Tutti conosciamo l’occhio di Giove. Abbiamo imparato a conoscerlo e ad amarlo. Un simbolo indiscusso del gigante del Sistema Solare. Sappiamo che in realtà altro non è che un enorme tempesta. Un uragano di proporzioni inaudite i cui venti soffiano instancabili da almeno 350 anni. È così che noi abbiamo imparato a conoscere il pianeta più grande del nostro Sistema Solare con quella macchia rossa che è il suo marchio di riconoscimento, che lo rende così unico tra tanti.
Eppure la grande tempesta di Giove sta rallentando e diminuendo d’intensità e dimensione e sembra proprio che nel giro pochi decenni ne vedremo la fine. Sembra davvero incredibile eppure la grande tempesta di Giove si sta placando.
Cos’è l’occhio di Giove?
Iniziamo dal principio, dalla scoperta della grande tempesta di Giove. Era il 1664 e Robert Hooke descrisse una macchia su Giove. Ma la definizione che ne dette l’anno seguente Giovanni Cassini sembra essere più convincente, il quale la descrisse come una “macchia permanente” osservata per diversi anni.
Così la macchia di Giove ha almeno 350 anni per quel che ne sappiamo. Da allora è stata da sempre osservata attraendoci con il suo fascino irresistibile.
Con gli anni si è appreso che la Grande Macchia Rossa di Giove è in realtà un’enorme tempesta anticiclonica, in assoluto la più grande del Sistema Solare. Dalle immagini se ne vedono le dimensioni considerevoli, ma non ci rendiamo davvero conto della sua grandezza, perché non consideriamo di quanto grande sia il pianeta stesso. La tempesta è, infatti, così grande da poter contenere al suo interno tre pianeti Terra, o perlomeno così era alcuni anni fa.
Essa segue una rotazione antioraria, impiegando quattordici giorni gioviani, ovvero sei giorni terrestri, ad una velocità di 550 chilometri all’ora. La macchia è facilmente visibile dalla Terra anche con telescopi amatoriali.
La tempesta si sta velocemente riducendo
Tuttavia questo spaventoso e affascinante fenomeno naturale è destinato a estinguersi, la tempesta di Giove si sta velocemente riducendo. Nell’ultimo secolo ha dimezzato il suo diametro, ma dagli ultimi rilevamenti sembra aver accelerato. Attualmente si stima, infatti, che la tempesta stia perdendo circa 1000 km l’anno.
I rilevamenti di fine ‘800 affermano che l’Occhio di Giove aveva un diametro di 41.000 km, ma nel 1979, il passaggio della Voyager 2 ci riportò dati incredibili: esso misurava appena 23.000 km. Chilometri che nel ’95 si erano già ridotti a 20.000 e nel 2009 a 17.700.
Con gli strumenti attuali è possibile monitorare le dimensioni costantemente, grazie soprattutto al telescopio spaziale Hubble. Proprio secondo esso e gli astronomi, il diametro più basso mai registrato risale al 2014, quando la tempesta misurava appena 16500 km di diametro.
Se una volta il grande uragano poteva contenere tre Terre adesso a malapena ce ne starebbe una e anche un po’ strettina.
La fine è vicina
Già nel 2017, con il passaggio della sonda Juno, si era ipotizzato che la tempesta si stesse placando molto più velocemente del previsto. Si pensava, infatti, che ci sarebbero voluti ancora molti anni prima che essa si placasse del tutto, ma dagli ultimi dati sembrerebbero mancare appena 10 o 20 anni.
“Non ho mai visto nulla del genere in 17 anni di riprese fotografiche di Giove”, afferma Anthony Wesley, astrofilo australiano, raccontando le ultime incredibili immagini della tempesta. L’immagine scattata il 19 Maggio scorso, infatti, ritrae chiaramente una lunga scia di gas (10.000 chilometri) staccarsi dal centro del ciclone per andarsene via per sempre.
Sono mesi che si vedono lunghe scie di gas staccarsi dal corpo della tempesta di Giove e dissolversi tra le sabbie del gigante del Sistema Solare. Sembrerebbe proprio che la grande tempesta del Sistema Solare sia arrivata alla sua fase finale. Ai posteri rimarranno solamente le magnifiche immagini che siamo riusciti a scattare in questi anni d’osservazione.
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