
Non vediamo l’ora di goderci questo futuro.
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