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Tra le tante incredibili innovazioni troviamo la stampante 3D. Una tecnologia davvero incredibile, che può stampare qualsiasi cosa partendo dal semplice progetto digitale e dalle materie prime più indicate. Alcuni utilizzi sono più sensazionali di altri, come la stampa organica o l’aiuto di stampanti 3D al di fuori del pianeta Terra.
Dal punto di vista della medicina, la stampante 3D ha già stampato organi artificiali. Per il momento il suo utilizzo è ancora molto limitato, ma già nel 2013 fu stampato il primo orecchio in 3D, mentre nel 2014 fu la volta del primo trapianto di cranio stampato in 3D. Al momento molte protesi artificiali vengono stampate in 3D e la rivoluzione in atto porterà ben presto a risultati strabilianti.
Un altro sensazionale utilizzo è senza dubbio quello di poter stampare qualsiasi oggetto l’essere umano conosca in qualsiasi parte dell’universo, utilizzando i materiali a disposizione. Si pensa, infatti, di poter utilizzare la roccia e i materiali reperibili sul suolo marziano per poter stampare le abitazioni della prima colonia umana, senza dover portarsi dietro nient’altro che un’enorme stampante 3D.
Ma questa non sarebbe nemmeno la prima stampante 3D spaziale. Sulla ISS, infatti, se ne trova una, la quale viene utilizzata per realizzare oggetti di uso quotidiano e piccoli attrezzi da lavoro, come la prima chiave inglese spaziale realizzata partendo da un progetto digitale inviatogli dal pianeta Terra.
Quando la stampante 3D inizia a essere un problema
Tutto ciò è senza dubbio fantastico e ci lascia a bocca aperta, aspettando un futuro grandioso. Ma come ogni cosa, c’è sempre il rovescio della medaglia. Se si può stampare qualsiasi cosa quale è l’unico limite? L’immaginazione da una parte e il buon senso dell’altra, se mai questo ci sia.
Il pericolo più grande arriva dalla possibilità di stampare in 3D anche le armi. Chiunque potrebbe scaricare i progetti online, dal momento che se ne trovano anche parecchi, illegali e casalinghi, e realizzare la propria arma in casa.
Il pericolo arriva dagli Stati Uniti, dove le armi stampate in 3D si sono diffuse velocemente. Fino a qualche anno fa si trattava, però, di pochi difensori della giustizia fai da te, che realizzavano e distribuivano in rete istruzioni e progetti per la realizzazione casalinga di moltissime armi realizzabili con la stampante 3D.
Ma ultimamente il problema si è fatto molto più complesso e ingestibile, arrivando a formare gruppi di centinaia di persone che lavorano dietro a questo progetto.
Deterrence Dispensed
Deterrence Dispenced è un gruppo anonimo che, secondo fonti interne, intervistate da una rivista britannica, conterebbe più di cento persone, che lavorano costantemente allo sviluppo di armi stampabili e alla loro diffusione in rete.
“Se il governo vuole prendermi deve prima trovare la mia identità. Sono uno di tanti individui che fanno questo lavoro, anche se il governo dovesse dirmi di smettere lo farei lo stesso. Qualcuno passa il tempo sui videogiochi, io preferisco passare ore a progettare armi”.
Inoltre, dati i materiali con cui queste armi sono prodotte, sfuggono ai controlli dei metal detector. Un problema che si sta espandendo in tutti gli Stati Uniti, dove l’utilizzo di armi da fuoco è già un problema ben noto, che adesso rischia solamente di peggiorare.
Si iniziano a scrivere leggi per bandire completamente queste armi, ma come si può fermare la loro veloce diffusione attraverso Youtube, Twitter e moltissimi social network e app di messaggistica, anche minori?
Cosa dicono gli esperti
Nonostante i governi si preoccupano del fatto che la diffusione di queste armi da fuoco, che passano inosservate ed è impossibile registrarle, rischia di aumentare la criminalità e gli attacchi terroristici, c’è chi ne ha colto un risvolto inaspettato.
Alcuni esperti di armi da fuoco, infatti, ritengono che questi progetti stampati in 3D siano più pericolosi per chi li possiede che per l’ipotetico bersaglio.
Anche le migliori pistole stampate in 3D potrebbero sparare soltanto cinque colpi prima di scoppiare in mano. Inoltre basta anche un solo piccolo difetto a livello progettuale o di assemblaggio per farla esplodere anche prima di aver sparato un solo colpo.
Si spera, per lo meno, che questa rivelazione possa essere un monito per far desistere chiunque voglia tentare di realizzare armi in casa. Nel frattempo si pensa anche a come impedire che questi progetti rischiosi arrivano ai chip delle stampanti. La tecnologia vuole essere un valido aiuto per l’umanità non un nemico da temere.
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