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Affascinati da centinaia di film sull’intelligenza artificiale, questa sembra ancora far parte di un mondo futuro. Di fatto si tratta di una disciplina informatica che risale agli anni ’60 che studia come sistemi hardware e software possano avere prestazioni simili all’intelligenza umana. Solo la potenza dei processori degli ultimi anni, però, ha reso finalmente disponibile queste tecnologie per l’uso quotidiano.
Nello specifico si tratta di creare un sistema di scelte complesse in grado di apprendere dai risultati precedenti (meccanismo del feedback) e quindi di avvicinarsi a quello che è il ragionamento umano.
Visto il grande potenziale delle applicazioni dell’AI c’è una sorta di fascino che la circonda. Ma bisogna stare attenti perché se il suo utilizzo non fosse corretto potrebbe avere dei risvolti anche gravi.
Stephen Hawking nel 2014 la descrive come un pericolo per la sopravvivenza umana, ed Elon Musk lo stesso anno twitta:
Dobbiamo essere super attenti all’intelligenza artificiale. Potenzialmente più pericolosa del nucleare.
Quando si parla di intelligenza artificiale il primo pensiero va ai robot in grado di parlare e provare sentimenti, questo però fa parte del mondo della fantascienza. L’AI in quanto tale copre attualmente un settore molto più vasto di applicazioni.
Intelligenza artificiale: non solo robot
Dai videogiochi, alle previsioni del tempo, alle missioni nello spazio l’AI è ormai ampiamente utilizzata e interagiamo quotidianamente, spesso senza saperlo, con questi sistemi.
Partiamo dagli assistenti virtuali: che chiediate informazioni a Siri, Cortana o Alexa state di fatto facendo richieste ad un software che utilizza l’intelligenza artificiale. Sfruttano infatti in primis il riconoscimento vocale che è in grado di tradurre quello che dite in informazioni.
Oltre a questo sono state scelte alcune parole chiave come “chiama”, “cerca”, ecc… che permettono di rendere il dialogo con il software più semplice. Questi comandi sostituiscono di fatto i pulsanti che normalmente vengono schiacciati per compiere le azioni desiderate.
Gli insospettabili sono forse proprio i videogiochi, grazie all’intelligenza artificiale sono infatti ormai in grado di battere gli utenti. E stiamo parlando di quando le storie si evolvono in base alle azioni compiute dal giocatore creando situazioni sempre diverse e imprevedibili. Degli esempi sono Halo o Call of Duty, dove i nemici reagiscono alle mosse del giocatore per eliminarlo.
Nel caso delle chat, forse non sono sempre risolutivi e vi sarete trovati a pensare che sarebbe stato meglio parlare direttamente con una persona. O forse, invece, non vi siete neanche accorti di aver parlato con un chatbot, ovvero i sistemi automatici di supporto alla clientela online. Questi sono particolarmente raffinati, infatti sono in grado di capire la richiesta del cliente spesso partendo, non da risposte predefinite, ma da quello che direttamente scrive l’utente.
Vi sorprenderà, ma l’intelligenza artificiale è in grado di sostituire anche i giornalisti. Anche se solo per le notizie sportive e finanziarie, esistono dei sistemi automatici in grado di creare brevi notizie. Siti come AP, Fox e Yahoo le utilizzano per creare brevi testi sulla base di dati finanziari o risultati delle partite sportive.
L’AI nella lotta al crimine
L’utilizzo più affascinante è quello delle applicazioni che gestiscono la video sorveglianza. Queste infatti, oltre al supporto di un operatore che controlla in tempo reale le riprese, sono in grado di rilevare possibili comportamenti scorretti.
Per esempio analizzando le immagini e confrontandole con gli schemi comportamentali impostati, possono rilevare se qualcuno sta per tirare fuori una pistola, oppure se sta per abbandonare di proposito una valigia.
Per quanto riguarda invece le frodi bancarie, l’intelligenza artificiale riesce a capire se non siamo più noi a compiere gli acquisti. Infatti, per quanto ognuno di noi pensi di essere originale, siamo tutti molto abitudinari e spesso spendiamo le stesse cifre e frequentiamo gli stessi negozi.
Un sistema di AI bancario può accorgersi di un’incongruenza nell’utilizzo della carta. Per esempio quando d’improvviso è stato effettuato un acquisto in un luogo troppo distante.
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