© 2000-2023 - Enkey Magazine - Tutti i diritti riservati
ENKEY SNC - P.IVA IT03202450924 / Cod. REA CA253701 - Tel. 078162719
Abbiamo tanto parlato e sentito parlare di Europa, questa incredibile e magnifica luna di Giove negli ultimi anni ha attirato scienziati e semplici appassionati che si sono lasciati ammaliare dalla sua stupefacente predisposizione alla vita. Sì, perché in tutto il nostro Sistema Solare il corpo celeste più adatto alla vita sembrerebbe essere proprio Europa, una delle lune del gigante gassoso Giove.
Questo satellite naturale è infatti ricco d’acqua, elemento indispensabile alla vita che per tanto, troppo tempo, abbiamo ritenuto essere solamente nostro.
A riprova dell’enorme oceano liquido che si celerebbe, placido, indisturbato e forse rigoglioso di vita, vi sono numerosi e giganteschi geyser. Che da altro non possono provenire che da un oceano sotterraneo.
Così la NASA e con essa tutti gli scienziati e gli astronomi del mondo si preparano a scoprire sempre di più di essa. Aiutandosi anche con una sonda che ci si prepara a inviare sul satellite.
Inoltre, il passaggio della sonda Galileo, aveva rivelato, già nel 1999, la presenza, nell’atmosfera di Europa, di acido solforico, il quale potrebbe essere prodotto da colonie batteriche che popolano il suo oceano.
Ma adesso, sopraggiunge un’ulteriore entusiasmante scoperta, riguardo questo magnifico corpo celeste: la presenza di cloruro di sodio, o, più semplicemente, del sale.
La scoperta del sale su Europa
Per capire come si è fatto a scoprire la presenza del sale su Europa, senza recarsi direttamente sulla superficie di esso, dobbiamo tornare indietro ad uno studio, condotto nel 2017.
Allora il cloruro di sodio, componente principale del più comunissimo sale da cucina, era stato esposto alle stesse quantità di radiazioni presenti su Europa. Così facendo si poté vedere come questo si comportava in condizioni diverse da quelle terrestri. Fu scoperto che in quelle particolari condizioni il cloruro di sodio assumeva sfumature gialle, rendendolo perfettamente individuabile nello spettro visibile.
Senza tale esperimento non avremmo mai potuto sapere come il sale si comportasse in condizioni diverse da quelle terrestri. Ma ora che gli scienziati ne erano a conoscenza potevano scovarlo a distanze incredibili.
Si è scoperto quindi, che in realtà era sempre stato lì, su Europa. Per tutto questo tempo abbiamo osservato particolari regioni del satellite tinte di un colore giallastro, come la Tara Regio, senza sapere che ciò che stavamo osservando era in realtà una salina extraterrestre.
La ricerca
La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori della Caltech (California Institute of Technology), coordinati da Samantha Trumbo. Essa ha rivelato quanto appreso dalle ultime osservazioni, confrontandole con l’esperimento del 2017.
Si era a lungo pensato che su Europa ci fosse un’alta concentrazione di un altro tipo di sale, il solfato di magnesio. Si è ritenuto fosse così per la presenza di nuvole di acido solforico, rilevate dalla sonda Galileo. Ma in realtà il dubbio che ci fosse la presenza di cloruro di sodio, il nostro comunissimo sale da cucina, aleggiava già da un po’, ma non si sapeva come fare a dimostrarlo.
Alcune osservazioni condotte dal telescopio ottico W. M. Keck Observatory avevano fatto pensare che accanto ai solfati ci fossero anche i cloruri. Ma erano in realtà solo teorie, perché i cloruri non sono rilevabili dai telescopi ad infrarossi, tanto meno quelli disciolti in acqua.
Finalmente l’esperimento del 2017 ci ha suggerito dove e come andarli a cercare. E si è, infine, potuta dimostrare la presenza di cloruro di sodio sulla superficie di Europa e, probabilmente, nel suo grande oceano sotterraneo.
Ad osservarlo è stato il telescopio Hubble, che lo ha trovato proprio in prossimità di quelle lunghe feritoie che corrono lungo la superficie del pianeta. Aree creatosi dalla fuoriuscita di acqua più calda che emergeva dalle profondità del suolo per riversarsi sul gelido ghiaccio esterno. Il fatto che sia presente proprio in quelle aree, fanno ben sperare che le caratteristiche dell’oceano di Europa siano sempre più simili a quelle dei mari terrestri.
Ciò vorrebbe dire che un’ipotetica forma di vita non dovrebbe essere poi così diversa da quelle che potremmo trovare sul nostro pianeta.
Alcuni studi sostengono che le condizioni dell’oceano d’Europa potrebbero essere molto simili a quelle di alcune bocche termali terrestri, come quelle del Lago Vostok, in Antartide. Perciò le forme di vita riscontrabili in tale ambiente potrebbero essere molto simili a quelle microbiche e batteriche terrestri.
Chissà che Europa non finisca di meravigliarci donandoci quest’ultima incredibile scoperta.
This post is also available in: English