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Space Rider è il piccolo Shuttle dell’ESA (l’agenzia spaziale europea) in grado di portare esperimenti in orbita e riportarli a terra. il drone-shuttle è ancora in fase di verifica e il primo volo è previsto per il 2022.
Trasporto spaziale riutilizzabile
Il progetto Space Rider punta a fornire all’Europa un sistema di trasporto spaziale “integrato, accessibile, indipendente e riutilizzabile”. Tuttavia il trasporto di cui parliamo non sarà disponibile per passeggeri umani, ma solo per esperimenti in orbita bassa e microgravità.
Ma il punto forte del piccolo shuttle è senza dubbio la riutilizzabilità. Dopo aver portato i diversi progetti in orbita ed essere rimasto lì per alcuni mesi, durante i quali si svolgeranno a distanza tutte le sperimentazioni, la navicella sarà in grado di rientrare sulla Terra. Ciò vuol dire che gli esperimenti rientrano a casa sani e salvi e gli scienziati potranno terminarli direttamente in laboratorio ed esaminarli da vicino.
La navicella dispone di un vano carico da 1200 litri e può trasportare in orbita fino a 800 kg in strumentazioni ed esperimenti.
È stata pensata per compiere almeno 6 viaggi, tutti della durata di almeno un paio di mesi, i quali inizieranno nel 2022.
Le fasi di realizzazione e sperimentazione
Per la fine di quest’anno la navicella Space Rider dovrebbe concludere la sua ultima fase di verifica ed essere finalmente pronta per partire alla volta dello spazio, non prima però del 2022.
Il tutto iniziò nel 2016, quando l’ESA propose di realizzare un piccolo shuttle capace di rientrare sulla Terra, utilizzando le capacità d’atterraggio già sperimentate dalle famiglie di razzi europee Ariane e Vega. Il progetto fu appoggiato e finanziato principalmente dall’Italia.
Il sistema montato su Space Rider è un’evoluzione di quello di Vega C che ha dimostrato di essere in grado di compiere missioni quasi impeccabili. Ora, dopo tre anni, il drone-shuttle europeo è quasi pronto per dimostrare al mondo le sue reali capacità.
“Space Rider è il primo veicolo di trasporto spaziale riutilizzabile in Europa. Questa affascinante sfida sta affinando le nostre capacità in una gamma di tecnologie all’avanguardia e questo rafforzerà la nostra posizione in questo mercato competitivo”, ha spiegato Jose Longo, Space Rider Development Program Manager dell’ESA.
Andata e Ritorno di Space Rider
Come detto i futuri voli di Space Rider saranno voli d’andata e ritorno, ma come funzioneranno? La navicella raggiungerà la bassa orbita terrestre a bordo di un razzo Vega C, ma una volta raggiunta la destinazione sarà libera di muoversi da sola. Potrà orientarsi e variare l’assetto, grazie ai propulsori e riceverà energia dai pannelli solari.
Questi si trovano su AVUM+, l’ultimo stadio di Space Rider, l’unica parte della navicella che non sarà in grado di tornare a Terra. Finita la missione, infatti, AVUM+ si staccherà e brucerà durante il suo rientro in atmosfera.
Space Rider, invece, rallenterà nel corso della sua discesa e uno scudo termico lo proteggerà, evitando che bruci al rientro in atmosfera. Nel corso di questa fase passerà da una velocità ipersonica ad una subsonica e, una volta raggiunta la bassa atmosfera e rallentato sufficientemente, aprirà il suo paracadute che lo farà planare fino a Terra, dove ci saranno tecnici e scienziati ad attenderlo.
Gli esperimenti su Space Rider
Come detto la nostra prima navicella riutilizzabile non avrà passeggeri umani, ma servirà solo come laboratorio. Ad utilizzarlo non saranno solamente agenzie spaziali, ma qualsiasi azienda o istituto di ricerca che abbia bisogno di lavorare in ambiente a microgravità, pur non avendo conoscenze spaziali.
Dimostrerà nuove tecnologie per l’osservazione del pianeta, testerà l’esplorazione robotica, servirà da laboratorio per tutti gli esperimenti che altrimenti non potrebbero essere svolti a Terra, perché necessitano di microgravità o ambienti difficilmente riproducibili sul pianeta.
Space Rider partirà per la prima volta nel 2022 dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese.
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